Cimitero dei burci di Casier: passeggiata nel Parco naturale regionale del fiume Sile

Il Cimitero dei Burci di Casier (Treviso) nel Parco naturale regionale del Fiume Sile. La storia, gli aspetti più curiosi e come raggiungerlo.
Il Parco naturale regionale del fiume Sile non è solo un’area con una flora e una fauna variegate, ma è anche un territorio con una storia ricchissima che viene preservata lungo le sue sponde, ospitata all’interno dei suoi musei e custodita dalle sue acque, proprio come accade nel Cimitero dei burci. Vi porto a scoprirlo.
Il Parco naturale regionale del fiume Sile
Il Parco naturale regionale del fiume Sile è una delle meraviglie verdi del Veneto e una vera e propria oasi fatta di percorsi pedonali e ciclabili, animali e piante di ogni tipo e acque navigabili che conducono al Mar Adriatico.

Diviso tra undici comuni e tre province — quelle di Treviso, Padova e Venezia — il parco si estende su una superficie di oltre 14 chilometri quadrati (4152 ettari) ed è un’area naturale protetta.
Il parco comincia esattamente intorno alle sorgenti del Sile (o i fontanassi, come sono chiamati in dialetto) che si trovano al confine tra i comuni di Vedelago (Treviso) e Piombino Dese (Padova), e termina alla sua foce, quando il corso d’acqua si immette nel Mar Adriatico e nella Laguna di Venezia. È questo il percorso che, con i suoi 70 chilometri, rende il Sile il fiume di risorgiva più lungo d’Italia e uno dei più lunghi d’Europa. Ve ne avevo parlato anche nel post dedicato ai corsi d’acqua di Treviso.

Oggi l’intero parco è ricco di sentieri, attività e pannelli informativi che permettono di scoprire in modo approfondito il territorio e di viverlo nel totale rispetto della natura. Tra i tanti punti di interesse ci sono “La Porta dell’Acqua“, il percorso attrezzato nei pressi delle risorgive, l’Oasi Naturalistica del Mulino Cervara a Quinto di Treviso, che ospita un museo etnografico all’interno di un antico mulino e capanne per il bird watching, o il Cimitero dei burci di Casier; e questi solo per citarne alcuni.
Per scoprirli tutti, l’ente Parco del Sile ha sviluppato e creato un percorso ciclabile, il GiraSile, che segue l’intero corso del fiume snodandosi per 90 chilometri da Casacorba, una delle frazioni di Vedelago che ospitano le sorgenti, fino a Portegrandi, nel comune di Quarto d’Altino (in provincia di Venezia), dove si trova la foce naturale del fiume.

I burci: cosa sono e la loro storia
Se oggi il Parco naturale regionale del fiume Sile è un punto di riferimento dal punto di vista storico e ambientale, un tempo il corso d’acqua e le sue sponde erano fondamentali in termini economici e commerciali.
Grazie alla portata costante tutto l’anno, infatti, la corrente del Sile venne usata per secoli per alimentare mulini e opifici e, fin dall’Età Romana, per collegare la Marca Trevigiana con la Laguna, favorendo così lo scambio delle merci tra l’entroterra e il Mar Adriatico.

Protagonisti di questi scambi commerciali erano i burci (burchio o bùrcio, al singolare), grandi battelli da carico in legno lunghi tra i 20 e i 35 metri e caratterizzati da fondo piatto, il più adatto alla navigazione fluviale e lagunare dove i fondali sono spesso molto bassi.
I burci, tipici del territorio veneziano, erano solitamente dotati di due alberi per le vele, uno a poppa e uno a prua, ma potevano essere spinti anche a remi o con grosse pertiche oppure, nell’area a sud di Treviso dove la corrente rallenta, trainati da cavalli o buoi con l’ausilio di lunghe funi. A guidare gli animali, che percorrevano gli argini rialzati chiamati ancora oggi restere, c’erano i “tiranti”, gli uomini che avevano trasformato questa pratica in un vero e proprio lavoro.

Il Cimitero dei burci di Casier
I burci furono utilizzati lungo il Sile fino agli anni Settanta del Novecento, un aspetto che rese il Veneto una delle ultime regioni italiane ad abbandonare il trasporto fluviale tradizionale. Con il passaggio a quello su strada, molte imbarcazioni furono abbandonate a loro stesse, come accadde a quelle che oggi riposano al Cimitero dei burci nel comune di Casier, un sito archeologico più unico che raro.
Formatosi in un’ansa riparata del fiume e nella confluenza tra il Sile e il ramo ribattezzato “Sil morto”, il Cimitero dei burci si estende in un’area che nel corso degli anni ha cambiato spesso destinazione: tra il 1911 e gli anni Venti del Novecento fu utilizzata come cava, per esempio, mentre tra le due Guerre Mondiali come squero per la manutenzione delle barche.

Il cimitero nacque invece nei primi anni Settanta accogliendo, prima del 1975, almeno otto imbarcazioni, alle quali se ne unirono poi altre tredici; quattro di loro purtroppo scomparvero completamente prima della fine degli anni Ottanta.
Nel corso degli studi che hanno coinvolto il sito tra il 2014 e il 2015, gli archeologi hanno censito ben diciannove relitti, il più antico risalente al 1937, e scoprirono che, nonostante il nome “Cimitero dei burci”, quest’angolo del Sile ospita in realtà anche altri tipi di imbarcazioni, come gabarre e comacine. Grazie ad alcuni documenti ritrovati, si è scoperto inoltre che tre di loro appartenevano all’armatore Dante Bernardi, nato nel 1911 a Rossano Veneto (Vicenza), che cessò la sua attività nel marzo 1985.
Oggi questo luogo immerso nel verde è un sito archeologico tra i più fragili della regione, costantemente messo alla prova dalle intemperie, ma è proprio questa fragilità a renderlo così affascinante e una delle tappe da inserire nel proprio itinerario se volete scoprire la storia del Sile.

Informazioni utili per visitare il Cimitero dei Burci
Casier, il cui nome deriverebbe dal latino caseārius, ossia “relativo al formaggio”, è un piccolo comune di 11.000 abitanti a circa 6 chilometri da Treviso. Sviluppatosi soprattutto grazie all’importante ruolo commerciale del Fiume Sile, la sua economia fu incentivata anche dall’arrivo dei ricchi veneziani, che tra il Diciassettesimo e il Diciottesimo secolo elessero questa zona ad area di villeggiatura dando vita a numerose ville venete, come Villa Barbaro Roman.
Il Cimitero dei burci, che si trova leggermente più a nord rispetto al cuore del comune, è raggiungibile sia dal centro di Casier sia da Treviso grazie ai percorsi realizzati dall’ente che si occupa del Parco naturale regionale. Ecco come raggiungerlo a seconda del vostro punto di partenza.

Da Casier
Se decidete di raggiungere Casier in auto, potete parcheggiare nei pressi del porto e poi proseguire a piedi; il percorso è lungo circa un chilometro e mezzo ed è quasi interamente immerso nella natura. Il sentiero è percorribile anche in bicicletta ed è adatto a tutti.
Da Treviso
Se vi trovate a Treviso e non avete un’auto a disposizione o volete trascorrere una giornata all’aria aperta e in modo attivo, potete raggiungere il Cimitero dei burci anche a piedi o in bicicletta seguendo il corso del Sile. Il tragitto, lungo poco più di 13 chilometri tra andata e ritorno, si snoda lungo l’Alzaia o Restera, la stessa che un tempo veniva percorsa dai “tiranti” e unisce le mura trevigiane con Casier. Trovate la mappa completa sul sito ParcoSile.it.

Conoscevate il Cimitero dei Burci di Casier? Siete mai stati nel Parco naturale regionale del fiume Sile? Se avete dubbi o suggerimenti, lasciate un commento!
Tutte le foto presenti nel post sono state scattate con una Canon 80D* con obiettivo Canon 24 mm* e un iPhone 11 Pro*. Per vedere tutte le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.