Nord della Sardegna: 6 chicche da non perdere in provincia di Sassari

Nord della Sardegna: alcuni luoghi da non perdere in provincia di Sassari. Tra spiagge, storia e natura in una zona dell’isola tutta da esplorare.
Sapevo che la Sardegna non era fatta di solo mare, giornate in spiaggia e totale relax, per questo quando se ne è presentata l’occasione, complice un Maestrale che soffiava senza sosta, ho deciso di lasciare la sabbia alle mie spalle e di immergermi tra storia e cultura. Vi porto a scoprire alcune chicche della zona settentrionale dell’isola.
Il nord della Sardegna in pillole
Il Nord della Sardegna è amministrato interamente dalla provincia di Sassari e, come tutta l’isola, vanta una storia antichissima che risale al Neolitico, periodo del quale rimangono ancora oggi molte tracce su tutto il territorio. Densamente popolato (per l’epoca) durante il periodo della civiltà nuragica, divenne una colonia romana qualche secolo dopo, un territorio ricco di fattorie e legato a doppio filo alla città di Turris Libisonis, oggi Porto Torres.
Sassari, invece, nacque nel Medioevo, quando le popolazioni costiere si spostarono verso l’interno per salvarsi dagli attacchi dei pirati saraceni, anche se poi l’isola entrò a far parte del raggio d’azione dell’Impero Bizantino.

A partire dal Nono secolo, invece, le istituzioni locali proclamarono l’indipendenza dando vita a quello che è passato alla storia come il Periodo dei Giudicati: quattro governi autonomi che rimasero in carica per seicento anni. Nel nord della Sardegna operavano il Giudicato di Torres e quello di Gallura, verso sud, invece, c’erano quelli di Arborea e di Calari.
A interferire con questa divisione ci pensarono le repubbliche marinare, in particolare di Pisa e Genova, che riuscirono a estendere la loro influenza in quasi tutti i Giudicati a esclusione di quello di Arborea. È con la nascita del Regno di Sardegna nel 1297 che le cose cambiarono: da quel momento, infatti, il territorio subì le influenze della corona spagnola che si alleò con Arborea per cacciare i pisani dall’isola.
Da quel momento la storia della Sardegna si intreccia indissolubilmente con quella d’Italia e d’Europa.

Cosa vedere nel nord della Sardegna
In questo post ho deciso di concentrarmi su alcune chicche della provincia di Sassari, luoghi più o meno conosciuti che meritano una visita durante il vostro viaggio.

Aggius: il paese delle porte dipinte
Aggius è un piccolo comune che supera di poco i millecinquecento abitanti e che si trova nel cuore della Gallura, a circa dieci minuti in auto da Tempio Pausania e ad un’ora da Olbia.
È fatto di vie strette — in molte ci passa a malapena un’auto — e case fatte di pietra granitica a vista unite le une alle altre, quasi a formare un labirinto e nel 2005 ha ricevuto da parte del Touring Club Italiano il riconoscimento Bandiera Arancione per il suo centro storico, il contesto ambientale e l’efficienza dei servizi turistici.
Il paese è, inoltre, una Comunità Ospitale, ossia “un modello di offerta turistica innovativo in cui il borgo e la sua comunità si propongono come meta per una vacanza responsabile e sostenibile alla scoperta dell’anima di un luogo e della sua gente”.

Nonostante le dimensioni, ad Aggius ci sono due musei. Il primo è quello del Banditismo, unico del suo genere in Italia, che racconta la storia del comune come centro dei banditi galluresi dal Cinquecento all’Ottocento. Il secondo è il MEOC, il Museo Etnografico più grande della Sardegna, ricco di storia e tradizioni popolari.
Ultimo, ma non meno importante, Aggius è noto per le sue porte dipinte. Sono tante e tutte diverse, piccole opere d’arte urbana sparse qua e là. Alcune hanno colori accesi e disegni realistici, altre sono sono dipinte con colori più sobri come il bianco e il nero, ma sono allo stesso tempo decorate con disegni tradizionali o forme geometriche.
Non so come mai questo piccolo paese nel cuore della Gallura si è riempito di colori, ma so che le sue porte colorate sono uno dei motivi per i quali bisogna fermarsi se si passa di qui.
La Valle della Luna
La Valle della Luna, nota anche come Piana dei Grandi Sassi, è un luogo non lontano da Aggius che deve al suo nome ai paesaggi lunari che lo caratterizzano.
Le rocce granitiche sono state modellate dal vento e dalle intemperie nel corso dei secoli e oggi regalano panorami e scorci splendidi in ogni stagione dell’anno, estate compresa, quando il territorio è costellato di verde.

Castelsardo
Castelsardo si affaccia sul Golfo dell’Asinara ed è una cittadina fatta di stretti vicoli, di rampe, di gradini che scendono verso il mare e salgono verso il castello.
Il centro storico si sviluppa proprio all’interno della cinta muraria del Castello dei Doria, costruito nel 1102 e chiamato anche Castel Genovese: è il luogo di interesse principale della città e oggi ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo.
La cosa bella di Castelsardo è la sua autenticità, quella che piano piano sta sfumando tra cartoline e menu poliglotti dei ristoranti. Passeggiando, però, si possono ancora incontrare signore più o meno anziane sedute sull’uscio di casa ad intrecciare li paneri, diventati ormai i simboli di questa città.
Si tratta di cestini di varie dimensioni fatti a mano e con decorazioni colorate in rafia. Le donne castellanesi li realizzano per poi esporli fuori dalla porta della propria abitazione e venderli a chi vuole portare a casa con sé un ricordo della città. Ovviamente, anche i negozi ne sono pieni.
Se volete scoprire Castelsardo più nel dettaglio vi suggerisco di leggere il blog di Agnese I’ll B right Back, che ne ha parlato nel post dedicato a cosa vedere a Castelsardo.

La Roccia dell’Elefante
Lungo la strada che porta verso Castelsardo si incontra la Roccia dell’Elefante, un’antica Domus de Janas isolata lungo la Statale 134 che prende il nome dalla sua particolarissima forma, che ricorda proprio la sagoma di un elefante.
Le Domus de Janas (concetto che si può tradurre dal sardo con “case delle fate”) sono piccole abitazioni scavate nella roccia che nel neolitico venivano usate come tombe. Una delle più famose si trova a Sedini, Il Paese nella Roccia.

Sedini
Sedini, con il suo intreccio di vie e le case dalle pareti rocciose, permette di scoprire una Sardegna diversa, fatta di storia e abitudini semplici, forse un po’ più nascosta, ma sicuramente affascinante e meno turistica. È stata una piccola scoperta sull’isola, una di quelle che consiglio a chiunque.
Soprattutto, è il centro principale per chi vuole scoprire le Domus de Janas. Qui, infatti, c’è quella che è nota come “la cattedrale delle Domus de Janas“, una casa realizzata all’interno di un masso completamente in superficie e considerata la più grande della Sardegna.
Inoltre, a differenza delle altre, questa domus si trova all’interno del centro storico, non in un luogo isolato, e ciò l’ha resa parte integrante del paese: nei secoli è stata usata come prigione, negozio, luogo di ricovero degli animali e abitazione.
Oggi la casa ospita i il Museo Etnografico che è diviso in due aree principali, proprio come la casa. La prima è il perfetto esempio di abitazione povera, con le stanze scavate nella roccia e il soffitto annerito dal fumo del fuoco acceso per riscaldarla.
La seconda, invece, era di proprietà di una famiglia benestante e oggi è arredata con oggetti risalenti alla fine dell’Ottocento e alla prima metà del Novecento. Dal piano terra di quest’ultima si accede ad alcune celle sepolcrali più antiche.
Sedini è visitabile anche da Castelsardo insieme ad alcune guide locali, trovate tutte le informazioni a questo link*.
Il museo etnografico Domus de Janas è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00. Il costo del biglietto è di 2,50€ intero, 1,50€ ridotto (gruppi composti da più di 10 persone, visitatori dai 6 ai 18 anni).

Le spiagge della Costa Rossa e della Costa Paradiso
La provincia di Sassari ospita alcune delle spiagge più famose della Sardegna, come quelle della Costa Smeralda, quelle dell’Arcipelago della Maddalena o di Stintino. In realtà, però, ci sono altre zone che vantano spiagge meravigliose.
Tra queste le spiagge della Costa Paradiso, spesso circondate da una natura incontaminata o ricche di calette nelle quali trascorrere qualche ora in tranquillità, o quelle della Costa Rossa, che al tramonto regalano colori e panorami mozzafiato. Ve ne ho parlato in maniera più approfondita in un altro post.

Dove dormire nel Nord della Sardegna

Durante il mio viaggio in Sardegna ho soggiornato in un appartamento che potete trovare anche su Airbnb. Il bilocale ha una camera matrimoniale e un salotto con due divani letto singoli, un angolo cottura, un bagno e un’ampia terrazza dove è possibile mangiare. Si trova a pochi minuti di auto da Isola Rossa.
L’appartamento è all’interno di un villaggio, in una zona tranquilla e dalla quale è possibile raggiungere a piedi alcune delle spiagge più belle della Costa Rossa, come Li Caneddi e la Marinedda.
In un altro post vi ho spiegato nel dettaglio come funziona Airbnb.
Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.
*All’interno di questo post potrebbero essere presenti dei link di affiliazione, contrassegnati da un asterisco. Questo significa che se decidete di effettuare una prenotazione o di fare un acquisto e utilizzerete questi link, i siti mi riconosceranno una percentuale. Per voi non ci sono costi aggiuntivi, ma così facendo supporterete questo blog e il lavoro che si nasconde dietro ogni articolo pubblicato. Grazie ❤
Michela
Buongiorno Martina,la settimana prossima sono in ferie e andrò a vedere Aggius.
Sono finalmente tornata a vivere in Sardegna dopo 20 anni di Bologna.
Sono felicissima di poter scoprire piano piano l’entroterra che nasconde paradisi e tradizioni.
Michela
Martina Sgorlon
MichelaCiao Michela, l’entroterra sardo è davvero ricco di piccole chicche! Buone ferie!
Agnese - I'll B right back
Aaahh Marti, ho gli occhi a cuoricino! Sono stata ad Aggius tipo 12 mesi prima di te e ho scattato più o meno esattamente le stesse foto (ok, le tue sono un attimino più belline….): mi hai riportato indietro nel tempo in uno dei borghi più pittoreschi visitati negli ultimi tempi, grazie!
Se riesci, la prossima volta visita anche i musei, sono davvero molto interessanti (quello etnografico poi ha un sacco, ma un sacco di cose da mostrare!)
Un abbraccio <3
Martina Sgorlon
Agnese – I’ll B right backPer me è stato un piacere, Agnese!
Pensa, ero ancora un po’ intontita dalla nottata in traghetto e mai avrei pensato di incontrare un angolo simile lungo il tragitto. Avrei tanto voluto vedere i musei, tra i due mi ispira di più quello del Banditismo, ma sono sicura che anche l’altro è molto bello 🙂
Un bacione ❤
il mondo capovolto (@Vale_RosaMela)
Che bello. Sei stata non lontanissimo da casa mia 🙂 l’entroterra sardo è fantastico. Ci vorrebbero mesi e mesi a scoprirlo. E’ davvero ricchissimo. Io sono di parte comunque, essendo isolana 🙂
Martina Sgorlon
il mondo capovolto (@Vale_RosaMela)L’entroterra mi ha colpito molto, anche se ho visto solo poche cose purtroppo! Di Sedini non avevo mai sentito parlare, quindi è stata davvero una bella sorpresa 🙂 Un bacione 🙂
La Folle
In effetti della Sardegna si vede quasi solo il mare cristallino e le spiagge mozzafiato, non mi viene in mente nessun immagine dell’entroterra.
Non sapevo nemmeno dell’esistenza delle Domus de Janas, pensavo che la Roccia dell’Elefante fosse solo una roccia dalla forma curiosa, invece ha anche un valore storico. Ok, sono sincera: è anche un po’ inquietante, specialmente quella di Sedini, però vabbe’ XD
Martina Sgorlon
La FolleCiao Anna 🙂
Sì, l’entroterra è spesso snobbato, a volte davvero non c’è molto per chilometri, ma altre basta informarsi un po’ 🙂
Anche io pensavo fosse “solo” una roccia particolare, invece no! La visita a Sedini a me è piaciuta molto, l’unica parte un po’ inquietante è dove ci sono le celle sepolcrali, quella sì 😉