Il Teatro alla Scala di Milano: storia, curiosità e informazioni utili per la visita

Il Teatro alla Scala di Milano: alla scoperta di uno dei teatri più belli e famosi del mondo. La sua storia, le informazioni utili per la visita e alcune curiosità.
Il Teatro alla Scala è il più importante teatro d’opera di Milano, nonché uno dei teatri più prestigiosi del mondo. In questo post vi racconto la sua storia, condivido tutte le informazioni utili per ammirare la sala e per visitare il Museo Teatrale e alcune curiosità per arricchire la visita.
La storia del Teatro alla Scala
Prima della costruzione del Teatro alla Scala, per assistere agli spettacoli o ascoltare le opere più celebri del panorama artistico europeo, la nobiltà milanese si riuniva nei teatri di corte, come il Regio Ducal Teatro, all’interno del Palazzo Reale.
Quando il 26 febbraio 1776 l’edificio fu distrutto da un incendio, le famiglie patrizie milanesi, allora proprietarie delle quote dei palchi — all’epoca i teatri venivano usati dalla nobiltà anche per feste, eventi e gioco d’azzardo —, chiesero a Maria Teresa d’Austria di costruire un nuovo teatro: loro, in cambio del rinnovo della proprietà, avrebbero sostenuto il progetto pagando gran parte delle spese.
L’imperatrice acconsentì e il compito fu affidato all’architetto Giuseppe Piermarini, già responsabile della Villa Reale di Monza, che per quest’occasione si ispirò al teatro di corte della Reggia di Caserta e al Teatro San Carlo di Napoli.

L’edificio prese vita lo stesso anno con la demolizione, il 5 agosto 1776, della chiesa di Santa Maria alla Scala. Il luogo di culto, costruito nel Quattordicesimo secolo, era stato battezzato in onore di Beatrice Regina della Scala (1331-1384), figlia di Mastino II, signore di Verona e Vicenza, e moglie di Bernabò Visconti.
Due anni dopo, il 3 agosto 1778, il “Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala” fu inaugurato con la prima de L’Europa riconosciuta di Antonio Salieri.

Con l’arrivo del Diciannovesimo secolo e le innovazioni tecnologiche, la Scala subì numerosi ampliamenti e modifiche. A cambiare, però, furono soprattutto le abitudini degli spettatori e dei frequentatori del teatro: nel pubblico comparvero anche borghesi e artigiani, si abbandonarono le feste e il gioco d’azzardo, si diede più spazio al Melodramma italiano e arrivarono i concerti violinistici di Niccolò Paganini, le prime di Rossini e di Donizetti e l’esordio di Giuseppe Verdi, avvenuto nel 1839.
Esco ora dalla Scala […] È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri […] Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo.
Stendhal, Roma, Napoli e Firenze, 26 settembre 1816
Dopo la ritirata austriaca e l’Unità d’Italia, il Teatro passò nelle mani del Comune di Milano e ci fu l’installazione delle prime poltrone fisse in platea e dell’illuminazione elettrica — nel 1883 la Scala fu il primo edificio pubblico milanese a essere illuminato —; è in questi anni che si assistette anche all’esordio di Giacomo Puccini (1889). Nonostante i numerosi successi, però, a causa della forte crisi sociale dell’epoca, la Municipalità fu poi costretta a sospendere il proprio sostegno economico e il 7 dicembre 1897 il Teatro chiuse le sue porte.
Il 26 dicembre 1898, grazie ai fondi privati (come quelli di Guido Visconti di Modrone), la Scala riaprì, inaugurando una nuova stagione con I maestri cantori di Norimberga opera diretta da Arturo Toscanini.

Il Novecento
A causa della Prima Guerra Mondiale il teatro affrontò un nuovo momento di crisi, perché nel 1918, dopo la fine del conflitto, la famiglia Visconti di Modrone fu messa in ginocchio da problemi economici e fu costretta a interrompere i finanziamenti. Due anni dopo, però, grazie alle nuove sovvenzioni comunali e statali e al denaro raccolto attraverso una sottoscrizione promossa dal Corriere della Sera, nacque l’Ente Autonomo Teatro alla Scala che trasformò il polo culturale in una realtà autonoma.
Anche il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale non risparmiarono il teatro: prima le pressioni politiche obbligarono Toscanini, allora direttore musicale, ad abbandonare Milano, poi, durante i bombardamenti alleati sulla città, l’edificio fu gravemente danneggiato.
Non potemmo che piangere. Dall’inizio della guerra facevamo spettacoli per militari e feriti, da quel momento il nuovo grande ferito era La Scala.
Nicola Benois, scenografo del Teatro

La ricostruzione partì poco dopo, ma nel frattempo gli spettacoli vennero ospitati all’interno di altri teatri della regione, come il Teatro Lirico di Milano, il Sociale di Como o il “Gaetano Donizetti” di Bergamo.
Al termine dei lavori, nel maggio del 1946, la Scala celebrò la sua rinascita, guidata ancora una volta da Toscanini, dando il via a decenni di successi e grandi nomi: da Maria Callas a Mario Del Monaco, da Giorgio Strehler a Luchino Visconti e Franco Zeffirelli.
Quella sera [Toscanini] non dirigeva soltanto per i tremila che avevano potuto pagarsi un posto in teatro: dirigeva anche per tutta la folla che occupava in quel momento le piazze vicine, davanti alle batterie degli altoparlanti.
Filippo Sacchi, giornalista
Negli anni Novanta nacquero poi l’Accademia del Teatro alla Scala (fondata come scuola nel 1991 e diventata accademia nel 2001) e la Fondazione Teatro alla Scala (1996) e vennero avviati nuovi importanti restauri che continuarono anche nei primi anni Duemila.

Visitare il Teatro alla Scala e il suo museo
Oggi il Teatro alla Scala, con i suoi oltre 2000 posti a sedere, apre le sue porte ad appassionati e visitatori sia in occasione degli spettacoli che in occasione di alcune prove, ma per scoprire la sua storia e per vedere il palco dall’alto è possibile anche visitare il Museo Teatrale.
La collezione è esposta all’interno dell’adiacente Casino Ricordi: un edificio costruito per ospitare i membri della Nobile Associazione dei Palchettisti e poi, dal 1850 al 1913, affittato e occupato dall’editore Ricordi, specializzato in libretti dell’opera.

Il Museo Teatrale alla Scala, nato dalla raccolta privata dell’antiquario parigino Giulio Sambon e inaugurato l’8 marzo 1913, racconta attraverso bozzetti scenografici, dipinti, ritratti, strumenti musicali, busti e sculture la storia dello spettacolo, del teatro milanese e di alcune delle figure che hanno calcato il suo palco e che hanno lavorato dietro le quinte.
Il percorso si sviluppa attraverso quattordici sale — quasi tutte arricchite con pannelli interattivi — a partire dal foyer, uno spazio caratterizzato da tre grandi lampadari in cristallo e dai busti di compositori e musicisti come Giacomo Puccini e Arturo Toscanini.

Da qui si può poi accedere alla sala principale, visibile dai palchi, sovrastata da un lampadario con ben 383 lampadine donato dai maestri vetrai di Murano per sostituire quello andato distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
A seconda del programma della stagione, il teatro potrebbe essere non accessibile, parzialmente illuminato o completamente illuminato; per organizzare al meglio la vostra visita vi consiglio di visitare la pagina Bestview del sito ufficiale, dove trovate il calendario aggiornato.

Informazioni utili per la visita
Il teatro si trova in Piazza della Scala e può essere raggiunto con la metropolitana delle linee M1 (fermata Duomo o Cordusio) e M3 (fermate Duomo o Montenapoleone); in alternativa potete usare i tram della linea 1 (fermata Teatro Alla Scala). Per scoprire come muoversi a Milano vi consiglio di leggere il post dedicato.
Il Museo Teatrale alla Scala è aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 17.30, con ultimo accesso previsto per le 17.00. Chiuso il giorno di Sant’Ambrogio (7 dicembre), il 25 e il 26 dicembre, il 1 gennaio, la domenica di Pasqua, il 1 maggio e il 15 agosto; il 24 e il 31 dicembre gli orari sono ridotti e l’ultimo ingresso è previsto per le 14.30 (con chiusura alle 15.00). L’ingresso si trova sulla sinistra rispetto all’accesso principale del teatro.
Il biglietto costa 12,00€ a tariffa intera e 8,00€ a tariffa ridotta per under 25, over 65, possessori di un biglietto Gallerie d’Italia e Amici di Brera. È disponibile anche un ticket famiglia valido per due adulti e uno o due bambini sotto i 12 anni: il costo totale è di 18,00€. I bambini sotto i 12 anni, le persone diversamente abili e gli accompagnatori entrano gratuitamente. L’ingresso è gratuito anche per i possessori di Milan Pass* e di Abbonamento Musei Lombardia.

Visite guidate
La visita può essere fatta in autonomia o con una delle guide (a partire da 25,00€): alle 10.30 è prevista in francese, alle 13.00 in italiano e/o in francese, alle 16.00 in inglese; l’esperienza di 60 minuti può essere prenotata sul sito del Teatro o a questo link*, quella da 90 minuti la trovate invece a questo link*.
Un’altra opzione è quella che prevede anche la visita guidata ai Laboratori Ansaldo (zona Navigli, metro M2), dove prendono vita le scenografie e i costumi usati durante gli spettacoli. Tutte le informazioni utili sulle visite organizzate all’interno del teatro sono disponibili sul sito ufficiale.
Infine, sappiate che c’è anche la possibilità di prenotare un tour guidato che comprende sia la visita al Teatro alla Scala che al Duomo di Milano, come quello che trovate qui* o, con le terrazze, qui*.
Alcune curiosità sul Teatro alla Scala di Milano
Il Teatro alla Scala è un luogo pieno di storie da raccontare, di chicche e di segreti che si scoprono solo con una visita approfondita, ma, in attesa di entrare nelle sue sale, ecco alcune curiosità che forse non sapevate sul teatro meneghino.
Il gioco d’azzardo (e Alessandro Manzoni)
Come anticipato, nei ridotti dei teatri era pratica comune giocare d’azzardo e la Scala non faceva eccezione.
Tra i frequentatori dei tavoli della roulette pare ci fosse anche Alessandro Manzoni, un appassionato giocatore che però, secondo le cronache, fu “salvato” dal poeta Vincenzo Monti, che un giorno gli disse “Vogliamo fare de’ bei versi, se continuate a questo modo!”. Da allora smise di giocare e si dedicò sempre di più alla letteratura.
La recente “buca” del Teatro alla Scala
Dall’inaugurazione nel 1778 fino agli inizi del Novecento, al Teatro alla Scala l’orchestra suonava di fronte al pubblico, spesso ostruendo parzialmente la visuale.
Nel 1907, però, tutto cambiò con la costruzione della “buca” o “golfo mistico“, lo spazio ribassato ancora oggi destinato ai musicisti e che fu introdotto per la prima volta nel 1784 nel teatro francese di Besançon.

Una questione di acustica
Il Teatro alla Scala vanta da sempre una delle acustiche migliori del mondo, una qualità che lo caratterizza fin dalla sua costruzione, quando l’architetto Piermarini decise di realizzare una volta in legno — che agisse da cassa di risonanza naturale — e di ridurre al minimo le dimensioni delle colonne presenti tra i vari palchi.
Nel corso dei secoli il teatro ha inoltre subìto ulteriori migliorie, come l’inclinazione del piano della platea e la rimozione della moquette.
Una facciata rimasta intatta
Nonostante le numerose modifiche apportate nei secoli, il teatro meneghino vanta un elemento rimasto pressoché invariato rispetto al progetto originale: la facciata. Uniche aggiunte, infatti, sono i due corpi laterali terrazzati costruiti nel 1835.
A mutare radicalmente fu invece il contesto urbano circostante: l’attuale Piazza della Scala, infatti, fu aperta solo nel 1858, mentre prima il teatro si affacciava su una strada molto stretta; ecco perché l’edificio fu progettato dal Piermarini con una prospettiva di scorcio e non frontale.
I costi dei biglietti (e delle sedie)
Fino al 1797, per assistere agli spettacoli della Scala era necessario acquistare due biglietti: uno per accedere al teatro e uno per la seduta in platea.
Chi accedeva a quest’ultima poteva infatti scegliere di pagare un sovrapprezzo per potersi accomodare nelle “sedie fisse” o “chiuse”, ossia le poltrone dotate di chiavi che consentivano di chiudere e riservare la seduta; il prezzo variava a seconda della fila: tre fiorini per la prima e la seconda, due per la terza e la quarta e un fiorino per le ultime due file. Chi, invece, non voleva sedersi, poteva occupare gratuitamente uno dei posti in piedi, chiamati “sedie volanti“.
La stagione teatrale
Fino agli anni Venti del Novecento la Scala vantava una stagione teatrale piuttosto ridotta: si apriva il giorno di Santo Stefano (26 dicembre) e si chiudeva alla vigilia della settimana di Carnevale e vedeva per lo più la messa in scena di opere serie. A questa si affiancavano stagioni più brevi dedicate alle commedie, che però erano soggette alle richieste del pubblico.
Tutto cambiò nel 1920 e da allora l’attività si svolge in maniera quasi continuativa.

La Prima per antonomasia
Per quasi 150 anni la Prima del Teatro alla Scala si tenne il 26 dicembre, ma nel 1940 (e poi stabilmente dal 1951) l’evento fu spostato al 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Oggi l’appuntamento è un vero e proprio evento istituzionale che attira alcune delle più importanti figure della cultura e della politica non solo italiana, ma anche europea.
Dal 1951 l’evento è stato annullato solo una volta: nel 2020, quando a causa della pandemia si è tenuto un concerto a porte chiuse intitolato A riveder le stelle.
Di tanti palpiti e di tante pene è davvero cosparso il cammino che conduce non a una semplice prima, ma alla Prima per antonomasia.
Placido Domingo
Il debutto di Maria Callas
Così come Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, anche Maria Callas debuttò proprio al Teatro alla Scala: era il 1950 e l’artista saliva sul palco per sostituire la collega Renata Tebaldi nell’Aida diretta da Franco Capuana.
Qualche mese dopo, il 7 dicembre 1951, in occasione della Prima che avrebbe dato il via alla stagione teatrale 1951-1952, il soprano greco ebbe il suo primo trionfo interpretando la Duchessa Elena ne I vespri siciliani, opera che quell’anno fu diretta da Victor de Sabata.
Vi piacerebbe visitare il Teatro alla Scala e il suo museo? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!

Per vedere tutte le foto scattate a Milano (con un iPhone 11 Pro* e una Canon 80D*), sfogliate il mio album su Flickr.
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