Il Museo del Risorgimento di Torino: scoprire Palazzo Carignano e la storia italiana

Museo del Risorgimento di Torino: la storia di Palazzo Carignano, quella del museo e tutte le informazioni utili per la visita.
Il Museo del Risorgimento di Torino (Museo Nazionale del Risorgimento Italiano) è il più antico e importante museo di storia della patria del nostro Paese. In questo post vi racconto come è nato, il passato di Palazzo Carignano, che lo ospita, e condivido con voi tutte le informazioni per la visita.
La storia di Palazzo Carignano
Il Palazzo dei Principi di Carignano, più comunemente abbreviato in Palazzo Carignano, è un edificio storico di Torino e, con Palazzo Reale e Palazzo Madama, fa parte del sito seriale UNESCO delle Residenze Sabaude.
La sua storia inizia nel 1679, quando Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano commissionò la costruzione di una residenza stabile per i principi a Guarino Guarini, ideatore, tra le altre, della cappella della Sindone, oggi parte dei Musei Reali di Torino.
Dopo il termine dei lavori, i primi a trasferirsi, nell’attuale “Appartamento dei Principi”, furono Carlo Albero di Carignano e sua moglie Maria Teresa Asburgo Lorena, ma il palazzo divenne famoso oltre un secolo dopo, quando diventò il luogo natale di Vittorio Emanuele II di Savoia, nato qui il 14 marzo 1820.

Ceduto al Demanio nel 1831 per essere trasformato nella sede del Consiglio di Stato e della Direzione delle Poste, nel 1848 Palazzo Carignano divenne la sede della Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino e poi, dal 1861 al 1864, sede del primo Parlamento del Regno d’Italia. È qui che ebbero luogo due dei più importanti avvenimenti dell’Ottocento italiano: la lettura dello Statuto Albertino (costituzione del Regno di Sardegna e poi prima costituzione del Regno d’Italia), avvenuta il 4 marzo 1848; e la proclamazione ufficiale dello stesso Regno, nato il 17 marzo 1861.
Con il trasferimento della capitale a Firenze (1864), Palazzo Carignano si trasformò prima in abitazione privata e poi in sede delle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Torino, che occuparono le sale del piano nobile e del piano terra fino agli anni Trenta del Novecento, quando l’edificio si trasformò in un luogo dedicato a mostre temporanee di carattere storico e artistico. È questa evoluzione che portò, nel 1939, alla nascita del vero e proprio Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.

La storia del Museo del Risorgimento
Una prima idea di Museo del Risorgimento Italiano nacque a pochi anni di distanza dall’Unità d’Italia e più precisamente nel 1878, anno della morte del primo re dell’Italia Unita, al quale fu dedicato e intitolato; all’epoca si chiamava infatti “Ricordo nazionale di Vittorio Emanuele II“.
In realtà, però, in quel periodo il museo era ben diverso da come è oggi: si trattava soprattutto di allestimenti provvisori e temporanei — uno di questi in occasione dell’Expo generale italiana del 1884 — e ci vollero anni prima di arrivare a un’esposizione permanente, inizialmente ospitata, dal 18 ottobre 1908 al 1938, nella Mole Antonelliana.

In seguito a una breve parentesi all’interno del palazzo del Giornale, nel parco del Valentino, il museo fu finalmente trasferito a palazzo Carignano nel 1939.
Dopo aver subito non poche modifiche nel corso degli anni successivi, nel 2006, dopo le Olimpiadi di Torino, l’edificio fu chiuso al pubblico per un enorme lavoro di restauro e per riallestire le diverse sale. Al termine dei lavori, il museo ha riaperto le sue porte in occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: il 18 marzo 2011.
Visitare il Museo del Risorgimento di Torino
Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, allestito sul piano nobile di Palazzo di Carignano e, secondo me, tra i musei di Torino da inserire nel vostro itinerario, è oggi composto da 30 sale diverse per dimensione e tema e si può visitare in circa due ore. La visita può essere completamente autonoma o può essere fatta seguendo uno dei tre percorsi suggeriti.
Il percorso da 45 minuti, il più breve, porta alla scoperta dei tre oggetti più significativi per ciascuna sala; quello da 90 minuti, definito “standard”, invece, vi condurrà verso i sette elementi più importanti di ogni stanza; infine, c’è il “percorso di approfondimento” di circa due ore, che offre una panoramica completa.

La visita inizia dalla scalinata che conduce al primo piano del palazzo e dove sono esposti i gonfaloni di numerose città italiane, oltre che i busti di importanti figure del Rinascimento del nostro Paese.
Da lì si accede poi al corridoio dedicato alle Esposizioni di Torino del 1884, del 1898 e del 1911 — con una piccola parentesi dedicata alla Mole Antonelliana — e al Trofeo donato dai municipi italiani nel 1884 al capoluogo piemontese.

Il percorso continua poi nella sala numero 4, dedicata alle rivoluzioni del Settecento — come quella francese, che trasferisce il potere dal sovrano assoluto al popolo, o quella industriale inglese, che accompagna l’Europa verso la modernità —, che vengono celebrate con l’Albero della Libertà.
Dopo una prima panoramica continentale, il focus si sposta sull’Italia con la sala dedicata all’occupazione francese e al triennio rivoluzionario (1796-1799), la stanza dedicata all’Italia napoleonica (1800-1814) e quella che racconta la penisola della restaurazione, delle società segrete e delle insurrezioni (1815-1830).
Dalla decima sala in poi, invece, si entra nel vivo con le rivoluzione del 1830, il movimento democratico, i sovrani e le riforme, come lo Statuto Albertino e le prime costituzioni. È qui, nella sala numero 12, che è esposto il testo originale dell’Inno di Mameli.

Il 1848, anno chiave della storia del Risorgimento Italiano, si incontra a partire dalla tredicesima sala e continua in quelle successive, dove vengono raccontate le Guerre d’Indipendenza, la vita nell’esercito e l’esilio e la morte di Carlo Alberto.
È in questa parte della visita che si incontra anche una delle sale più belle, se non la più bella: la Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino (1848-1860), monumento nazionale dal 1898.

Nella diciottesima sala, invece, i moti rivoluzionari lasciano il posto alla crisi dei vecchi stati regionali italiani, alla Guerra di Crimea (che ha segnato l’ingresso del Regno di Sardegna nella politica internazionale) e agli eventi e incontri storici che hanno portato all’Unità del Paese; tra questi ultimi le nuove guerre d’indipendenza, i nuovi plebisciti, la spedizione dei Mille del 1860 e la nascita del Regno d’Italia (17 marzo 1861).
Dopo una breve parentesi dedicata al costume e alla società dell’epoca, il percorso espositivo accompagna verso la Grande Guerra.

Al termine della visita si incontra infine la Nuova Camera dei Deputati del Regno d’Italia, in realtà mai utilizzata a causa del trasferimento della capitale da Torino a Firenze. Oggi è arricchita con enormi tele che raccontano le imprese militari dal 1848 al 1860.
È qui che si conclude il percorso all’interno di Palazzo Carignano, affascinante libro di storia sui generis.

Informazioni utili per la visita
Per entrare a Palazzo Carignano si può accedere da piazza Carlo Alberto, non lontana da Piazza Castello e dal Museo Egizio di Torino. Il museo è aperto dalle 10.00 alle 18.00 (con ultimo ingresso alle 17.00) dal martedì alla domenica.
Per visitarlo esistono diverse tipologie di biglietto:
Intero | 10,00€ |
Ridotto (gruppi di minimo 5 persone, over 65 e militari) | 8,00€ |
Gruppo famiglia (massimo 5 persone, con massimo 2 adulti) | 18,00€ |
Studenti universitari | 5,00€ |
Studenti di scuola secondaria di secondo grado | 4,00€ |
Studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado | 2,50€ |
L’ingresso è gratuito per i minori di 6 anni, i visitatori con disabilità (e loro accompagnatore), insegnanti e possessori di tessere Abbonamento Musei, Royal Card e Torino+Piemonte Card; della prima e dell’ultima ho parlato nel dettaglio nei post dedicati.

Avete mai visitato Palazzo Carignano e il Museo del Risorgimento di Torino? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!
Dove dormire a Torino
Durante il mio ultimo viaggio a Torino ho soggiornato al Best Western Hotel Genio*, una struttura tre stelle semplice, ma curata, e con personale estremamente gentile. La stanza dove ho soggiornato era molto spaziosa e affacciata su un cortile interno che ha permesso il riposo nonostante la zona trafficata.
Per visitare Torino la posizione è ideale, perché l’hotel si trova a due passi dalla stazione Porta Nuova, dalla metropolitana e dalla fermata dell’autobus e permette di raggiungere comodamente a piedi il centro e le piazze principali, ma anche il Parco del Valentino. A parte per raggiungere la Basilica di Superga, infatti, non ho mai utilizzato i mezzi.
Le immagini sono state scattate con una Canon 80D*, per vedere le altre sfogliate il mio album su Flickr.
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