Santorini, Grecia: cosa vedere e tutte le informazioni per scoprire quest’angolo delle Cicladi

Santorini, Grecia: cosa vedere in tre o quattro giorni sull’isola delle Cicladi. I luoghi da non perdere e tutte le informazioni utili per il viaggio.
Santorini era uno dei miei sogni di viaggio, un luogo che volevo scoprire da tempo. Dopo averla raggiunta e dopo essermi riempita gli occhi di bianco e di blu, in questo post vi porto a scoprirla e vi racconto cosa vedere in tre o quattro giorni. Buon viaggio!
La storia di Santorini
Santorini (Σαντορίνη, in greco) o Thira (Θήρα), secondo la denominazione ufficiale, è un piccolo arcipelago composto da cinque diverse isole: Santorini, la principale e quella che gli dà il nome, Therasia, Nea Kameni, Palea Kameni e Aspronisi (oggi proprietà privata); solo le prime due sono abitate.
Appartenente al più ampio gruppo delle Cicladi, Santorini è ciò che rimane di un antichissimo vulcano, oggi dormiente. Quello che noi vediamo come un arcipelago ad anello, infatti, un tempo era un’unica isola di forma circolare, ma tutto cambiò tra il 1627 e il 1600 a.C., quando quella che fu definita dagli esperti la più “devastante eruzione avvenuta in Europa in epoca storica” fece collassare il cratere centrale, poi invaso dal mare. Oggi, il cuore azzurro di Santorini, con le vulcaniche Nea Kameni e Palea Kameni nel mezzo, è noto come caldera.
Quasi certamente anticipata da una serie di scosse di terremoto, l’esplosione provocò conseguenze a migliaia di chilometri di distanza — basti pensare che i fumi e le ceneri trasportate dal vento raggiunsero anche la Scandinavia e la Cina — e oggi viene considerata l’evento che portò alla fine della civiltà minoica, che aveva il suo cuore nella vicina Creta e su Santorini aveva uno dei suoi centri principali: Akrotiri.

Dopo l’eruzione, Santorini rimase disabitata a lungo e per secoli fu spettatrice silenziosa degli avvenimenti che portarono la Grecia a prevalere sulla più piccola Creta, che fino ad allora aveva avuto il monopolio su quest’angolo di Mediterraneo.
A formare per primi un nuovo insediamento su ciò che rimaneva dell’isola non furono però questi due popoli, ma i Fenici, che la battezzarono Kallístē (Καλλίστη, “la più bella”), seguiti poi, solo nel Nono secolo a.C., dai Dori, una stirpe greca che qui fondò la città di Thera, battezzata in onore del loro capo Theras, allora reggente di Sparta. Oggi, ciò che resta del centro abitato si può vedere all’interno dell’area archeologica dell’Antica Thera, nella parte meridionale dell’isola.

Colonizzato poi dai Romani, quando l’Impero si divise l’arcipelago finì sotto il dominio bizantino, che ribattezzò il luogo Santorini in onore di Sant’Irene (Santa Irini), patrona dell’isola alla quale era dedicata una cattedrale nel villaggio di Perissa.
Dopo la Quarta Crociata (1202-1204), l’isola principale fu occupata dai Duchi di Naxos, fedeli alla Repubblica di Venezia, che mantennero il loro dominio per secoli scontrandosi più volte con gli Ottomani, che riuscirono definitivamente a conquistare l’arcipelago nel 1576.

La storia di Santorini cambiò, come quella di tutta la Grecia, il 25 marzo 1821, quando iniziarono i moti per l’indipendenza dall’Impero Ottomano. Gli ufficiali turchi furono cacciati dall’isola il 5 maggio dello stesso anno, ma per gli abitanti la situazione non migliorò: la nuova amministrazione, infatti, finì con l’imporre tasse più elevate, una scelta che non solo fu messa in dubbio dagli isolani, ma che contribuì ad alimentare lo scetticismo dilagante portando a piccole e grandi rivolte.
Tutto cambiò nuovamente nel 1832, quando l’arcipelago divenne ufficialmente parte del Regno di Grecia e le leggi di Atene furono allargate anche alle isole più piccole.

Santorini entrò nuovamente nei libri di storia il 9 luglio 1956, quando due forti terremoti — il primo, secondo alcuni, di magnitudo 7.8 — scossero l’Egeo causando uno tsunami che colpì l’arcipelago. Morirono 53 persone, il 35% delle case fu raso al suolo e il 45% fu gravemente danneggiato; a subire i danni maggiori fu la cittadina di Oia, dove parti della scogliera collassarono in mare, portando con sé le case. La popolazione si risollevò appena e in molti decisero di abbandonare l’isola.
Oggi Santorini vive principalmente di turismo, anche se non mancano le attività vitivinicole e agricole, che trovano nel terreno vulcanico una base di partenza per ottimi prodotti che piano piano si stanno facendo conoscere in Europa e nel mondo; tra questi c’è il pomodoro, celebrato anche all’Industrial Tomato Museum*, nel sud dell’isola.

Cosa vedere a Santorini
Come vi anticipavo, Santorini è un piccolo arcipelago e, anche se la maggior parte dei luoghi di interesse si trova sull’isola principale — sede dell’aeroporto —, il mio consiglio è quello di esplorarlo nella sua interezza, raggiungendo anche le più piccole Nea Kameni, Palea Kameni e Therasia.
Per chi è in partenza o sta organizzando il viaggio, ecco cosa fare e cosa vedere a Santorini in tre o quattro giorni: tutti i luoghi da non perdere se raggiungete questo angolo delle Cicladi.

Oia
Oia (Οία, pronunciato Ia), nata come villaggio di pescatori, è la Santorini da cartolina, la cittadina che è diventata la portavoce dell’isola nel mondo. Il merito è dei suoi scorci suggestivi, delle cupole azzurre che emergono dalle case bianche e della sua vasta offerta turistica.
Uno dei luoghi da non perdere è certamente il castello (Fort Londsa) o, meglio, ciò che ne rimane, perché le sue rovine sono oggi uno splendido punto panoramico che permette da una parte di ammirare i mulini della cittadina e dall’altra l’intera isola di Santorini. Se raggiungete le Cicladi tra maggio e ottobre, nell’itinerario potete inserire anche il Museo Nautico e la libreria Atlantis Books, un angolino caratteristico dove acquistare libri in diverse lingue.

Ai piedi di Oia, raggiungibile attraverso una lunga scalinata o in auto, c’è la coloratissima baia di Ammoudi, da dove partono le barche dirette a Therasia e dove potete trovare, uno dopo l’altro, tantissimi ristoranti che offrono cucina locale; ve ne ho parlato anche nel post dedicato a dove mangiare a Santorini.

Fira
Fira (Φηρά), a circa 400 metri sul livello del mare e affacciata sulla caldera, è la capitale di Santorini e proprio per questo è piena di negozi, bar e ristoranti che la rendono, insieme a Oia, una delle località più vivaci di tutto l’arcipelago.
Tra i suoi vicoli ci sono due dei principali musei dell’isola: il Museo Archeologico e il Museo Preistorico di Thera. Il primo ospita al suo interno artefatti che risalgono al periodo che va dall’Età del Bronzo all’epoca Classica, il secondo, invece, si concentra soprattutto sulla Preistoria, ma in entrambi sono esposti preziosissimi oggetti provenienti dall’antica Akrotiri e dall’antica Thera, delle quali vi parlo tra qualche paragrafo. I due musei, aperti solo da maggio a ottobre, furono ricostruiti dopo le scosse del 1956.
Oltre ai due musei, a Fira vi consiglio di non perdere la Cattedrale Ortodossa di Ypapanti, costruita nel 1827 e oggi punto di riferimento religioso dell’isola, e, se lo trovate aperto, il Megaro Gyzi, un museo di storia e costume locale ospitato all’interno di una delle poche case sopravvissute all’ultimo grande terremoto.

Proprio come Oia, anche la città di Fira non si limita al promontorio. Seguendo la scalinata Karavolades, che conduce al mare, si può infatti raggiungere il vecchio porto, dove oggi trovate un paio di localini, alcuni negozi di souvenir e vedere da vicino alcune delle case scavate nella roccia, come vi dicevo anche nel post dedicato alle curiosità su Santorini.
La salita può essere piuttosto impegnativa se affrontata a piedi, ma sappiate che in alternativa c’è anche la cabinovia che collega la città ai moli (6€).

Imerovigli e Skaros
Imerovigli (Ημεροβίγλι) si trova su uno dei punti più alti di Santorini (tanto che è chiamata anche “il balcone sull’Egeo”) e sorge non distante dalla capitale Fira, raggiungibile a piedi seguendo una passeggiata molto suggestiva che, attraversando anche la vicina Firostefani, regala splendidi scorci sulla caldera.
Il paese è davvero piccolo e non ha molto da offrire, ma è qui che troverete uno dei punti panoramici più belli di tutta Santorini: Skaros (Σκάρος), un promontorio di origine vulcanica modellato dal mare e dal vento dove ancora oggi si possono vedere le rovine di un antico castello.

La struttura, strategica dal punto di vista militare, fu completata nel 1207 dai Bizantini e pian piano fu circondata da abitazioni e botteghe che diedero vita a uno dei più grandi insediamenti dell’isola, fino a diventare, durante la dominazione veneziana, il centro politico ufficioso di Santorini.
La situazione cambiò con l’arrivo dell’Impero Ottomano e i successivi secoli di pace: in assenza di particolari minacce provenienti dal mare, infatti, Skaros perse gradualmente il suo ruolo strategico e molti degli abitanti si trasferirono nell’attuale (e più comoda) Fira, lasciando il promontorio.

Già abbandonato da tempo, il Castello di Skaros fu parzialmente distrutto dal terremoto del 1650, così come parte della scogliera che ospitava il centro abitato, collassata in mare. Il colpo di grazia, però arrivò con i terremoti che scossero l’isola tra il 1866 e il 1870, che spinsero i pochi abitanti rimasti a spostarsi definitivamente verso Fira e Oia.
Oggi, come dicevo, del castello rimangono poche rovine, ma il promontorio, che in primavera si ricopre di fiori gialli, è attraversato da un sentiero che vi permetterà di raggiungere alcuni dei punti più esposti della scogliera e di ammirare un tramonto spettacolare direttamente affacciati sulla caldera.
In caso di giornate particolarmente ventose, vi sconsiglio di raggiungerlo, perché potrebbe essere pericoloso.

L’area di Akrotiri: il faro, la spiaggia rossa e il sito archeologico
Se la punta settentrionale di Santorini è occupata da Oia, su quella meridionale c’è Akrotiri (Ακρωτήρι), un piccolo paese che è noto soprattutto per il faro, le spiagge colorate e l’area archeologica.
Il primo si trova esattamente sull’estremità dell’isola e fu costruito nel 1892. Oggi si può raggiungere comodamente in auto e, oltre a offrire una vista splendida sull’arcipelago, permette anche di ammirare da vicino la pietra pomice che caratterizza alcune aree dell’isola e che è il risultato delle tante eruzioni vulcaniche che si sono succedute nel corso dei secoli.
A pochi chilometri dal faro, ci sono poi due delle più celebri spiagge di Santorini: la spiaggia bianca, raggiungibile solo in barca o con il water taxi, e la spiaggia rossa, raggiungibile anche a piedi attraverso un sentiero (evitate ciabatte o scarpe dalla suola liscia). Per raggiungerla potete lasciare la macchina nel parcheggio gratuito nei pressi della chiesa di San Nicola.

Akrotiri: la Pompei di Santorini
L’area archeologica di Akrotiri, invece, è una piccola Pompei che permette di compiere un viaggio indietro nel tempo.
L’antica città minoica, rimasta per secoli sepolta sotto le ceneri vulcaniche della grande eruzione, fu portata alla luce nel 1967 durante gli scavi guidati dal professor Spyridon Marinatos e testimonia il ricco passato dell’isola mostrandoci non solo numerosi edifici alti fino a tre piani — una rarità per l’epoca —, ma anche un complesso sistema idraulico, oggi catalogato come una delle prime forme di ingegneria urbana della storia. Secondo molti, queste caratteristiche, la ricchezza della città e i cataclismi che la colpirono ispirarono il mito di Atlantide, oggi raccontato anche al Lost Atlantis Museum*.
A differenza di quanto accaduto ai piedi del Vesuvio, però, nelle case di Akrotiri non sono stati trovati né resti umani né oggetti preziosi: probabilmente la popolazione, allertata da alcune scosse di avvertimento, riuscì a scappare dall’isola prima dell’eruzione, avvenuta all’incirca nel 1628 a.C..

Il sito archeologico, dove ancora oggi si eseguono scavi, si può visitare dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 15.30. Il biglietto d’ingresso costa 12€ a tariffa intera e 6€ a tariffa ridotta; per approfondire, potete partecipare a una delle visite guidate, prenotabili anche online a questo link*, o acquistare il tour audio* per esplorare il sito in autonomia.
Oltre al biglietto standard esiste un biglietto cumulativo, valido tre giorni, che con 15€ vi permette di visitare anche il Museo Preistorico di Fira e il sito archeologico dell’Antica Thera, a circa 15 chilometri di distanza.
Un’ultima curiosità. Sapevate che qui sono state girate alcune scene del film Summer lovers (1982) e che durante le riprese sono stati portati alla luce importanti reperti archeologici? Ve ne parlavo nel post dedicato ai film ambientati e girati a Santorini.
Santorini e il vino: l’entroterra meridionale
Gran parte dell’entroterra di Santorini è ricoperta di vigneti, ma non aspettatevi filari e paesaggi simili a quelli a cui siamo abituati in Italia o in altre zone d’Europa. Qui, infatti, le piante raggiungono circa i 20-30 centimetri e i loro i rami vengono intrecciati a mo’ di cesto in una forma chiamata Kouloura (Κουλούρα), un termine traducibile in italiano con “ciambella”. Il tutto è fatto per proteggere le viti dal sole e dal vento che sferza l’isola tutto l’anno.
Per scoprire i vini di Santorini e le antiche tradizioni locali potete visitare una delle tante cantine che costellano il territorio e che organizzano visite guidate e degustazioni. Io ho scelto Estate Argyros, un’azienda a conduzione famigliare fondata nel 1903 e una delle più antiche della zona, ma c’è davvero l’imbarazzo della scelta e, in alcuni casi, potete prenotare direttamente da casa, una soluzione che vi consiglio soprattutto in alta stagione; trovate le diverse opzioni seguendo questo link*.

Passando da queste parti vi consiglio di fare una capatina anche a Megalochori (Μεγαλοχώρι), un piccolo villaggio tradizionale che ospita tre delle principali cantine dell’isola e un particolarissimo campanile a forma di arco, e a Pyrgos Kallistis (Πύργος Καλλίστης), che in occasione del Venerdì Santo della Pasqua Ortodossa (che si celebra una settimana dopo quella Cattolica) viene illuminato dalla luce di centinaia di lanterne mettendo in scena uno degli spettacoli più belli dell’isola, visibile anche da Fira.
Profitis Ilias
Il monastero di Profitis Ilias (Προϕήτης Ηλίας), eretto nel 1711 e poi parzialmente distrutto dal terremoto del 1956, ospitò per anni una scuola dove venivano insegnati il greco e la letteratura e per questo divenne fin da subito un vero e proprio punto di riferimento culturale per l’intera isola, oltre che uno dei più importanti centri monastici di tutte le Cicladi.
La struttura principale oggi è chiusa al pubblico, ma sappiate che è comunque possibile accedere alla chiesa, alle cappelle minori e al cortile, dal quale si possono ammirare l’arcipelago nella sua interezza e le isole vicine. Il monastero, infatti, è stato costruito sul punto più alto di Santorini (a circa 567 metri sul livello del mare) ed è uno splendido punto panoramico che vi consiglio di inserire nel vostro itinerario.
Purtroppo, però, qui non arrivano i mezzi pubblici, quindi l’unico modo per raggiungerlo è con la propria macchina o con escursioni organizzate come questo tour*, che prevede la visita a Profitis Ilias, al villaggio di Megalochori, agli Scavi di Akrotiri, alla Spiaggia Rossa e alla Spiaggia di Perivolos.

Il centro storico di Emporio
Ai piedi di Profitis Ilias si trova il villaggio di Emporio o Emporeio (Εμπορείο), un luogo più unico che raro che deve il suo nome al ruolo che ricoprì durante la dominazione veneziana, quando era teatro di scambi commerciali e il vero e proprio centro economico di Santorini.
Ancora oggi il suo cuore è l’antico Castello veneziano, risalente al Quindicesimo secolo, intorno al quale si sviluppa la città vecchia: un centro storico davvero caratteristico formato da un groviglio di vicoli e case che sembrano amalgamarsi e fondersi le une con le altre.

Il Parco Naturale Nazionale di Nea Kameni
Come vi raccontavo all’inizio del post, Nea Kameni (Νέα Καμένη, in greco, traducibile con “Nuova Bruciata” in italiano) è il cuore della caldera e del vulcano. Si tratta della più giovane isola d’Europa, perché ha iniziato a formarsi meno di 500 anni fa a causa di un’eruzione, seguita poi da altri cinque diversi episodi; l’ultimo è avvenuto nel 1950 e ha dato vita alle rocce più recenti.
Dopo quell’anno, il vulcano di Santorini — che prima della grande eruzione che distrusse l’isola era dieci volte più alto — è rimasto quiescente, ma la sua presenza è testimoniata dalle fumarole presenti sui crateri centrali alla sommità di Nea Kameni e dalle vicine sorgenti calde che sgorgano sia intorno all’isola che lungo la costa della vicina Palea Kameni (Παλαιά Καμένη, ossia “Vecchia Bruciata”, perché la più antica delle due). Quest’ultima è abitata solo da una piccola chiesetta bianca ed è raggiungibile con barche private o durante le escursioni organizzate, che prevedono sempre una pausa per un tuffo.

Nea Kameni è un luogo unico e permette davvero di capire e toccare con mano la storia di Santorini. Una volta arrivati al molo, seguendo il sentiero di sassi all’interno del Parco Naturale Nazionale (l’ingresso costa 5€), potete raggiungere la sommità, ammirare da un punto privilegiato tutto l’arcipelago e le fumarole. Vi consiglio di non perderlo.
Per raggiungere l’isola, io ho preso parte a un tour organizzato che prevedeva la sosta su Nea Kameni, alle sorgenti calde di Palea Kameni e una pausa di un paio di ore su Therasia, dove è possibile pranzare; lo trovate a questo link*, ve lo consiglio perché prevede anche l’autobus navetta che vi verrà a prendere e vi riporterà vicino all’albergo o all’appartamento. In alternativa ci sono anche altre esperienze simili, come il tour che prevede anche il tramonto a Oia* o quello con cena a bordo*.

Informazioni utili per visitare Santorini
Come forse avrete capito leggendo il post, la vera e propria stagione turistica, a Santorini, inizia a maggio e si conclude a ottobre e per questo molti ristoranti e molti musei sono aperti solo in quei mesi dell’anno. Visitarla fuori stagione, però, ha i suoi lati positivi, come i prezzi ridotti e la possibilità di scoprila senza la folla che la travolge a luglio e ad agosto.
In ogni caso, indipendentemente dal periodo dell’anno, il mio consiglio è di noleggiare un’auto, perché i mezzi di trasporto pubblico non sono molto frequenti e, soprattutto, non raggiungono tutti gli angoli dell’isola. Il noleggio può avvenire direttamente in loco all’uscita dall’aeroporto, ma per non rischiare di rimanere senz’auto (soprattutto in alta stagione), vi suggerisco di dare un’occhiata a siti come Auto Europe, che grazie al suo motore di ricerca vi mostrerà le migliori offerte disponibili per le vostre date e vi darà la possibilità di prenotare comodamente da casa.
Infine, se non volete o non potete guidare, sappiate che molte escursioni prevedono il servizio di transfer o che, in alternativa, potete prenotarne uno privato; trovate tante opzioni seguendo questo link*.

Dove dormire a Santorini
Durante il mio viaggio a Santorini io ho prenotato, attraverso Airbnb, un appartamento all’interno di un piccolo gruppo di alloggi chiamato Artemisia: era spazioso e pulito, con una ampia terrazza condivisa con gli altri ospiti che si affaccia sulla caldera e offre un panorama mozzafiato a tutte le ore del giorno.
L’appartamento si trova a Imerovigli, in una posizione molto comoda per partire alla scoperta dell’isola, vicino a due parcheggi — utilissimo se come me vi muovete in macchina — e alla fermata dell’autobus, se, invece, preferite muovervi con i mezzi pubblici. Ve lo consiglio.
Se non siete pratici con la piattaforma, in un altro post vi spiegavo come funziona Airbnb, ma sappiate che l’appartamento è prenotabile anche attraverso Booking, lo trovate a questo link*.

Siete mai stati a Santorini? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!

Le foto sono state scattate con un iPhone 11 Pro* e una Canon 80D*, per vedere tutte le altre sfogliare il mio album su Flickr.
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Salvatore
Complimenti! Non ho mai letto un post così interessante!
Martina Sgorlon
SalvatoreGrazie mille! Mi fa davvero tanto piacere 🙂