Il Quartiere Latino di Parigi: cosa vedere e alcune curiosità sull’antica zona universitaria

Quartiere Latino di Parigi: alla scoperta dell’antica zona universitaria della città. Cosa vedere, alcune curiosità e i luoghi da non perdere nei dintorni.
Il Quartiere Latino di Parigi, insieme a quello di Montmartre, è forse il mio preferito tra quelli che compongono la capitale francese. È ricco di storia, di luoghi da esplorare, di chiese antichissime e di vie che risalgono addirittura all’epoca romana. In questo post vi porto a scoprirlo.
Il Quartiere Latino di Parigi in pillole
Il Quartiere Latino, diviso tra il V e il VI arrondissement, si trova sulla sponda sinistra della Senna, all’altezza dell’Île de la Cité, l’isolotto sul quale si trova la Cattedrale di Notre-Dame.
È una delle zone più antiche di Parigi, il luogo dove un tempo sorgeva il foro romano e dove si può trovare ancora oggi un’alta concentrazione di reperti archeologici legati all’antica Lutezia, il primo nome della capitale francese.
L’abitazione distava solo un centinaio di passi, in direzione del tramonto, dall’abbazia di Sainte-Geneviève sull’ampia sommità della collina, dove un tempo sorgeva il foro romano. In rovina da secoli, con le macerie ormai appiattite in un più dolce rilievo, ora l’antico foro era occupato da case di religiosi. La strada romana che scendeva al fiume era rimasta, ma aveva cambiato nome: dato che era regolarmente percorsa dai pellegrini diretti a Compostela, era stata denominata Rue Saint-Jacques.
PARIS*, EDWARD RUTHERFURD
Il quartiere, inoltre, deve il suo nome all’alta concentrazione di collegi, biblioteche e scuole, prima fra tutte l’antica Università di Parigi, nelle quali si parlava e si studiava latino e che ancora oggi caratterizzano la zona.

Cosa vedere nel Quartiere Latino di Parigi (e dintorni)
Diventato cuore dei movimenti studenteschi degli anni Sessanta, in particolare quelli del maggio 1968, il Quartiere Latino non ha mai perso la sua atmosfera vivace ed è sicuramente uno dei luoghi da non perdere a Parigi.
Ecco cosa vedere e cosa non perdere in questa zona della capitale francese.

I Giardini di Lussemburgo
I Giardini di Lussemburgo, alle porte del Quartiere Latino, furono realizzati nel 1612 per volere di Maria De Medici, vedova di Enrico IV di Francia, con l’obiettivo di creare a Parigi uno spazio verde simile ai giardini di Palazzo Pitti a Firenze. Affiancati al palazzo omonimo, sede del senato francese, oggi coprono ben 23 ettari (inizialmente erano 8) e sono uno dei principali parchi parigini.
Nel corso dei secoli i giardini cambiarono più volte forma e dimensione e dopo anni di abbandono furono riqualificati dopo la Rivoluzione Francese grazie all’architetto Jean Chalgrin, lo stesso dell’Arco di Trionfo, monumento del quale vi ho parlato nel post dedicato ai luoghi da dove ammirare Parigi dall’alto.

Comparsi anche nel romanzo di Victor Hugo I miserabili*, oggi i Giardini di Lussemburgo non sono solo un polmone verde dove fare jogging, giocare a tennis, prendere il sole o fare un picnic, ma anche un vero e proprio museo all’aria aperta grazie alle numerose opere d’arte e statue sparse per i sentieri.
Quando la vedova di re Enrico IV, Maria de’ Medici, aveva voluto un piccolo palazzo italiano che le ricordasse la natia Firenze, a sua insaputa aveva regalato alle future generazioni di parigini il più delizioso dei parchi. Negli oltre ventidue ettari di giardino che circondavano il palazzo c’erano una grande vasca ottagonale, dove adesso i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo, un teatro di marionette, una grotta artificiale, viali alberati lungo i quali passeggiare e prati dove sedersi a prendere il sole. Dal centro dei giardini si godeva di una bella vista a sud, verso il bell’osservatorio del Re Sole.
Paris*, Edward Rutherfurd

Abbazia di Saint-Germain-des-Prés
Anche l’Abbazia di Saint-Germain-des-Prés si trova al confine con il Quartiere Latino. È una delle più antiche chiese di Parigi e dal 1953 è entrata di diritto tra i Monumenti Storici di Francia.
Nata nel 542 per volere di re Childeberto I, che desiderava un luogo per ospitare le reliquie di San Vincenzo, l’abbazia diventò presto un punto di riferimento religioso e culturale, ruolo che mantenne fino alla Rivoluzione Francese, quando fu soppressa. La cosa curiosa è che l’edificio fu ufficialmente consacrato dal vescovo San Germano il 23 dicembre 558, lo stesso giorno in cui morì il sovrano.

Saccheggiata numerose volte, incendiata dai Normanni e ricostruita nel Dodicesimo secolo, la chiesa fu poi dedicata a San Germano di Parigi (Saint Germain de Paris), lo stesso vescovo che l’aveva consacrata la prima volta, ma continuò a subire modifiche anche nei secoli successivi, l’ultima nel 2012.
L’interno della chiesa è una vera meraviglia, ricco di colori e di opere d’arte, nonché di sepolture illustri come quella di Cartesio. Un vero spettacolo soprattutto durante le belle giornate, quando il sole filtra dalle vetrate colorate riempiendo le pareti di mille sfumature.
L’Abbazia di Saint-Germain-des-Prés è aperta ogni giorno dalle 8.00 alle 19.45.

Il primo café di Parigi
Fondato nel 1686, Le Procope, non distante dall’Abbazia di Saint-Germain-des-Prés, è orgogliosamente il primo vero e proprio café di Parigi e uno dei più antichi d’Europa.
Nonostante la data sia riportata ovunque, dall’insegna ai menù, in realtà la sua storia inizia qualche anno prima, quando Grégoire, un uomo di origine armena proveniente dall’attuale Iran, aprì il suo locale in rue Mazarine, a due passi dalla sede della Comédie-Française.
Quando la compagnia teatrale, nel 1680, si trasferì in rue des Fossés-Saint-Germain, l’uomo seguì la sua clientela spostando l’attività, ma qualche anno dopo, nel 1686, appunto, la cedette al siciliano Francesco Procopio dei Coltelli, emigrato a Parigi da Acitrezza, in provincia di Catania. È con lui che nasce ufficialmente Le Procope, oggi diventato un elegante ristorante.

In poco tempo il locale divenne ritrovo di letterati e artisti e lo rimase anche nei decenni successivi, quando a frequentarlo furono personaggi del calibro di La Fontaine, Voltaire, Honoré de Balzac, Victor Hugo, Robespierre, Danton, Marat e, addirittura, Napoleone. Si dice, inoltre, che qui siano stati scritti pezzi dell’Encyclopédie di Diderot e una prima bozza della futura costituzione degli Stati Uniti a opera di Benjamin Franklin.

Ma perché è considerato il primo café parigino? Perché pare che Francesco Procopio fu il primo a proporre il caffè all’interno del suo locale. La bevanda, infatti, fu introdotta in Francia solo a metà Seicento e fino a quel momento veniva consumata esclusivamente all’interno di salotti privati.
Il caffè, però, non era tra le proposte preferite dalla clientela: in molti venivano qui per gustare deliziosi sorbetti e altre tipicità siciliane, prime fra tutte le “acque gelate”, ossia le granite.
Il Café Procope, con i suoi quadri e gli specchi dorati, dava la sensazione di trovarsi nel XVIII secolo. […]
PARIS*, EDWARD RUTHERFURD
«È stato inaugurato alla fine del Seicento» disse l’uomo. «È divertente pensare che Voltaire veniva a mangiare qui; il Café molto probabilmente era quasi com’è adesso».

Cour du Commerce-Saint-André
Il Cour du Commerce-Saint-André è un angolo nascosto di Parigi, una via pedonale alle spalle dei palazzi di Boulevard Saint-Germain e sulla quale si affacciano negozi, café e luoghi storici.
Questa sorta di “cortile commerciale” fu realizzato nella prima metà del Settecento, ma con il passare del tempo subì numerose modifiche.
Durante i lavori di realizzazione del boulevard, per esempio, fu tranciato di netto e accorciato di ben 40 metri, radendo al suolo abitazioni storiche come quella dove, fino al suo arresto nel 1794, visse Danton. Ora sul punto esatto in Boulevard Saint-Germain, per ricordarlo, è stata posta una statua dedicata proprio al rivoluzionario francese.

Non solo, qui c’erano anche la stamperia dove, nel 1793, Marat stampò per la prima volta il suo giornale L’amico del popolo (L’Ami du Peuple) e la carpenteria dove Tobias Schmidt realizzò la prima ghigliottina nel 1792. Insomma, è un luogo che ha davvero lasciato il segno nella storia francese.

La Sorbona
La Sorbona (Sorbonne, in francese) è una delle università più famose d’Europa e la principale di Francia. La sua storia inizia nel 1257, quando Robert de Sorbon, teologo, confessore e cappellano di re Luigi IX, fondò il collegio omonimo all’interno dell’Università di Parigi. Nato per lo studio e la diffusione della teologia, il collegio, inglobato nell’università, ospitò anche la prima stamperia francese (nata nel 1469) e vide tra i suoi corridoi studenti illustri del calibro di Richelieu, che ne fu anche rettore.
Il collegio, l’università e, in particolare, la facoltà di teologia rimasero attivi per secoli nonostante le numerose interferenze durante la Rivoluzione e sotto il comando di Napoleone, finché quest’ultima non fu soppressa nel 1885.
Gran parte degli edifici originari è stata distrutta e ciò che possiamo vedere oggi è solo una ricostruzione successiva, ma è comunque una delle cose da vedere nel Quartiere Latino di Parigi, nonché uno dei suoi cuori.

La statua di Montaigne che porta fortuna
Michel de Montaigne, scrittore e filosofo, visse in pieno Sedicesimo secolo e con le sue opere influenzò il pensiero di altre figure importantissime dei secoli successivi come quelle di Rousseau, Pascal e Nietzsche.
Dal 1933, di fronte alla Sorbona, lungo rue des Ecoles, c’è una statua in bronzo che lo raffigura e che ha una caratteristica particolare: il piede destro è lucido e dorato, segno delle numerose mani che l’hanno consumato con il passare del tempo.
Secondo le leggende parigine, infatti, toccare il piede e porgere omaggio allo scrittore dicendo “salut Montaigne” aiuterebbe a realizzare tutti i desideri. Pare che si tratti di una superstizione studentesca, ma tentar non nuoce.

Il Panthéon
Il Panthéon di Parigi, sul colle Santa Genoveffa, è il risultato di un voto fatto nel 1744 da Luigi XV, quando il sovrano si affidò ai santi promettendo di costruire una nuova chiesa dedicata alla patrona della città, Santa Genoveffa, appunto, nel caso in cui fosse guarito da una grave malattia.
I lavori iniziarono nel 1758 e terminarono a un passo dal Rivoluzione, nel 1789, e fu proprio questo evento a trasformare il progetto originario da cattolico a laico, da chiesa a mausoleo per le più importanti personalità francesi.

Nonostante questo, però, nei decenni successivi ci fu un continuo tira e molla tra monarchia e repubblica che fece cambiare più volte destinazione all’edificio. Il Panthéon, infine, diventò ufficialmente edificio laico nel 1885, con la sepoltura di Victor Hugo.
Ispirato al Pantheon romano e alla cattedrale di Saint Paul a Londra, oggi questo mausoleo ospita non solo le spoglie dello scrittore, ma anche quelle di Émile Zola, Louis Braille, Pierre e Marie Curie, Alexandre Dumas padre, Voltaire e Rousseau (sepolti vicini nonostante la rivalità in vita).
Il Panthéon, infine, è stato teatro di un importante esperimento: quello del pendolo di Foucault. Il fisico francese, infatti, nel 1851 scelse la chiesa parigina per dimostrare scientificamente il movimento rotatorio della Terra. Il pendolo, lungo più di 67 metri, è visibile ancora oggi e scende dalla cupola centrale dell’edificio.

Il Panthéon è aperto tutto l’anno (tranne il 1 gennaio) dalle 10.00 alle 18.00, tranne dal 1 aprile al 30 settembre, quando chiude alle 18.30.
Il costo dei biglietti è di 9€, ma gli under 18 e i cittadini europei under 25 entrano gratuitamente. L’ingresso è compreso nel Paris Museum Pass e nel Paris Pass*. Se, invece, volete garantirvi l’ingresso in un giorno prestabilito e senza fare la fila vi consiglio di valutare i biglietti salta-fila*, che costano solo un paio di euro in più, li trovate seguendo il link.

Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont
La chiesa di Saint-Étienne-du-Mont si trova alle spalle del Panthéon e spesso rischia di passare inosservata, nonostante questo, però, merita una visita perché al suo interno nasconde dei veri e propri tesori.
La costruzione dell’edificio attuale iniziò nel 1494 (anche se quello originale risale a due secoli prima) e la sua storia è legata a doppio filo a quella dell’antica abbazia di Santa Genoveffa, che sorgeva a due passi e fu soppressa e rasa al suolo durante la Rivoluzione Francese.
Completata nel Diciassettesimo secolo e realizzata per accogliere il numero sempre maggiore di fedeli, la chiesa di Saint-Étienne-du-Mont oggi ospita non solo le spoglie della santa, morta proprio sul colle nel Sesto secolo, ma anche quelle di Blaise Pascal e Racine.
Io purtroppo l’ho trovata chiusa, ma se riuscite a entrare non esitate. La chiesa è chiusa il lunedì, ma gli altri giorni l’apertura è prevista dalle 8.45. Dal martedì al venerdì chiude alle 19.45, il sabato e la domenica, invece, è aperta fino alle 12.00 e poi dalle 14.00 alle 19.45.

Rue Mouffetard
Rue Mouffetard è una delle vie più antiche di Parigi e pare risalire al I secolo, opera dei Romani. Il suo nome deriva dal termine francese mofette e fa riferimento ai cattivi odori che aleggiavano per la strada durante il Medioevo.
Oggi, invece, è uno dei cuori commerciali più vivaci di tutto il Quartiere Latino, con alimentari di ogni tipo, dalle pescherie ai panifici, ristoranti, negozi, bancarelle e, spesso, musica e balli, in particolare la domenica in Place Saint-Médard.

L’aspetto che rende questa via ancora più affascinante sono le piccole curiosità legate ad alcuni dei suoi negozi e dei suoi edifici, come le antiche insegne in rilievo ancora visibili, le facciate dipinte o decorate o quelle che sono rimaste immutate per secoli e portano indietro nel tempo.

Shakespeare and Company
La Shakespeare and Company è forse la libreria più famosa di Parigi. La prima, quella originale, nacque nel 1919 grazie all’editrice e libraia Sylvia Beach in Rue Dupuytren (per poi essere trasferita in Rue de l’Odéon) e fu chiusa durante la Seconda Guerra Mondiale a causa dell’occupazione tedesca.
Prima di allora, però, il negozio era considerato il cuore della letteratura anglo-americana parigina, tanto che negli anni Venti fu trasformato in luogo di ritrovo per gli scrittori che passavano per la capitale francese, da Ezra Pound a Ernest Hemingway, fino a James Joyce.
Soprattutto, in questo periodo la libreria si occupò anche della pubblicazione e della circolazione di alcuni libri che erano considerati proibiti in alcuni Paesi anglosassoni: è il caso di L’amante di Lady Chatterley di David Herbert Lawrence, ma anche e soprattutto dell’Ulisse di James Joyce, che fu stampato per la prima volta nel 1922 proprio da Sylvia Beach, proprietaria della libreria.
Se la zona della Senna fino al Quartiere Latino era stata per secoli sede delle bancarelle di volumi vari, la recente apertura di due eccentriche librerie in rue de l’Odeon, entrambe gestite da donne, aveva trasformato quella piccola area nella capitale mondiale della letteratura. La prima era la libreria letteraria della cordiale Adrienne Monnier. La seconda, quasi di fronte sull’altro lato della strada, era stata chiamata Shakespeare and Company dalla sua proprietaria, Sylvia Beach. […]
PARIS*, EDWARD RUTHERFURD
«Gli scrittori francesi vanno prima da Monnier e poi attraversano la strada per andare da Sylvia Beach, gli inglesi e gli americani cominciano con Sylvia e poi vanno in esplorazione anche da Monnier. Sono tutt’e due molto carine e simpatiche. E la cosa più interessante è che si sono innamorate l’una dell’altra e adesso vivono insieme.»
«Oh. Qualcuno è rimasto scioccato?»
«Io credo che non importi a nessuno.» Claire sorrise. «Shakespeare and Company è una specie di club. Oltre a vendere libri, Sylvia ha organizzato una biblioteca itinerante. Inoltre aiuta gli autori. Circa un anno fa ha addirittura pubblicato l’Ulisse di James Joyce, lo scrittore Irlandese, e l’ha fatto a proprie spese, quando in Inghilterra e in Irlanda il manoscritto era virtualmente al bando. Permette perfino alla gente di dormire nella libreria. Le vogliono tutti bene.»
Al termine della guerra, nel 1951, l’americano George Whitman aprì una nuova libreria, battezzata Le Mistral, con lo scopo di ridare a Parigi una nuova Shakespeare and Company. Quando Sylvia Beach morì nel 1962, il nuovo negozio venne ribattezzato in suo onore.
Al suo interno non si possono fare fotografie, ma vi assicuro che è un vero spettacolo, con libri impilati ovunque, piccole scale in legno che portano al piano superiore, divani e poltrone di fortuna e quell’atmosfera tipica delle librerie d’altri tempi.

La libreria è aperta dalle 10.00 alle 18.00. Proprio per lo spazio ristretto, per entrare bisogna spesso mettersi in fila e una volta superata la porta non è possibile fare fotografie.
All’interno troverete veramente di tutto, ma se siete alla ricerca di un volume curioso e che vi permetta di portare a casa con voi un ricordo, vi consiglio di acquistare il libro pubblicato proprio dalla Shakespeare and Company che ripercorre la storia della libreria: A History of the Rag & Bone Shop of the Heart. Dentro ci sono testi, citazioni e fotografie che vi porteranno lì ogni volta che ne avrete voglia.

Il Pont Neuf
Il Pont Neuf (Ponte Nuovo) è il più antico di Parigi ancora in piedi, anche se il nome può trarre in inganno, e collega il Quartiere Latino all’Île de la Cité.
Voluto da re Enrico IV, fu costruito in circa 30 anni e fu il primo ad avere un marciapiede nonché il primo della città senza abitazioni; tutti gli altri, infatti, all’epoca ospitavano case e botteghe. Il motivo era totalmente estetico: il re voleva la visuale libera lungo il fiume e fino al Louvre, che in quel modo sarebbe sembrato più aggraziato.
Il Pont Neuf era un posto curioso. Quando ne aveva deciso la costruzione, Enrico IV aveva voluto un ponte che non fosse soffocato da case e attraversasse tutto il fiume dalla riva sinistra alla destra, con l’Île de la Cita quale piattaforma centrale, una sorta di stazione. Aveva voluto qualcosa di bello.
Paris*, Edward Rutherfurd
Ma poi l’umanità era arrivata a frotte, da ogni vicolo, ogni taverna, ogni buia cavità della città. E invece di un’affollatissima, stretta arteria, compressa tra le case come gli altri ponti, aveva trovato una larga piattaforma aperta che, piacevolmente piazzata sopra il fiume trafficato, offriva ampio spazio per il divertimento.
Cantanti, ballerini, musicisti, acrobati, giocolieri, donne che vendevano pozioni d’amore, borseggiatori, predicatori… si riunivano tutti sul Pont Neuf. Chiunque lo attraversasse in una giornata di sole avrebbe sicuramente trovato qualcosa che richiamava la sua attenzione, facendolo arrivare in ritardo a un eventuale appuntamento.

Altri luoghi da vedere nel Quartiere Latino di Parigi
Quello che vi ho appena presentato è un’idea di itinerario, ma il Quartiere Latino di Parigi non è solo questo e ve ne parlerò anche all’interno del post dedicato alle sue curiosità che uscirà tra un paio di settimane.
In ogni caso, se avete un po’ di tempo in più potete andare alla scoperta del Jardin des Plantes, del Museo di Cluny o di quello dell’Ospedale pubblico, per esempio, oppure potete entrare nella chiesa di Saint Sulpice o di St-Severin, o ancora visitare l’Istituto del Mondo Arabo. È un mondo tutto da esplorare.
Infine, se volete scoprire il Quartiere Latino insieme a una guida, vi lascio qui un link utile per prenotare il tour gratuito* che vi porterà tra le vie e la storia di questa zona così particolare di Parigi; non preoccupatevi se poi cambiate idea o ci sono imprevisti, potete disdire fino a 6 ore prima. In alternativa, se volete scoprire altri volti del quartiere, potete prendere parte al tour degustazione*, al tour dei pub* o al gioco di esplorazione*.
Dove dormire a Parigi

Durante il mio ultimo viaggio a Parigi ho soggiornato alla Résidence du Pré*, a pochi minuti a piedi dalla Gare du Nord e in una posizione comodissima per spostarsi in città.
La camera era veramente spaziosa, soprattutto per gli standard parigini, il bagno quasi nuovo e abbastanza ampio per muoversi comodamente. La stanza non dava sulla strada e la notte non si sentivano rumori né auto, ottima per riposare in tranquillità dopo una giornata trascorsa per le strade di Parigi.
Per sapere come raggiungere la città dall’aeroporto, vi consiglio di leggere il post dedicato agli aeroporti di Parigi.
Quali sono, secondo voi, le altre cose da non perdere nel Quartiere Latino di Parigi? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!
Le foto sono state scattate con una Canon 80D*, per vedere le altre sfogliate il mio album su Flickr.
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maria Grazia
Vorrei avere notizie sulla possibilità di visitare Parigi sotterranea Grazie
nonna Cicci
Martina Sgorlon
maria GraziaBuongiorno Maria Grazia! Io purtroppo non sono riuscita a visitare la Parigi sotterranea, ma ho trovato alcuni tour guidati che forse possono fare al caso tuo, nelle singole pagine trovi tutte le informazioni:
– Catacombe di Parigi: biglietto prioritario con audioguida*
– Catacombe di Parigi: tour guidato con ingresso VIP rapido*
– Biglietti per le Catacombe di Parigi*
Buon viaggio!
Jules
Non sono mai stata a Parigi, ma grazia a questi tuoi articoli quartiere per quartiere, quando ci andrò sarà facilissimo!
https://julesonthemoon.com/
Martina Sgorlon
JulesCiao Jules, mi fa davvero tanto piacere! Grazie mille ♥