Sicilia nascosta: tre luoghi da scoprire al di fuori dei soliti itinerari turistici

Sicilia nascosta: vi porto a scoprire tre luoghi insoliti e poco conosciuti lontani dai soliti itinerari turistici. Un viaggio nelle provincie di Messina e Catania.
Questa regione ha tantissimi percorsi e luoghi splendidi, come vi dicevo nel post dedicato a cosa vedere in Sicilia, ma nessun viaggio è completo senza aver scoperto anche solo uno dei tantissimi pezzi che compongono la Sicilia nascosta.
Sicilia nascosta: tre luoghi da non perdere
È una terra con un passato ricco di eventi e movimentato, dove ogni provincia e ogni comune ha le sue leggende, i suoi racconti da tramandare. Basta allontanarsi un po’ dai soliti itinerari turistici per scoprire dei veri e propri tesori storici e naturalistici che regalano al viaggio un tocco di particolarità in più.
Durante il mio viaggio, dopo aver visitato la Sicilia de Il Padrino, sono andata alla scoperta di tre luoghi più o meno nascosti tra le province di Messina e di Catania. Tre volti diversi di una Sicilia orientale tutta da esplorare. Ecco quali.

Abbazia dei S.S. Pietro e Paolo d’Agrò
L’Abbazia dei S.S. Pietro e Paolo d’Agrò si trova nel comune di Casalvecchio Siculo, non lontana dal torrente Agrò, e ha una storica antica e travagliata.
Il primo edificio fu eretto nel 560 da frati basiliani, ma venne distrutto qualche decennio dopo dagli arabi. Nel Dodicesimo secolo i normanni, guidati dal Conte Ruggero e da suo figlio Ruggero II, lo ricostruirono e la chiesa venne consacrata nel 1178. L’abbazia aveva un ruolo fondamentale sul territorio, tanto da governare anche sul vicino comune di Forza D’Agrò.

Proprio per il suo passato, la struttura è tipicamente normanna, squadrata e massiccia, con alcuni dettagli legati però all’arte araba e bizantina. L’esterno dell’edificio è composto da mattoni di diverso colore realizzati con pietra lavica, arenaria e roccia calcarea, mentre l’interno è spoglio, ma imponente, con un’ampia navata centrale coperta da due cupole; qui sono conservate anche le reliquie dei Santi dai quali la chiesa prende il nome.
È un luogo affascinante, così particolare che sembra essere caduto dal cielo. Lo si trova quasi in mezzo al nulla, diverso da ogni altro edificio della zona e non può non incuriosire.
L’abbazia è aperta tutti i giorni, anche i festivi, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00.

Santuario della Madonna dell’Aiuto
Il Santuario della Madonna dell’Aiuto si trova sulla cima del monte Kalfa, all’interno del comune di Roccafiorita, in provincia di Messina. Dai suoi 1000 metri sul livello del mare si può godere di una vista splendida sull’Etna, sui pendii della Sicilia orientale e su alcuni tratti di costa.
Nel 1923 tre bambini di Roccafiorita, Alessandro, Carmelo e Filippo Occhino, comprarono una statuetta della Madonna alla fiera dei S.S. Pietro e Paolo d’Agrò. La misero su un piccolo altarino lungo la via principale del paese e decisero che un giorno ne avrebbero fatta realizzare una più grande, dedicandole una nuova chiesa.

Nel 1942, Carmelo era un Sergente Maggiore dell’Aeronautica impegnato nella Seconda Guerra Mondiale. Durante una battaglia, si trovò circondato dal fuoco nemico e invocò l’aiuto della Madonna. Il bombardamento cessò e lui si salvò.
Una volta tornato a Roma, commissionò una statua dedicata alla Madonna dell’Aiuto, che venne pagata con il sostegno economico degli altri soldati suoi compaesani. Fu benedetta da Papa Pio XII e, dopo non poche difficoltà, arrivò prima a Gallodoro e poi a Roccafiorita. Nel 1950 fu inaugurato il Santuario che ancora oggi osserva tutto dall’alto.
Per raggiungere il Santuario della Madonna dell’Aiuto bisogna prima attraversare Roccafiorita e poi seguire le indicazioni. La strada è ricca di tornanti, ma facilmente percorribile in auto.

Il Castagno dei Cento Cavalli
Il Castagno dei Cento Cavalli è un antichissimo albero che si trova a Sant’Alfio, un paesino ai piedi dell’Etna in provincia di Catania. Con i suoi 22 metri di perimetro è l’albero più grande d’Italia e uno dei più antichi d’Europa. La sua età non è chiara, ma secondo gli studiosi è compresa tra i duemila e i quattromila anni. Anche se a prima vista può sembrare ci siano più alberi, in realtà la pianta è una sola: una parte del tronco si trova ora sotto terra, mentre l’altra è stata colpita da un incendio, apparentemente doloso, negli anni Venti.
Il castagno deve il suo nome ad una leggenda. Si racconta, infatti, che un giorno, durante una battuta di caccia, una regina che passava di lì con il suo seguito fu sorpresa da un forte temporale che durò una notte intera. Il gruppo e i cento cavalli si ripararono così sotto le ampie fronde dell’albero, dove trovarono tranquillamente posto.
Una volta arrivati a Sant’Alfio, troverete molte indicazioni che vi condurranno senza problemi al Castagno dei Cento Cavalli. Lì dovrete lasciare l’auto in un parcheggio gratuito, dove c’è anche un punto ristoro, e proseguire per qualche metro a piedi fino all’albero. La pianta è protetta da una ringhiera.

Dove dormire in Sicilia
Durante il mio viaggio in Sicilia ho soggiornato la maggior parte del tempo a Gallodoro, un piccolo paesino sopraelevato nella zona di Taormina e Letojanni. Io sono stata ospite di conoscenti, quindi non saprei darvi consigli specifici sugli alloggi, ma sono sicura che dando un’occhiata alla mappa* qui sotto potete trovare la soluzione adatta a voi.
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Conoscete altri luoghi in questa zona che consigliereste per scoprire la Sicilia nascosta? Se avete domande, dubbi o suggerimenti, lasciate un commento!
Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.
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