Vacanze in Cadore: tra paesini ed esperienze nel cuore delle Dolomiti bellunesi

Cadore: luoghi ed esperienze da non perdere durante una vacanza tra le Dolomiti. I consigli e le informazioni utili per organizzare il proprio viaggio.
Terra natale del Tiziano e abbracciato da alcune delle più belle vette delle Dolomiti, il Cadore è un concentrato di storia, cultura, arte, buon cibo e attività all’aria aperta. In questo post vi porto a scoprirlo e vi suggerisco cosa non perdere.
La storia del Cadore
Il Cadore, il cui nome sembra derivare dall’unione dei due termini celtici catu (battaglia) e brigum (roccaforte), è una regione “storico-geografica”, un territorio unito da cultura e tradizioni che affondano le loro radici in un passato antichissimo.
I primi ritrovamenti — come quello dello scheletro dell’Uomo di Mondeval risalente a più di 8mila anni fa e oggi conservato al museo di Selva di Cadore — hanno confermato la presenza umana sul territorio fin dalla Preistoria, ma secondo gli studiosi i primi a stabilirsi qui in pianta stabile furono i Reti, un’antica popolazione che abitava le aree montuose tra Italia e Austria. Anticipati da Paleoveneti, Galli e Carni, furono però i Romani a trasformare il territorio costruendo la strada che collegava la valle del fiume Piave da una parte con la pianura padana e l’Adriatico e dall’altra con l’antico Norico, un’area che comprendeva l’attuale Austria centrale, parte della Baviera e della Slovenia.
Dopo gli insediamenti di Eruli, Ostrogoti e Bizantini, il Cadore si unì al Regno Longobardo entrando infine a far parte dei territori del Patriarcato di Aquileia, della famiglia Colfosco e, per via ereditaria, di quella dei Da Camino.

Con la nascita degli Statuti comunali e dopo la morte dell’ultimo erede maschio dei Da Camino, le comunità cadorine si unirono dando vita alla Magnifica Comunità di Cadore, un’istituzione rappresentativa che riuscì a ottenere l’autonomia amministrativa dal 1337 al 1347, anno nel quale tornò sotto il Patriarcato di Aquileia.
Il potere temporale dei Patriarchi terminò con la Guerra tra la Repubblica di Venezia e il Regno d’Ungheria e più precisamene nel 1420, quando la Magnifica Comunità giurò all’unanimità la propria fedeltà alla Serenissima. È questo l’evento che segna una nuova svolta per il territorio, che da allora entra ufficialmente nell’orbita veneziana anche dal punto di vista economico grazie ai continui rifornimenti di legname per le navi della flotta lagunare. La situazione rimase invariata fino alla caduta della Repubblica avvenuta il 12 maggio 1797.

Da allora il Cadore seguì il destino del Veneto: passò all’Austria per decisione di Napoleone, entrò nel Regno Italico nel 1805 e tornò infine sotto il dominio austriaco fino al 1866, quando divenne parte invece nel neonato Regno d’Italia dopo aver combattuto attivamente durante il Risorgimento, azione che valse al comune di Pieve di Cadore la medaglia d’oro al valore militare nel 1898.
Il Cadore si distinse anche durante la Prima Guerra Mondiale, quando fu teatro di una guerra di posizione testimoniata ancora oggi dalle numerose gallerie e dai punti di osservazione scavati nelle rocce dolomitiche, e durante la Seconda, quando fu prima annesso al Reich e poi liberato dai partigiani prima del 25 aprile.

Cosa vedere in Cadore: le esperienze da non perdere
Oggi il Cadore è un’importante zona turistica circondata dalle Dolomiti e da alcuni dei sistemi montuosi più affascinanti della provincia di Belluno: da una parte il massiccio del monte Pelmo, prima conquista dell’alpinismo dolomitico grazie all’ascesa di John Ball nel 1857; dall’altra il sistema del gruppo del Sorapiss e del monte Antelao (3.264 metri), seconda vetta più alta delle Dolomiti dopo la Marmolada.
Grazie alle numerose attività outdoor, che spaziano dallo sci al trekking, passando per il pattinaggio sul ghiaccio, lo snowkite, l’arrampicata e il biking, il Cadore è una meta frequentata sia in inverno che in estate e che offre numerose opportunità e spunti anche a chi alle attività all’aria aperta vuole unire un po’ di arte, storia e cultura. Ecco alcuni luoghi da non perdere durante una vacanza in Cadore.

Pieve di Cadore
Capoluogo storico del Cadore e sede della Magnifica Comunità, Pieve di Cadore è la città natale di Tiziano Vecellio, uno dei massimi esponenti della scuola pittorica veneziana, oggi sepolto nella Basilica dei Frari a Venezia.
Cuore della cittadina è Piazza Tiziano, arricchita con una statua dedicata all’artista e sulla quale si affaccia il Palazzo della Magnifica Comunità, che oggi ospita il Museo Archeologico Cadorino (MARC). La casa natale del pittore, invece, si trova a pochi passi e attualmente è un piccolo museo a lui dedicato, con qualche arredo, alcuni pannelli informativi e oggetti che aiutano a ricostruire la sua vita e la sua arte; una delle sue opere è invece attualmente conservata nella chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente. Ultimo, ma non meno importante, il Museo dell’Occhiale, che dal 1990 racconta la lunghissima tradizione dell’ottica cadorina ed è dedicato all’evoluzione storica e tecnologica degli occhiali dal Medioevo al Novecento.
Per gli amanti della natura, invece, da Pieve di Cadore parte una camminata che conduce fino al punto panoramico ribattezzato balcone di Vedorcia, mentre a lato della Casa del Tiziano parte il percorso che conduce al Forte di Montericco, un castello di epoca romana sfruttato anche durante la Prima Guerra Mondiale e che per anni fu sede del Capitano mandato dalla Serenissima.

Valle di Cadore
Il piccolo comune di Valle di Cadore conta meno di 2000 abitanti, ma vanta una storia antichissima oggi testimoniata da quello che resta dell’Antica Strada Regia, che collegava la pianura con il Tirolo, e dai palazzi di via Romana, che ancora oggi presentano stemmi, affreschi e disegni che regalano angoli particolarmente suggestivi.
Via Romana, soprattutto, porta alla chiesa di San Martino Vescovo, eretta su uno sperone roccioso a strapiombo sulla Valle del Boite e ricostruita nella prima metà del Settecento dopo la demolizione di un primo edificio nel 1509. Attualmente la chiesa è inagibile a causa delle condizioni precarie del terreno sul quale sorge, ma potete ammirarla in tutta sicurezza dal punto panoramico vicino alla Chiesa di Santa Maria della Pietà.
Per gli appassionati di storia, infine, c’è la strada dei forti nei pressi della località Venas, un’area che durante la Prima Guerra Mondiale vide sorgere numerose fortificazioni per impedire agli austriaci di raggiungere i centri abitati.

Vodo di Cadore
Vodo di Cadore, che conta meno di 1000 abitanti, è uno dei comuni più piccoli del Cadore, ma vanta due cittadini d’eccezione: Giuseppe Talamini, nato qui nel 1845 e fondatore de Il Gazzettino, il principale quotidiano del Triveneto; e Italo Pietro Marchioni, nato in località Peaio nel 1868 e inventore del cono gelato che ha contribuito a esportare la tradizione del gelato artigianale bellunese oltreoceano.
Il Cadore, come la Val di Zoldo, è infatti terra di gelatai, molti dei quali emigrati in altri paesi (Germania e Austria in primis), e tra loro c’era anche Marchioni, che si trasferì negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento. Nel 1896, Marchiony, come si faceva chiamare negli USA, iniziò a usare cialde arrotolate per servire i suoi gelati e poco dopo fondò una fabbrica tutta sua di coni e cialde a Hoboken (New Jersey) brevettando il macchinario per realizzarli nel 1903. Oggi a due passi dalla chiesa della frazione c’è un monumento a lui dedicato
All’interno del comune di Vodo di Cadore c’è anche la frazione di Vinigo, una terrazza sulle Dolomiti che racchiude un piccolo tesoro: la Chiesa di San Giovanni Battista. Eretto nel 1376, l’edificio è oggi monumento nazionale sotto il controllo della Soprintendenza di Venezia e al suo interno racchiude, circondata da pareti e soffitti riccamente decorati, una pala d’altare realizzata da Francesco Vecellio, fratello del Tiziano.

Borca di Cadore
Borca di Cadore, che vanta una delle più belle viste sul monte Pelmo, ospita il Museo di Storia Naturale Olimpia Perini, dove è esposta una raccolta di flora e fauna locale, ma anche reperti geologici dell’area delle Dolomiti.
A un paio di chilometri dal centro, invece, sorge Corte di Cadore, un ex Villaggio ENI realizzato tra il 1954 e il 1963 e voluto da Enrico Mattei come colonia estiva per i dipendenti della società; il progetto all’epoca fu affidato a Edoardo Gellner, in collaborazione con Carlo Scarpa. L’ambiente è un po’ surreale, con edifici e casette in legno nascosti tra gli alberi e una chiesa modernissima, quella di Nostra Signora del Cadore, che crea un netto contrasto con tutte le altre presenti sul territorio. Dopo anni di abbandono, il villaggio è ora parte del Progettoborca, che si occupa della sua valorizzazione, e ospita eventi e mostre.
Nell’area di Borca di Cadore, infine, rientrano anche il rifugio Città di Fiume, del quale vi ho parlato in un altro post, e la Cascata di Cancia, dove l’acqua compie un salto di alcune decine di metri in un contesto naturalistico immacolato.

San Vito di Cadore
San Vito di Cadore è uno dei principali centri di villeggiatura della zona, l’ultimo che si incontra lungo la strada principale che attraversa il territorio prima di arrivare alla celeberrima Cortina d’Ampezzo.
Punto di partenza per numerose escursioni naturalistiche e centro sciistico, il comune ruota intorno alle sue due chiese: la chiesa dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia, che ospita una pala d’altare realizzata da Francesco Vecellio, e la più piccola Chiesa della Madonna della Difesa. Quest’ultima è una chicca interamente decorata che, attraverso i suoi affreschi, racconta la battaglia del 1411 tra le truppe del Patriarcato di Aquileia e quelle di Sigismondo di Lussemburgo; purtroppo al suo interno non si possono scattare fotografie.
Oltre a questi antichi edifici, il comune di San Vito ospita anche il Museo Etnografico e delle Tradizioni Popolari, allestito all’interno dell’ex stazione, e il piccolo lago di Mosigo, dove sono presenti campi sportivi e un parco giochi che lo rendono un luogo perfetto per trascorrere qualche ora di relax con i bambini senza dover necessariamente utilizzare l’auto.

Altri luoghi da scoprire durante una vacanza in Cadore
I luoghi di cui vi ho parlato sono solo alcuni dei comuni del Cadore che potete scoprire durante il vostro viaggio. Oltre a loro, infatti, ci sono anche Domegge, sul Lago Centro Cadore, e Perarolo, con la sua Casa dei Trofei, che oggi ospita il Museo del Cidolo e del Legname, ma anche Calalzo, dove immergersi nella natura della sorgente termale di Lagole.
A loro si aggiungono Zoppè, con la sua antica tradizione carbonaia della quale vi parlavo nel post dedicato al Rifugio Venezia, e Cibiana, con il passo che collega la Valle del Boite alla Val Zoldana, i suoi murales e il Monte Rite, con il Messner Mountain Museum Dolomites, noto anche come Museo delle Nuvole.

Informazioni utili per una vacanza in Cadore
Per maggiori informazioni sulla zona, sugli sport praticabili, sulla ski area o sulle tante esperienze che si possono vivere in Cadore vi suggerisco di visitare il sito Dolomiti.org, dove sono segnalati anche numerosi ristoranti e alcuni dei piatti tipici da assaggiare durante il vostro soggiorno, come i casunziei o il capriolo in salmì.

Come spostarsi
Il mezzo più comodo per spostarsi in Cadore è senza dubbio l’auto, che garantisce libertà di movimento e vi permetterà di raggiungere tutti i luoghi citati in questo post e non solo. In alternativa, però, potete anche sfruttare i mezzi pubblici come gli autobus Dolomiti Bus, che collegano tutti i paesi della zona, la stazione ferroviaria di Calalzo, l’autostazione di Cortina d’Ampezzo e, in estate, i Passi Dolomitici (come Falzarego, Giau e Tre Croci). La stazione di Calalzo, inoltre, collega la zona via treno con Treviso, Venezia Santa Lucia e Belluno, solo per citare i tre principali capolinea.
Se il tempo lo consente, infine, tutti i paesi del Cadore sono collegati dalla pista ciclo-pedonale “Lunga via delle Dolomiti”, che vi permette di spostarvi comodamente in bicicletta da un comune all’altro ed è considerata una delle piste ciclabili più belle d’Europa; le bici si possono anche noleggiare in loco, anche attraverso alcuni alberghi, se siete ospiti.
La Guest Card
Per permettere ai visitatori di spostarsi in comodità e risparmiando, l’ente provinciale ha creato la Guest Card, una carta turistica utilizzabile esclusivamente dai non residenti in provincia di Belluno e che ha validità di 3 o 8 giorni consecutivi. La tessera vi dà la possibilità di utilizzare i mezzi extraurbani e i mezzi urbani di Belluno, Auronzo e Pieve di Cadore senza limiti di corse, fasce orarie o distanze.

Dove dormire in Cadore
Durante il mio viaggio in Cadore sono stata ospite dell’Hotel Fiori Dolomites Experience*, una struttura nel centro di San Vito di Cadore e rinomata per la sua ricchissima pasticceria. L’albergo ha spazi comuni e camere curati nei minimi dettagli, un’area wellness con sauna e bagno turco, ideale sia dopo una giornata di trekking che dopo una trascorsa sulle piste, e un personale incredibilmente gentile e attento.
L’hotel, inoltre, ogni mattina distribuisce agli ospiti un “giornalino” con, tra le varie informazioni, il meteo previsto per la giornata, un’escursione consigliata, l’aperitivo suggerito per l’happy hour e il drink del giorno per concludere la serata. A questo si aggiunge il servizio di “packet lunch”, che permette agli ospiti di ritirare il pranzo al sacco preparato dalla cucina prima di partire per un’escursione: l’ideale per i camminatori.
Le foto presenti all’interno del post sono state scattate con una Canon 80D*, con obiettivo Canon 24mm* e Canon 10-18mm*, e con un iPhone 11 Pro*. Trovate tutte le altre sul mio album su Flickr.