Palazzo Foscolo: visita ai musei di Oderzo tra storia e arte
Palazzo Foscolo di Oderzo: vi porto alla scoperta delle sue collezioni storiche e artistiche tra il Museo Archeologico e la Pinacoteca.
Palazzo Foscolo è il cuore culturale di Oderzo, in provincia di Treviso. Un edificio cinquecentesco che si trova al limite del centro storico. Dopo averlo inserito tra le cose da vedere in città, vi racconto la sua storia e vi porto a scoprire i suoi musei.
Palazzo Foscolo in pillole
Il palazzo ha subìto moltissimi restauri nel corso dei secoli e della struttura originaria oggi rimangono solo il corpo principale e una delle barchesse, perché l’altra è stata distrutta dai francesi nell’Ottocento. L’intervento più recente risale agli anni 80 del Novecento, dopo che un incendio aveva pesantemente danneggiato il cuore dell’edificio.

Dalla sua costruzione il palazzo cambiò diversi proprietari. Nato come Palazzo Contarini e diventato poi Condulmer, oggi è noto come Foscolo grazie all’ultima famiglia che lo abitò, la cui ultima erede, la contessa Anna, morì nel 1942. Pochi anni più tardi diventò proprietà del Comune.
Nel corso dei secoli non cambiarono solo le famiglie, ma anche gli scopi: da abitazione privata a casa di caccia, da sede religiosa e scolastica a militare durante la Prima Guerra Mondiale. Oggi, come vi dicevo, è il polo museale più importante della città. Vi porto a scoprirlo.
I musei di Palazzo Foscolo
Oggi Palazzo Foscolo ospita al suo interno il Museo Archeologico “Eno Bellis”, la Pinacoteca “Alberto Martini” e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Vi accompagno a scoprirli uno per uno.
Museo Archeologico “Eno Bellis”
Il Museo archeologico Eno Bellis è stato allestito all’interno di una delle barchesse di Palazzo Foscolo e, inaugurato nel 1876, è uno dei più antichi d’Italia. Dopo anni di restauro e il trasferimento nell’attuale sede, è stato riaperto nel 1999 e racchiude in sé tanti piccoli pezzi di storia della città.

Oderzo è un centro antico, fondato dai Veneti nel II millennio a.C., ma si è sviluppato soprattutto in epoca romana, quando diventò uno dei centri più importanti della regione. Tutto questo prima di essere distrutto dai barbari e prima di rinascere nel medioevo.
Il museo copre secoli di storia, anche se le testimonianze risalgono principalmente al periodo romano e preromano.

Il percorso inizia al primo piano. Nella prima sala sono conservati i reperti di epoca preromana ritrovati nell’area di Oderzo. Si comincia con la preistoria, poi si continua con l’Età del Bronzo, durante la quale sembra essersi formato un primo centro urbano, e infine con quella del Ferro.
Tra i ritrovamenti più interessanti c’è senza dubbio quello della sepoltura di cavallo dalla necropoli dell’Età del Ferro (seconda metà del V secolo a.C.). È stata portata alla luce nel 2005 e oggi lo scheletro è esposto all’interno del museo insieme alla bardatura in ferro e bronzo che lo accompagnava.

La seconda parte del primo piano è invece dedicata all’epoca romana, quando la città si chiamava Opitergium. Quest’area del museo può essere definita la “sala delle anfore” per l’elevato numero di contenitori in terracotta esposti, tutti ritrovati nell’area di Oderzo.

Anche il piano terra è dedicato all’antica Opitergium. Tra i reperti più belli ci sono i mosaici, uno fra tutti quello dedicato alla caccia, risalente al III secolo d. C. Queste opere d’arte sono diventate un simbolo della città. Un’intera sala è invece dedicata alle lapidi e ai monumenti funerari.
Quelli all’interno del Museo Archeologico Eno Bellis sono solo alcuni dei tanti ritrovamenti in città. Molti infatti sono visibili nella loro posizione originale camminando per il centro storico e possono essere scoperti in autonomia o grazie a una delle passeggiate storiche a Oderzo.

La Pinacoteca Alberto Martini
Ospitata al terzo piano di Palazzo Foscolo, la pinacoteca conserva al suo interno oltre 450 opere realizzate dall’artista dal quale prende il nome, nato proprio a Oderzo nel 1876. Una delle più importanti è esposta nel salone principale: un autoritratto realizzato con la china nel 1911.

Proseguendo la visita si incontra poi una delle collezioni più significative a livello nazionale: quella dedicata alla Divina Commedia. I disegni furono realizzati da Alberto Martini per un concorso indetto nel 1901 dall’editore fiorentino Alinari, che voleva pubblicare una versione aggiornata e illustrata dell’opera di Dante. Alla fine, tra quelle da lui proposte ne vennero scelte 22.

Tra i cicli letterari ci sono anche le illustrazioni a china ispirate a La Secchia Rapita. Il poema fu scritto da Alessandro Tassoni nella prima metà del Seicento e racconta, con dettagli fantastici, un conflitto medievale tra Bologna e Modena.
Narra che, dopo una battaglia tra le due città, i modenesi decisero di riportare a casa il secchio di un pozzo come trofeo. Quando si rifiutarono di restituirlo, i bolognesi dichiararono loro guerra. In campo scesero anche alcuni dèi dell’Olimpo, divisi tra i due eserciti.

Queste creazioni raccontano un lato comico e grottesco di Alberto Martini, ma la maggior parte delle sue opere è drammatica, romantica e quasi misteriosa. Esempi sono la raccolta dei Misteri e le illustrazioni dei Racconti di Edgar Allan Poe, opere cupe che dimostrano l’avvicinamento dell’artista al Surrealismo.
Anche se gran parte delle sue opere sono realizzate utilizzando solo il nero, non mancano quelle a colori, create soprattutto nella seconda metà della sua vita. Esposti si possono ammirare i ritratti della moglie, Maria Petringa, le pitture “coi colori del cielo” e i cicli religiosi de La Vita di Cristo e La Vita della Vergine.

L’ultima sala della Pinacoteca conserva al suo interno il Tetiteatro, un modello inventato da Martini nel 1923. Si tratta di un teatro «acquatico e terrestre a un tempo, multiforme e trasformabile», come lo descriveva l’artista. Una struttura dove l’acqua diventa parte dell’architettura e della scenografia, quasi un’attrice.
La Pinacoteca Alberto Martini è uno dei fiori all’occhiello di Oderzo e, attraverso le opere conservate al suo interno, è davvero possibile conoscere la figura di Martini a trecentosessanta gradi. Soprattutto, si può scoprire il lato artistico di una cittadina nota principalmente per la sua storia.

La Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea
Lasciandosi la Pinacoteca alle spalle e tornando al piano terra di Palazzo Foscolo, si incontra poi la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMCO).
Alle pareti sono appesi dipinti di artisti opitergini come Giuseppe Vizzotto Alberti, Giulio Ettore Erler, Gina Roma e Armando Buso. Un’occasione per scoprire un altro volto dell’arte della città.

Visitare Palazzo Foscolo: le informazioni utili
Palazzo Foscolo si trova in via G. Garibaldi 63 a Oderzo (Treviso). È aperto il venerdì dalle 14.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.00.
L’ingresso costa 4€ intero e 3€ ridotto. C’è la possibilità di acquistare un biglietto cumulativo che comprende il Museo Archeologico, la Pinacoteca e la Galleria d’Arte Moderna: 6€ intero e 4€ ridotto (5€ in caso di mostre temporanee). La prima domenica del mese costa 1€, ma solo con visita guidata a cura di Associazione Athena (0422 713333).
Il biglietto ridotto è disponibile per ragazzi dai 7 ai 17 anni, studenti universitari fino a 26 anni, residenti nel Comune di Oderzo, gruppi di oltre 10 persone e tesserati Touring. Gratuito per bambini fino a 6 anni, diversamente abili con accompagnatore, tesserati Amico Oderzo Cultura e un accompagnatore per gruppo.

Dove dormire a Oderzo
Non avendo mai dovuto cercare un alloggio non saprei indicarvene uno con precisione, ma sono sicura che attraverso la mappa* qui sotto troverete una soluzione adatta a voi.
Booking.comLe immagini sono state scattate con un iPhone 6s e una Canon 1100D*, per vedere le altre sfogliate il mio album su Flickr.
Agnese - I'll B right back
Ti tocca proprio ospitarmi quando torno…non prima di farti ospitare da me in Toscana, però!! Ahahah 😀
Martina Sgorlon
Agnese – I’ll B right backMa più che volentieri! Comunque, con grandissimo dispiacere, tornerò in Toscana, promesso. 😉
Un abbraccio ❤