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Martinaway

Visitare Ellis Island
Stati Uniti

Ellis Island: “la porta degli Stati Uniti” tra storia e informazioni utili per la visita

Ellis Island: la sua storia e come visitare il Museo dell’Immigrazione. Tutte le informazioni utili e il link per consultare online i registri.

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Ho raggiunto Ellis Island da Liberty Island, l’isola che ospita la Statua della Libertà. La traversata dura forse una decina di minuti, un tempo troppo breve per provare anche solo a immaginare ciò che devono aver provato i milioni di immigrati provenienti da tutta Europa che alla fine dell’Ottocento hanno messo piede sull’isola per la prima volta.

Dopo avervene parlato nel post dedicato a cosa vedere a New York, ora vi racconto la sua storia e vi porto a scoprirla.


 Leggi anche: Curiosità su New York: 10 cose che forse non sapevate


Cosa potete trovare in questo post: nascondi
1. La storia di Ellis Island
1.1. Le sale di Ellis Island: il percorso dei migranti
2. Il Museo dell’Immigrazione di Ellis Island
2.1. Spulciare i registri elettronici: alla ricerca dei propri cognomi
3. Visitare Ellis Island: le informazioni utili
3.1. Come raggiungere Ellis Island
3.2. I biglietti per Ellis Island e per la Statua della Libertà
3.3. Dove dormire a New York
3.3.1. Informazioni
Ellis Island

La storia di Ellis Island

Ellis Island è un isolotto alla foce dell’Hudson, il fiume che costeggia Manhattan sulla sua riva occidentale. Rimasto inutilizzato per secoli, quel piccolo fazzoletto di terra di circa un ettaro fu ampliato grazie ai materiali di scarto risultato degli scavi realizzati per la costruzione della metropolitana e poi trasformato in arsenale militare.

La sua vera storia, però, inizia nel 1892, quando fu trasformato in “porta degli Stati Uniti”: il luogo dove i migranti di mezzo mondo arrivavano nel Nuovo Continente, funzione che ha mantenuto fino al 1954.

In quegli anni questo luogo ha visto arrivare una media di oltre cinquemila persone ogni giorno; e altrettante speranze. Un numero che fa girare la testa.

Ellis Island

Le sale di Ellis Island: il percorso dei migranti

Qui i migranti, per la maggior parte europei, che avevano viaggiato in terza classe, venivano controllati e sottoposti a visite mediche. Chi risultava non idoneo veniva rimandato nel vecchio continente, tutti gli altri, invece, raggiungevano la Sala dei Registri (Registry Room), dove alcuni ispettori annotavano i dati anagrafici, compresa la disponibilità economica, la professione ed eventuali precedenti penali.

Ad alcuni di loro gli addetti hanno cambiato o storpiato il nome, un po’ per le difficoltà a comunicare, un po’ da renderli più simili a quelli tipici della lingua inglese. È il caso dei tanti Braun tedeschi, svizzeri o austriaci, che sono diventati improvvisamente Brown.

Ellis Island

I passeggeri di prima e seconda classe, quelli con la cabina, non dovevano passare attraverso l’ordalia. Erano già stati sottoposti a una breve e cortese ispezione a bordo prima che la nave entrasse in porto ed erano liberi di sbarcare a proprio piacimento. […].
Entrarono nella sala di registrazione attraverso una grande porta doppia. A Salvatore sembrava una chiesa; in effetti, il grande spazio, con il pavimento coperto da piastrelle rosse, i corridoi laterali, le pareti torreggianti e l’alto soffitto a botte, copiava esattamente le basiliche romane che si trovavano in ogni parte d’Italia. A venti piedi sopra le loro teste c’era una balconata in ferro che correva lungo il perimetro, da dove i funzionari li osservavano anche dall’alto. All’estremità opposta si trovava una fila di quattordici scrivanie, di fronte alle quali c’erano lunghe code di persone che si snodavano avanti e indietro fra le transenne divisorie.

New York*, Edward Rutherfurd. Traduzione di Stefano Viviani.

 Leggi anche: Alla scoperta della storia di New York con Edward Rutherfurd


Ellis Island

Dal 1917 le norme di accesso cambiarono e si introdussero altri test, come quello dell’alfabetismo, e le “quote di ingresso”, che ridussero notevolmente il numero degli immigrati.

Dalla prima metà del Novecento alla sua chiusura (1954), l’isola divenne anche un centro di detenzione, mentre oggi ospita il Museo dell’Immigrazione (Museum of Immigration), aperto nel 1990. L’isola è comparsa anche in molti film ambientati a New York, come C’era una volta a New York e Nuovomondo.


Ellis Island.
Island of hope, island of tears.


Ellis Island

Il Museo dell’Immigrazione di Ellis Island

Visitare Ellis Island da turisti è strano. Scattare fotografie, camminare liberamente da una sala all’altra risulta spontaneo, certo, ma, se ci si ferma anche solo un secondo a pensare al passato, si ha come la sensazione di entrare in una cristalleria dove tutto è in bilico, dove bisogna fare attenzione.

Ellis Island

Il Museo dell’Immigrazione di Ellis Island è uno dei più belli che abbia mai visto, sia per come è stato creato – interattivo e ben organizzato – sia per ciò che racconta.

Non raccoglie solo le testimonianze di chi è approdato sull’isola, ma anche tutto ciò che ha a che fare con il tema delicato della migrazione, a New York nel particolare e negli Stati Uniti in generale. Alla fine, come emerge più volte nel corso della visita, gli Stati Uniti sono quello che sono soprattutto grazie all’unione di culture diverse e New York, con i suoi quartieri internazionali come Little Italy o Chinatown, ne è un perfetto esempio.

Ellis Island

La Registry Room, vuota ed iponente, si trova al piano superiore, ma la visita inizia dal piano terra, da quella che una volta era la sala bagagli. Questo luogo, dove un tempo gli immigrati si separavano dai loro beni, oggi è il fulcro del museo.

Lungo il percorso non mancano le testimonianze dell’ostilità nei confronti di chi veniva da lontano, di chi era diverso e trovarsi di fronte a certi manifesti fa quasi venire i brividi.

Ellis Island

Ci sono però due luoghi che più di tutti rubano la parola. Il primo è la Stairs of Separation (Scalinata della Separazione), dove si separavano i nuclei familiari. Il secondo è il Kissing Post, dove invece i migranti abbracciavano amici e parenti che avevano già superato i controlli e che vivano negli Stati Uniti.

Provate solo ad immaginare le sensazioni vissute qui.

Registry Room

Spulciare i registri elettronici: alla ricerca dei propri cognomi

Alla fine della visita è possibile cercare sui registri elettronici i migranti con il nostro stesso cognome che sono passati per Ellis Island. Io ho cercato sia i parenti con il cognome dei nonni paterni, sia quelli con il cognome dei nonni materni e sono tantissimi. Con il mio stesso cognome ce n’è però solo uno.

Si chiamava Luigi, aveva 26 anni ed era a bordo di una nave chiamata Hamburg, salpata dal porto di Genova e arrivata ad Ellis Island il 23 Maggio 1911. Era originario di Pasiano di Pordenone (che all’epoca era in provincia di Udine), un comune a circa quindici chilometri da dove sono nata io. Magari non siamo davvero parenti, ma tutto questo mi fa comunque tremare le mani.

Sullo stesso transatlantico c’era anche un uomo con lo stesso cognome di mia nonna materna, anche lui originario delle mie parti. Volete sapere la cosa bella? Lui era il mio trisavolo, in viaggio per lavoro, ma questo l’ho scoperto solo più tardi, mentre lavoravo al mio albero genealogico su MyHeritage, come vi ho raccontato in un altro post.

Mentre ero lì ho provato a cercare anche i cognomi di molti miei amici o conoscenti, per ognuno di loro, a parte in uno o due casi, c’è almeno un risultato. Probabilmente il 98% di noi ha un lontano parente passato di lì. Se volete potete fare questa ricerca anche da casa, su Libertellisfoundation.org.

Ellis Island

Visitare Ellis Island: le informazioni utili

Il Museo dell’Immigrazione di Ellis Island è aperto tutti giorni, esclusi il quarto giovedì di novembre, quando negli Stati Uniti si festeggia il Ringraziamento, e il 25 dicembre. Ricordate però che, data la necessaria traversata in traghetto, la visita può essere sospesa a causa delle condizioni meteo avverse.

Per tutte le informazioni sugli orari (che sono variabili) vi consiglio di visitare il sito ufficiale del National Park Service, dove troverete anche gli orari dei primi e degli ultimi traghetti.

Come raggiungere Ellis Island

Ellis Island, come la Statua della Libertà, è raggiungibile in traghetto da Battery Park, Lower Manhattan. La traversata dura circa 15 minuti e la partenza è prevista tutti i giorni dalle 8.30 alle 15.30, ogni venti minuti.

Io vi consiglio di imbarcarvi sul primo traghetto, perché sicuramente meno affollato (soprattutto in alta stagione). In alternativa è possibile partire anche dal New Jersey, da Liberty State Park.

Battery Park è facilmente raggiungibile in metropolitana: linea verde (4, 5, 6) fermata express a Bowling Green, linea rossa (1) fermata local a South Ferry, capolinea. Vi ho spiegato come funzionano le metropolitane sul post dedicato a come muoversi a New York.

I biglietti per Ellis Island e per la Statua della Libertà

Il biglietto base comprende il traghetto, la visita alla Statua della Libertà (non la salita fino alla corona) e la visita a Ellis Island. Il costo (aggiornato al 2020) è di $19,25 per gli adulti, $14 over 62, $9 per bambini e ragazzi dai 4 ai 12 anni, gratis sotto i 3 anni. Per chi volesse salire fino alla corona il costo è rispettivamente di $22,25, $17,00 e $12,00.

I ticket possono essere acquistati a Battery Park, all’interno di Castle Clinton, oppure su internet prima della partenza. Io ho scelto la prima opzione perché ho visitato New York in bassissima stagione e pensavo di non trovare molta coda, ma sappiate che tornando indietro probabilmente li prenoterei online. In questo modo non solo si evitano le code, ma ci si garantisce un posto nel giorno e nell’ora che si preferisce.

Qui sotto vi lascio un link utile per acquistare i vostri biglietti con visita guidata. Non preoccupatevi se dopo averli comprati cambiate idea, potete disdire gratuitamente fino a 3 giorni prima.


Clicca qui per acquistare i biglietti la visita guidata completa*


Manhattan dall'isola

Dove dormire a New York


Dove dormire a New YorkDurante il mio viaggio a New York ho soggiornato all’Hotel Mela*, a due passi da Times Square.

Le camere sono pulite e comode, leggermente più spaziose rispetto ad altre di Manhattan. In più l’albergo si trova in una posizione strategica per scoprire l’intera città perché Times Square non è solo centrale, ma è anche servita da molte linee della metropolitana.


Siete mai stati a Ellis Island? Vi piacerebbe? Se provate a fare la ricerca fatemelo sapere nei commenti 🙂

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Informazioni

Le immagini sono state scattate con una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.

Se state organizzando il percorso per la vostra prima volta a New York vi consiglio di dare un’occhiata alla pagina con tutti gli articoli su New York.


ARGOMENTI:musei e palazzi
20 Commenti
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Martina Sgorlon

Martina, laureata in giornalismo e innamorata di New York City, tanti libri sul comodino e una tazza di tè (o di caffè) sulla scrivania. Nata in una notte di fine gennaio del 1992 nella provincia di Treviso, sono Aquario ascendente Scorpione con mille idee in testa, ma i piedi ben piantati a terra. Benvenuti sul mio blog!

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  • Martina
    18 Dicembre 2016

    Ciao Marty! Bellissimo articolo che condivido con piacere. Anche io ho provato a fare la ricerca e ho trovato tantissime corrispondenze! Tantissimi con la residenza proprio nel mio piccolo paese! Andrò a fondo! 😉

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Martina
      19 Dicembre 2016

      Ciao Martina 🙂
      Grazie mille! Quanto bello è scoprire certe cose? Io ho provato con un sacco di cognomi, a Ellis Island avevo già trovato qualcosa, ma ho approfondito la ricerca da casa 🙂

      Reply
  • Viaggiarelontano
    1 Settembre 2016

    Che storia! Adesso mi hai messo curiosità.. ho trovato un sacco di risultati con il mio stesso cognome e mi sta venendo voglia di vedere molto di piu’ di questo posto! Bravissima nello scrivere 🙂

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Viaggiarelontano
      1 Settembre 2016

      Ciao 🙂
      Grazie mille! Felice che il post ti sia piaciuto e che tu abbia trovato molti risultati, è sempre una bella scoperta 😉
      A presto 🙂

      Reply
  • Sabina
    27 Luglio 2016

    Ciao Martina! articolo stupendo e super interessante come sempre! brava, complimenti! ☺ anche io ho appena provato a fare la ricerca e ho trovato una persona che arrivò a New York nel 1906 su una nave chiamata Barbarossa, proveniente da un paese (Coltarunetta) che probabilmente oggi non esiste più o è molto piccolo, forse in Sicilia, chissà. Ebbene, ha lo stesso nome e cognome di mio nonno! Devo ancora avvisare i miei nonni ma so già che partiranno subito le ricerche!

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Sabina
      27 Luglio 2016

      Ciao Sabina 🙂 ❤
      Grazie mille, sono felice che questo post ti sia piaciuto 🙂
      A volte chi compilava i registri sbagliava a scrivere per colpa della lingua, quindi potrebbe anche essere un errore. Che combinazione però! 😀
      Magari scopri che siete davvero parenti, chi lo sa 😉 un bacione 🙂

      Reply
  • Emanuele - Recyourtrip
    27 Luglio 2016

    Bello bello questo articolo!! Ho scoperto che praticamente i miei avi hanno colonizzato l’america da quanti ne sono sbarcati

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Emanuele – Recyourtrip
      27 Luglio 2016

      Grazie Emanuele 😀
      Ahahah in effetti per molti cognomi ci sono liste lunghissime! 😀

      Reply
  • Michela
    11 Luglio 2016

    Sappi che ieri ho passato tutto il pomeriggio a cercare nomi sul sito. Ma perchè mi sveli questi cose che io poi ci perdo le giornate??? 😀
    Un bacione Martina!

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Michela
      11 Luglio 2016

      Ciao Michela 😀
      Ahaha ammetto che mi fa piacere 😉
      Anche io la prima volta ci ho speso un sacco di tempo 😀 Un bacione, a presto 🙂

      Reply
  • Silvia Demick
    10 Luglio 2016

    Qualche anno fa, dopo essere stata a New York la prima volta, mi sono registrata al sito e ho trovato ben due persone che potevano essere “imparentate” in qualche modo: una con il mio cognome e una con il cognome di mia nonna. Così è partito il tormentone – tra interrogatori ai nonni, ricerche su internet, telefonate a vecchie prozie – e ho poi scoperto che un cugino di mio nonno e un parente della mia nonna partirono effettivamente dall’Italia alla volta di NY. Sono anche riuscita a rintracciare dei probabili discendenti in Florida e in Texas, con i quali abbiamo provato a ricostruire il passato. La certezza non ci sarà mai, ma comunque è sempre una bella emozione.
    Grazie per avermelo ricordato!
    Un bacio, Silvia.

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Silvia Demick
      11 Luglio 2016

      Ciao Silvia 🙂
      Quanto bello è esplorare il passato della propria famiglia? A volte scopri cose che non immaginavi, è emozionante 🙂
      Mi fa piacere che questo post abbia portato a galla ricordi positivi 🙂
      Un bacio ❤

      Reply
  • inworldshoeslucreziastefano
    8 Luglio 2016

    Stupenda Ellis Island! Passeggiare con l’audio guida all’interno del museo fa venire i brividi.. Ed è stato bello anche passeggiare all’esterno, leggendo i nomi di tutti coloro che arrivarono in America e cercando il proprio cognome perché chissà, magari qualche antenato è sbarcato lì alla ricerca di una salvezza e di un futuro migliore!
    🙂
    Veramente bello questo articolo! <3

    Reply
    • Martina Sgorlon
      inworldshoeslucreziastefano
      9 Luglio 2016

      Ciao 🙂
      Hai ragione, è una delle poche volte in vita mia che ho usato l’audio guida e ne è valsa la pena!
      Grazie mille, un bacione ❤

      Reply
  • Diletta
    8 Luglio 2016

    Ottimo articolo, ormai sono sempre più impaziente di volare a New York!
    Il museo di Ellis Island è uno dei miei must, l’argomento mi interessa moltissimo – alla triennale la mia tesi si intitolava “l’Italo-americano degli emigrati lucchesi negli Stati Uniti”. Ho fatto un’analisi linguistica di alcune lettere inviate dagli emigrati italiani ai parenti rimasti in Italia, trovate nell’archivio dell’Associazione lucchesi nel mondo a Lucca appunto. E’ stato stranissimo entrare nelle vite di queste persone, che parlano di lavoro, malattie, gioie e dolori dell’essere emigrati, senza sapere chi fossero davvero, sono state forti emozioni. Lo sarà anche visitare il museo quindi, non vedo l’ora! 🙂

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Diletta
      9 Luglio 2016

      Ciao Diletta 😀
      Grazie! E io non vedo l’ora che tu vada, sia per vederla di nuovo attraverso i tuoi occhi, sia per sapere che ne pensi 🙂
      Un bellissimo argomento per una tesi! Il museo non potrà non piacerti, goditi la visita! 😀
      Un bacione ❤

      Reply
  • ChiaraPaglio
    8 Luglio 2016

    Bellissimo articolo! Qualche anno fa una mia amica ci siamo iscritte al sito di Ellis Island per fare una ricerca nel database: lei aveva dei parenti immigrati in America di cui ha trovato traccia, io invece non ho trovato nessuno col mio stesso cognome. La storia di questo luogo fa tremare i polsi e mi piacerebbe molto visitarlo 🙂

    Reply
    • Martina Sgorlon
      ChiaraPaglio
      8 Luglio 2016

      Ciao Chiara, anche io mi sono iscritta, così sono riuscita ad ottenere più informazioni 🙂
      Sei una delle poche persone che conosco non ha trovato risultati, ma, come dici tu, la storia di Ellis Island è ugualmente emozionante 🙂
      Sono felice che l’articolo ti sia piaciuto, un bacione ❤

      Reply
  • Valentina
    8 Luglio 2016

    Ellis Island é il mio grande rimpianto del viaggio a New York, l’isola non era accessibile per via dei danni causati dall’ uragano Sandy l’anno precedente. É stato molto bello provare s immaginare di visitarlo attraverso questo post. I cognomi comunque li ho cercati dal sito, ho cercato il mio, quello dei miei nonni sia materni che paterni che quelli di Salvatore, ce ne sono tantissimi Che sono partiti e che mia nonna paterna conosceva. Quando ha scoperto questa cosa é impazzita di gioia, mi ha fatto cercare mezzo paese!

    Reply
    • Martina Sgorlon
      Valentina
      8 Luglio 2016

      Ciao Valentina! Un vero peccato, ti auguro di tornarci presto e di riuscire a visitarla!
      Dev’essere stata un’emozione unica per tua nonna. Io ho trovato molti con i cognomi della mia famiglia e, anche se non so se siamo davvero parenti, mi tremavano le mani, lei invece era certa di conoscerli! Incredibile 🙂
      Ti mando un abbraccio forte, a presto ❤

      Reply

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