Whitney Museum, New York: nel Meatpacking District alla scoperta dell’arte Made in USA

Il Whitney Museum of American Art di New York: la sua storia e tutte le informazioni per visitare il museo newyorkese dedicato all’arte a stelle e strisce.
Il Whitney Museum of American Art è un vero e proprio punto di riferimento se si parla di arte statunitense moderna e contemporanea e dalla sua fondazione ha visto crescere esponenzialmente la sua collezione diventando pian piano uno dei musei più importanti di New York.
In questo post vi accompagno nel Meatpacking District, nel sud di Manhattan, e vi porto a scoprire la storia del museo, la sua collezione e la sua nuova sede progettata da Renzo Piano.
La storia del Whitney Museum in pillole
La storia del Whitney Museum of American Art inizia con Gertrude Vanderbilt (1875-1942), collezionista d’arte, scultrice e nipote del “Commodoro” Cornelius Vanderbilt, uno dei più importanti imprenditori statunitensi del Ventesimo secolo, noto per aver fatto fortuna con i trasporti commerciali via mare e su rotaia.
Nel 1896, Gertrude sposò Harry Payne Whitney, anch’egli appartenente a una famiglia di spicco della società newyorkese, e insieme portarono avanti una ricca attività filantropica che contribuì ad arricchire, tra le altre, anche le collezioni del Museo di Storia Naturale di New York.

Le possibilità economiche e la passione di Gertrude Vanderbilt Whitney per l’arte, portarono alla nascita di una ricchissima collezione e di due spazi espositivi pensati per promuovere le avanguardie e gli artisti emergenti statunitensi: il Whitney Studio e il Whitney Studio Club, che rimasero attivi dal 1914 al 1928. Tra i pittori esposti anche l’oggi celeberrimo Edward Hopper.
Nel 1929, quando la sua collezione contava ben 700 opere d’arte, tutte realizzate da pittori americani contemporanei, Gertrude Vanderbilt Whitney decise di regalarne 500 al Metropolitan Museum of Art, che però rifiutò l’offerta.
Allora, gli occhi erano puntati sull’antichità e sui modernismi europei esposti all’interno del nuovissimo MoMA, inaugurato lo stesso anno, e così, non trovando uno spazio espositivo adatto o interessato, la donna decise di aprire un suo personale museo per permettere a tutti di ammirare da vicino le opere della sua collezione.
Il Whitney Museum of American Art aprì così le sue porte al pubblico nel 1931; la sede espositiva si trovava nel cuore del Greenwich Village, dove fino a qualche anno prima sorgeva lo Studio Club.

Nel 1954, per esigenze di spazio e di riqualificazione, il Whitney si trasferì sulla 54esima strada, in un edificio collegato a quello del Museum of Modern Art, ma ben presto anche la nuova sede si rivelò troppo piccola e nel 1966 il museo fu spostato nuovamente, questa volta all’angolo tra la 75esima e Madison Avenue.
L’ampliamento della collezione portò anche alla nascita di numerosi spazi espositivi satelliti non solo a New York, ma anche in altre città degli Stati Uniti, come Stamford, nel Connecticut.

Dato il crescente numero di visitatori e di artisti esposti, il Whitney necessitò presto di una nuova sede, ben più ampia rispetto a quella dell’Upper East Side. Il progetto fu affidato a Renzo Piano, che disegnò il nuovissimo edificio che oggi sorge nel Meatpacking District, sul limite meridionale della High Line, della quale vi ho parlato nel post dedicato a Chelsea.
Completata nel 2015, la struttura — che occupa una superficie di 19.000 metri quadri — vanta oggi anche un education center, un piccolo teatro, una biblioteca, sale lettura e spazi per i laboratori. Fu inaugurata ufficialmente il 30 aprile dello stesso anno alla presenza dell’allora First Lady Michelle Obama e del sindaco di New York Bill de Blasio.

Visitare il Whitney Museum
Il Whitney Museum si sviluppa su otto piani, solo due di questi, però, sono dedicati alle collezioni permanenti, composte da opere realizzate, tra la fine del Diciannovesimo secolo e oggi, da artisti statunitensi di nascita o d’adozione, proprio come voluto dalla sua fondatrice.
A queste si affiancano le esposizioni temporanee, dedicate agli artisti contemporanei emergenti, e The Biennal, la biennale dedicata alle novità dell’arte a stelle e strisce, nonché uno degli eventi più attesi del panorama artistico newyorkese.
In totale, il patrimonio culturale del museo conta oggi oltre 25.000 pezzi, tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, pellicole, video e altri artefatti, realizzati da oltre 3.500 artisti diversi; solo una piccola parte è però esposta al pubblico.

Tra le opere della collezione permanente che si possono vedere da vicino durante la visita ci sono New York/Liberty di Florine Stettheimer, la prima opera della galleria e realizzata per celebrare la fine della Prima Guerra Mondiale; Soir Bleu di Edward Hopper; le tele astratte di Jackson Pollock; Gettin’ Religion di Archibald John Motley Jr.; e Dempsey and Firpo di George Bellows, solo per citare alcune di quelle che, secondo me, non dovreste assolutamente perdere.
Da non dimenticare durante la visita anche le terrazze panoramiche, che si affacciano su Manhattan e sull’Hudson River regalando una vista splendida sulla città, sia di giorno che di notte.

Informazioni utili per la visita: orari e biglietti
Il Whitney Museum of American Art è aperto tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 10.30 alle 18.00; il venerdì chiude alle 22.00 e, a partire dalle 19.00, è possibile entrare con formula Pay-What-You-Wish, ossia con offerta volontaria. I biglietti per il venerdì sera vanno prenotati sul sito.
Il museo è chiuso il giorno del Ringraziamento (ultimo giovedì di novembre) e il 25 dicembre, mentre il 24 e il 31 dicembre la chiusura è anticipata alle 17.00.

Il biglietto costa 25$ a tariffa intera e 18$ a tariffa ridotta, riservata per over 65, studenti e visitatori con disabilità (un accompagnatore può entrare gratuitamente). L’accesso è gratuito per gli under 18, i possessori di New York Explorer Pass (acquistabile online qui* e qui*), New York CityPASS (qui*) e Sightseeing Pass (qui*).
Tutti i biglietti e le informazioni aggiornate sono disponibili sul sito ufficiale del museo, mentre il ticket valido anche per le mostre temporanee si può acquistare anche seguendo questo link*. In alternativa, potete valutare il ticket combinato per il Whitney, il Guggenheim e il MoMA, lo trovate qui*.
L’ingresso si trova al numero 99 di Gansevoort Street. Per raggiungerlo si possono utilizzare la metropolitana, linee A, C, E ed L con fermata 14th Street – 8th Avenue, o gli autobus delle linee M11, M12, M14A o M14D. Trovate tutte le informazioni su come muoversi a New York nel post dedicato.

Dove dormire a New York
Durante il mio secondo viaggio a New York ho soggiornato al The Herald*, a due passi da Herald Square e dall’Empire State Building. L’albergo offre solo servizio pernottamento, senza colazione o altri pasti.
La camera non era molto grande, ma rispettava per dimensioni e qualità gli standard newyorkesi. Punto di forza dell’albergo è sicuramente la sua posizione, estremamente strategica per scoprire l’intera città, perché l’area di Herald Square non è solo centrale, ma è anche servita da molte linee della metropolitana.
Per scoprire come raggiungere il vostro alloggio dall’aeroporto (e viceversa) vi consiglio il post dedicato agli aeroporti di New York. Infine, per altri consigli per il vostro viaggio a New York o sulla stipulazione dell’assicurazione viaggio per gli Stati Uniti, vi consiglio di leggere i post dedicati; nel secondo trovate anche uno sconto per voi.
Se avete domande, dubbi o suggerimenti sul Whitney Museum di New York, lasciate un commento!

Le foto presenti in questo post, a esclusione delle mappe, sono state incorporate da Unsplash, dove sono libere per usi commerciali. Per vedere le foto scattate a New York (con un iPhone 11 Pro* e una Canon 80D*) sfogliare il mio album su Flickr.
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