Shortbread: la ricetta e alcune curiosità sui tipici biscotti scozzesi

Shortbread: la ricetta per realizzare i tradizionali biscotti scozzesi e alcune curiosità legate alla loro storia. Pronti a mettere le mani in pasta?
Gli shortbread sono tra i più tipici dolci scozzesi, perfetti insieme a una tazza di tè nero, magari Earl Grey, o con una tazza di caffè. Soprattutto, sono semplicissimi da preparare e perfetti per le festività. Ecco la loro storia e la loro ricetta.

Gli shortbread: storia e curiosità
Tipici della Scozia, ma oggi diffusi in tutto il Regno Unito, gli shortbread devono il loro nome alla texture friabile e all’elevata quantità di grasso; nelle cucine inglesi, infatti, la parola short indica anche la massiccia presenza di burro nelle ricette senza agenti lievitanti e viene utilizzata come sinonimo di crumbly, ossia friabile.
Gli shortbread più tradizionali sono spesso di forma rettangolare, tanto che vengono chiamati anche shortbread fingers, ma non mancano quelli tondi o quelli coppati, magari a forma di cuore o a tema natalizio, a seconda dell’occasione.

Tanto semplici quanto buoni e amati dalla regina Mary Stuart, la loro ricetta circola nel paese fin dal Medioevo, pur con qualche variante, ma fu stampata per la prima volta solo nel 1736, perché nei secoli precedenti erano considerati biscotti “di lusso” a causa del costo degli ingredienti.
Proprio per questo venivano preparati soprattutto in occasione del Natale, dell’Hogmanay (il Capodanno) e dei matrimoni, quando uno shortbread grande quanto una torta veniva rotto sopra la testa della sposa prima di entrare nella nuova casa come buon augurio.

La ricetta degli shortbread
Oggi gli shortbread ormai si preparano e si consumano tutto l’anno, complice anche la loro semplicità. Per prepararli, infatti, bastano pochissimi ingredienti e meno di dieci minuti (ai quali poi si aggiungono i 60 in frigo e i 20 in cottura). Ecco di cosa avrete bisogno:
- 300 gr di farina
- 200 gr di burro
- 100 gr di zucchero
- 1 pizzico di sale
Se volete realizzare più o meno impasto ricordate sempre che la regola è 1 parte di zucchero, 2 di burro e 3 di farina.

La preparazione
Dopo aver pesato gli ingredienti, tagliate il burro a pezzettini e unitelo, ancora freddo, alla farina, allo zucchero e al pizzico di sale mescolando il tutto fino a ottenere un impasto omogeneo. Molte ricette che si trovano online suggeriscono di usare un’impastatrice, ma vi assicuro, per esperienza personale, che l’impasto si prepara benissimo anche a mano.
Una volta formata una palla, riponete l’impasto in frigo per almeno un’ora e ricordatevi di avvolgerlo nella pellicola trasparente per isolarlo da possibili odori o aromi.

Trascorsi i 60 minuti, estraete la palla dal frigo, posatela tra due fogli di carta forno e, con un mattarello, stendetela fino a ottenere un “foglio” alto circa 1 centimetro. Non avendo al loro interno agenti lievitanti, i biscotti non cresceranno in altezza, quindi non assottigliate troppo l’impasto.
A questo punto non vi resta che scegliere la forma dei vostri shortbread: rettangolari per un biscotto più tradizionale, coppati con le formine per un risultato più creativo. Ultimo tocco i tipici forellini, che potete fare con i rebbi di una forchetta, con uno stuzzicadenti o con una bacchetta giapponese e che servono per far asciugare prima i biscotti.

Una volta tagliati, riponete i biscotti su una teglia ricoperta di cartaforno ricordandovi di distanziarli per evitare che si tocchino durante la cottura.
Gli shortbread vanno poi infornati a 180° per circa 15-20 minuti; la ricetta tradizionale li vuole appena dorati, ma a questo punto vi suggerisco di seguire i vostri gusti. Una volta pronti, lasciateli raffreddare e poi conservateli possibilmente in una scatola di latta con un po’ di carta da cucina sul fondo.

Le varianti
Quella che vi ho presentato è la ricetta più tradizionale, ma esistono alcune varianti.
In alcuni casi la farina 00 viene mescolata a quella di riso, di mandorle o all’amido di mais per un risultato più morbido; in altri, invece, lo zucchero bianco viene affiancato da quello di canna o dallo zucchero a velo. L’importante è mantenere sempre la proporzione 3-2-1 della quale vi parlavo prima.

Avete mai preparato gli shortbread? Conoscete altre varianti? Lasciate un commento!
Tutte le foto presenti nel post sono state scattate con una Canon 80D* con obiettivo Tamron 70-300* e un iPhone 11 Pro*. Per vedere tutte le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.
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