Montmartre: cosa vedere e le curiosità sul quartiere degli artisti di Parigi

Montmartre: cosa vedere, la sua storia e alcune curiosità. Un itinerario alla scoperta del quartiere degli artisti di Parigi per scoprire i suoi angoli più suggestivi e iconici.
Quartiere di artisti e angolo di Parigi dal fascino bohémien, Montmartre è una delle zone più suggestive della capitale francese, un luogo da esplorare con calma tra storia e arte. In questo post vi porto a scoprirlo.
La storia di Montmartre in pillole
Montmartre, in assoluto un must quando si parla di cosa vedere a Parigi, vanta una storia antichissima che risale al periodo gallo e romano, quando la collina sulla quale sorge era nota con il nome di “Monte di Mercurio” prima e “Monte di Marte” poi.
L’altura all’epoca era un luogo di sacrifici e condanne ed è proprio qui che nel 250 è avvenuto il martirio di Saint Denis, primo vescovo di Parigi. Con la sempre maggiore diffusione del cristianesimo, in suo onore il monte fu ribattezzato Mons Martyrum (dal quale deriva il nome attuale) e nacque una piccola cappella trasformata poi per volere di Luigi VI nella chiesa di Saint-Pierre de Montmartre. L’edificio è visitabile ancora oggi, anche se oscurato dalla ben più grande Basilica del Sacro Cuore.
Nello stesso periodo sorse anche un enorme monastero benedettino che copriva gran parte della collina e furono proprio queste novità a far sorgere tutt’intorno un villaggio indipendente ricco di giardini, vigne e mulini.

Allo scoppio della Rivoluzione Francese, quando Montmartre ancora non faceva parte della capitale, il monastero fu abbattuto per ragioni politiche e per l’ampliamento delle cave di gesso, sfruttate fin dall’antichità per costruire gran parte di Parigi.
La situazione rimase immutata per decenni, fino a quando, il 1 gennaio 1860, Montmartre fu annesso alla città.
Vista da una certa distanza, la collina di Montmartre non era cambiata molto dai tempi dei Romani. Per secoli c’erano state vecchie viti, curate nel Medioevo da suore del posto, ma ormai gli antichi vigneti erano stati sostituiti da edifici, oppure erano diventati terreni incolti. Ma un cambiamento gradevole era avvenuto. Diversi mulini a vento di legno si erano raggruppati vicino alla cima e le pesanti pale che vorticavano davano alla collina un aspetto pittoresco.
Paris*, Edward Rutherfurd
Solo avvicinandosi diventava chiaro che Montmartre era un po’ un disastro. Troppo ripida e scomoda perché il barone Haussmann potesse domarla […].

Da allora il quartiere non ha avuto vita tranquilla. Da una parte, per la sua posizione periferica, si trasformò presto in un rifugio per persone ai margini della società e nacquero zone malfamate e baraccopoli come “Le Maquis” (“la macchia”, in italiano). Dall’altra fu teatro delle lotte sociali del 1871 legate all’autoproclamato governo rivoluzionario della Comune di Parigi, durato solo due mesi e terminato in scontri sanguinosi.
Nonostante questo, però, Montmartre attirò anche numerosi artisti che lo scelsero come casa o luogo di ritrovo. Ecco perché, a scontri terminati e con l’arrivo di quella che è passata alla storia come Belle Époque, il quartiere iniziò piano piano a riqualificarsi e a trasformarsi in un’oasi bohémien.
Oggi non è solo una delle zone più autentiche di Parigi, ma anche una delle più affascinanti e suggestive, ricca di cose da vedere e di storie da raccontare.

Cosa vedere a Montmartre
Dopo avervi raccontato la sua storia, è arrivato il momento di accompagnarvi per le vie del quartiere per scoprire cosa vedere a Montmartre.
Ecco i suoi luoghi iconici; ve li presento secondo l’itinerario suggerito per visitarli partendo dall’uscita della metropolitana Abesses.

Il Muro dei ti amo
Il Muro dei ti amo (Le mur des je t’aime, in francese) si trova a pochi passi dall’uscita della fermata della metropolitana Abesses, nella piazza giardino Jean Rictus.
Realizzato nel 2000 dall’artista Claire Kito e dal calligrafo Fédéric Baron, è composta da 612 piastrelle che formano uno spazio di 40 metri quadrati sul quale sono stati scritti 311 “ti amo” in ben 250 lingue diverse, comprese la lingua navajo e inuit.
L’opera vuole trasformare un concetto di divisione, quello del muro, in un concetto di unione. Lungo la parete, inoltre, ci sono alcune forme irregolari di colore rosso: unendole si formerebbe un cuore. Fateci caso.

Place du Tertre
Place du Tertre (Piazza della collinetta) è uno dei luoghi più affascinanti di Montmartre e ciò che rimane del suo passato artistico e bohémien. È proprio qui, infatti, che pittori e disegnatori si riuniscono ancora oggi per esporre e vendere le loro opere.
Qui, dove abitarono tra i tanti anche i pittori Picasso e Utrillo, si può vedere anche uno dei più antichi ristoranti di Parigi: À la Mère Catherine. Fondato nel 1793, è noto anche per essere il luogo dove è nata la parola bistrot. Oggi, infatti bistrot è una della parole francesi più conosciute al mondo, ma quello che molti non sanno è che il termine è di origine russa.
L’introduzione nella lingua francese avvenne il 30 marzo 1814, una volta terminata la Battaglia di Parigi che vide la sconfitta di Napoleone per opera delle truppe russe, prussiane e austroungariche. Dopo la guerra alcuni cosacchi andarono a pranzo À la Mère Catherine, una storica brasserie in Place du Tertre, e per impazienza iniziarono a gridare “bystro, bystro” (быстро), ossia “presto”, “veloce”. Da quel giorno il termine, trasformato in bistrot, fu utilizzato per identificare il locale e il suo veloce servizio e da allora si è esteso a tantissime altre attività (non solo) francesi.
Non solo, Place du Tertre è considerata anche il luogo di nascita della Renault, la celebre casa automobilistica francese. È proprio qui, infatti, che Louis Renault vinse la sua più grande scommessa: costruire un veicolo a motore in grado di portarlo dalle strade di Parigi fino alla cima della collina di Montmartre. Arrivò a destinazione il 24 dicembre 1898.

La Basilica del Sacro Cuore
Montmartre si vede e si riconosce da ogni angolo di Parigi non solo perché con i suoi 130 metri è il punto (naturale) più alto della capitale, ma anche perché sulla sua cima c’è la grande Basilica del Sacro Cuore (Basilique du Sacré-Cœur), una delle più famose di tutta la città.
Costruita a partire dal 1875 e al termine della guerra franco-prussiana, persa dagli stessi francesi, la chiesa nacque con uno scopo ben preciso: rafforzare lo spirito dei cittadini, rendere omaggio ai caduti e creare un simbolo di speranza e di rinascita per la città intera.
Anche la sua posizione doveva servire a questo scopo. Da una parte, come dicevo, il punto più alto di Parigi, in modo che tutti i cittadini potessero vederla, dall’altra il luogo del martirio di Saint Denis, che, dopo la decapitazione, si rialzò, prese la sua testa tra le mani e continuò a camminare. Insomma, proprio come la Francia avrebbe dovuto rialzarsi dopo la guerra.
La collina di Montmartre, il luogo dove un tempo si ergeva un tempio pagano, dove san Dionigi era stato decapitato e dove si erano svolte scene terribili durante le recenti sommosse in città. Era proprio giusto che, esattamente nell’anno in corso, lì, accanto ai mulini a vento, sorgesse una nuova chiesa, un tempio dedicato alla Francia cattolica. La sua pura, bianca cupola avrebbe brillato come una colomba sulla città.
Paris*, Edward Rutherfurd

Ci vollero cinquant’anni di lavori e un numero incalcolabile di modifiche rispetto al progetto iniziale, ma poi la basilica fu consacrata nel 1919. Oggi è uno dei luoghi più visitati di Montmartre e uno di quelli da dove si gode uno dei più bei panorami di Parigi.
La Basilica del Sacro Cuore è aperta tutti i giorni dalle 6.00 alle 22.30, ma la cupola apre solo dalle 9.00 alle 17.45, mentre la cripta (secondo alcuni una delle più belle di Parigi, anche se io non ho potuto visitarla) ha orari variabili.

Alcune chicche sulla Basilica del Sacro Cuore
La Basilica del Sacro Cuore nasconde moltissime chicche, prima fra tutte il tesoro che contiene al suo interno: il mosaico più grande di Francia (quello del coro), nonché uno dei più grandi al mondo.
La seconda, invece, è quella legata al materiale con il quale è stata costruita: le pietre della cava di Château-Landon, nel dipartimento di Seine-et-Marne, a circa 100 chilometri da Parigi. Nulla di particolare, all’apparenza, se non fosse che questa pietra, dopo ogni pioggia, secerne calcare che rende le pareti della chiesa sempre più candide; è per questo che l’edificio sembra non annerirsi per lo smog o per gli agenti atmosferici come accade ad altri in giro per il mondo.
La terza e ultima curiosità ve la racconto attraverso le parole di Edward Rutherfurd e del suo romanzo Paris*, che vi consiglio di leggere se siete alla ricerca di un ottimo romanzo storico interamente dedicato alla capitale francese.
Quando i costruttori di Sacré-Cœur avevano dato inizio alla loro opera, avevano scoperto che il terreno sottostante non solo era cedevole, ma anche così crivellato di pozzi e gallerie [n.d.r. quelle per le cave di gesso] che, se in superficie si fosse edificata una grande costruzione, sicuramente sarebbe collassata tutta la collina, lasciando la chiesa in uno stupendo inghiottitoio.
PARIS*, EDWARD RUTHERFURD
La soluzione era stata molto francese: una combinazione di elegante logica e notevole ambizione. Erano stati scavati ottantatré giganteschi pozzi, ognuno profondo più di trenta metri, che poi erano stati riempiti di cemento. Sopra queste possenti colonne, simile a un’enorme scatola profonda quasi quanto la chiesa sovrastante, era stata costruita la cripta, che avrebbe svolto la funzione di basamento. Solo questo lavoro aveva richiesto quasi un decennio, al termine del quale perfino coloro che detestavano il progetto avevano osservato ironici: “Non è Montmartre che tiene su la chiesa. È la chiesa che tiene su Montmartre.

La vigna di Montmartre
La vigna di Montmartre è una delle poche di Parigi sopravvissute ai continui cambiamenti subiti dalla città nel corso dei secoli e pare risalga addirittura all’epoca romana.
Ogni anno, a inizio ottobre, ospita una celebre festa della vendemmia, la Fête des vendanges de Montmartre, una tradizione che va avanti dal 1934. Per l’occasione la collina si riempie non solo di turisti, ma anche di stand di street food, di musica e di appuntamenti caratteristici, come le sfilate in costumi d’epoca.
Il vino prodotto con l’uva della vigna (circa 1500 bottiglie all’anno invecchiate nelle cantine del Municipio) viene venduto all’asta e il ricavato viene destinato a opere sociali. A impreziosire il tutto ci pensano le etichette dipinte da artisti internazionali: dopotutto siamo a Montmartre.

I locali storici: il Moulin de la Galette, La Maison Rose e il Lapin Agile
Come vi dicevo, Montmartre è considerato il quartiere degli artisti fin dalla seconda metà dell’Ottocento e i suoi locali sono stati per decenni luogo di ritrovo di pittori e disegnatori.
Tra questi c’è il Moulin de la Galette, un celebre ristorante con sala da ballo all’aperto immortalato da figure del calibro di Renoir, Van Gogh, Picasso e Toulouse-Lautrec, solo per citarne un paio. Oggi alcuni di questi quadri si possono ammirare all’interno del Museo d’Orsay o del Guggenheim di New York.
Il Moulin de la Galette sorgeva sul crinale immediatamente sopra il Maquis. Era uno dei due mulini a vento di proprietà di una famiglia di imprenditori che lo aveva trasformato in un caffè guinguette, con tanto di piccola pista da ballo. La gente arrivava da ogni parte della città per godersi qualche bicchiere a buon mercato e l’atmosfera rustica.
Paris*, Edward Rutherfurd
Il secondo è La Maison Rose, un bistrot tutto rosa non distante dalla vigna di Montmartre reso celebre prima dal pittore Utrillo, che lo ha immortalato in uno dei suoi quadri, e poi dai tanti viaggiatori che si fermano qui per uno scatto pastello da condividere su Instagram.
Ultimo, ma non meno importante, il Lapin Agile, uno dei locali di cabaret più antichi di tutta Parigi.
Caratterizzato dal disegno realizzato tra il 1879 e il 1880 dal caricaturista André Gill, che rappresenta un coniglio (lapin, in francese) intento a scappare da una padella, questo angolino era spesso frequentato da Picasso, Charlie Chaplin e Marcel Proust.

Il cimitero di Montmartre
Il cimitero di Montmartre è uno dei luoghi più suggestivi di tutta la collina, un angolo ricco di fascino dove dal 1 gennaio 1825 risposano parigini e personalità illustri.
Dove oggi sorge il camposanto, però, un tempo c’erano le antiche cave di gesso di Montmartre, chiuse dopo decenni di abbandono e di malavita. La zona divenne un cimitero quando la città decise di seppellire i morti al di fuori delle proprie mura.

Oggi al suo interno sono sepolti personaggi noti come il fisico André-Marie Ampère, il pittore Edgar Degas, gli scrittori Alexandre Dumas figlio e Standhal e la cantante Dalida (alla quale è dedicata anche una statua nella piazza omonima di Montmartre), ma anche figure meno conosciute.
Tra queste ultime ci sono La Goulue, al secolo Louise Joséphine Weber, inventrice del Can Can, o Marie Duplessis, pseudonimo di Alphonsine Rose Plessis, che ha ispirato la protagonista del romanzo La signora delle camelie*: la sua tomba è ricoperta di baci, impossibile non notarla.

Il cimitero di Montmartre è aperto tutti i giorni dalle 8.00 alle 18.00, a esclusione del sabato, quando apre alle 8.30, e della domenica, quando apre alle 9.00.
All’ingresso, appese a dei pannelli informativi, troverete delle mappe plastificate che potrete prendere in prestito e utilizzare durante la vostra visita per scoprire tutte le sepolture illustri.

Il Moulin Rouge
Il Moulin Rouge è forse il locale più famoso di Parigi. Ai piedi di Montmartre e affacciato sulle strade di Pigalle, il quartiere a luci rosse della capitale, è ormai non solo un punto di riferimento, ma un’icona pop apparsa in celebri opere d’arte, come i dipinti di Henry de Toulouse-Lautrec, e al cinema.
Inaugurato in piena Belle Époque il 6 ottobre 1889, il celebre cabaret nacque da un’idea degli impresari teatrali Charles Zidler e Joseph Oller, che si ispirarono al vicino Moulin de la Galette. Da lì anche l’idea di posizionare sopra l’edificio un enorme mulino a vento rosso: un richiamo alla collina e un modo per attirare l’attenzione dei passanti.
Il Mulin Rouge era un’opera geniale. […] Si trovava in quell’ampio e alberato boulevard de Clichy che segnava efficacemente il confine tra l’ordine compatto della Parigi del barone Haussmann e lo scosceso caos di Montmartre. Il locale occupava lo spazio di quello che un tempo era stato un giardino, era fiancheggiato da due rispettabili edifici a sei piani e la sua ampia facciata, a livello della strada, era una sorta di piattaforma. E sopra questa piattaforma troneggiava un modello di un mulino a vento, verniciato di rosso vivo.
Paris*, Edward Rutherfurd
Perfino in base agli stravaganti standard della Belle Époque, come quel periodo sarebbe stato definito in seguito, il Moulin Rouge era qualcosa di assurdo. I vecchi, cadenti mulini sulla collina erano sempre stati lì, ma quel falso di un rosso vistoso, giù in basso, era uno sfacciato affronto al boulevard borghese del barone, e in effetti voleva esserlo.
Come tale, era meravigliosamente francese.
[…] E ci andavano tutti. Gli operai e le signore della notte, naturalmente. Ma lo frequentavano anche la classe media e l’aristocrazia. C’era stato perfino il principe di Galles.
Il Moulin Rouge è considerato il luogo di nascita del Can Can e ancora oggi offre spettacoli di ogni tipo, anche se quello che si vede è una ricostruzione, perché l’originale fu distrutto da un incendio nel 1915. Nel corso dei decenni ha ospitato artisti del calibro di Dalida, Charles Aznavour, Liza Minelli e Frank Sinatra. Oggi anche voi potete assistere ai numerosi spettacoli, basta acquistare con anticipo i Biglietti per il Moulin Rouge* o una delle esperienze legate al locale, come quella che vi offre champagne e crociera sulla Senna*.
Il Moulin Rouge, infine, vanta dei record davvero particolari. Da una parte è stato il primo edificio parigino a essere illuminato elettricamente, dall’altra è uno dei locali più antichi di Parigi ancora in attività. Quest’ultimo fatto stupisce ancora di più se si pensa che questa realtà è una sorta di fenice sopravvissuta a due guerre mondiali, a numerose crisi economiche e a un incendio (quello del 1915) che la rase quasi completamente al suolo.

Alcune curiosità su Montmartre
Le strade di Montmartre, come potete immaginare, possono raccontare storie e curiosità antiche e moderne, fatte di miracoli e di cinema, di innovazione e di mistero. Dopo avervi portato alla scoperta del quartiere con un itinerario dedicato per scoprirlo in tutti i suoi angoli più famosi e importanti, è arrivato il momento di condividere alcune curiosità su Montmartre. Ecco alcune chicche e dettagli per arricchire il vostro viaggio.

L’industria cinematografica a Montmartre
Montmartre è il quartiere degli artisti di Parigi e non poteva certo esimersi dall’essere anche uno dei protagonisti della cinematografia francese e internazionale.
Qui sono stati girati e ambientati tantissimi film, da Moulin Rouge a Cenerentola a Parigi con Audrey Hepburn, nel quale appaiono tantissimi scorci della zona, come quello che vede protagonista il locale La Bonne Franquette; ai film con Audrey Hepburn ho dedicato un intero post. Ultimo, ma non meno importante, Il favoloso mondo di Amélie: è proprio a Montmartre, infatti, che si trova il Café des 2 Moulins, dove lavora la protagonista. Ve ne avevo parlato anche nel post dedicato ai film ambientati a Parigi.
Non solo, tra i luoghi iconici legati alla settima arte c’è anche lo Studio 28, la sala cinematografica dove si tenevano le prime dei vecchi film francesi, come L’âge d’or, sceneggiato da Luis Buñuel e Salvador Dalí. In quel caso, però, la première durò solo un paio di minuti perché il pubblico insorse a causa delle immagini considerate scioccanti.

Una seconda Harlem
Negli anni Venti del Novecento, Montmartre accolse numerosissimi musicisti jazz provenienti dagli Stati Uniti e, in particolare, da New York, diventando in poco tempo una seconda Harlem.
I primi musicisti avevano cominciato ad attraversare l’Atlantico alla spicciolata quando Charlie era ancora un ragazzino, ma negli anni Venti a Parigi si era riversato un fiume di artisti neri che, con grande stupore, avevano scoperto che i francesi non badavano molto alla razza. La discriminazione alla quel erano abituati a New York, perfino in posti come il Cotton Club, a Parigi era sconosciuta. Nel giro di poco Montmartre era diventata famosa come una seconda Harlem. […] Dato che i musicisti jazz suonavano fino alle prime ore del mattino, a Montmartre c’erano bar aperti ventiquattro ore al giorno.
Paris, Edward Rutherfurd

La casa “storta” di Montmartre
La “casa storta” di Montmartre è uno degli angoli del quartiere più condivisi su Instagram. Peccato che non esista.
L’edificio, infatti, è un palazzo drittissimo a due passi dalla Basilica del Sacro Cuore e si può vedere percorrendo l’ultimo pezzo di scalinata verso la chiesa. La particolare illusione ottica è data da un gioco di inquadrature: per ottenerla basta scattare la foto inclinando la macchina fotografica o il cellulare facendo in modo che la collina risulti completamente orizzontale. Se cliccate sulla freccetta bianca sulla foto potete vedere l’originale.
Informazioni utili per visitare Montmartre
Questo itinerario vi permetterà di scoprire Montmartre in autonomia, ma sappiate che esistono anche visite guidate che vi porteranno tra le vie del quartiere per esplorarlo nel dettaglio. Vi lascio qui sotto alcuni link utili:
Tour gioco e interattivi di Montmartre |
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Romantico gioco di esplorazione a Montmartre* |
Caccia al tesoro privata per famiglie e bambini* |
Corso di 3 ore per le sfide di Montmartre* |
Come raggiungere Montmartre
Per raggiungere Montmartre potete prendere la metropolitana della linea 2 e fermare ad Anvers, Pigalle o Blanche, oppure quella della linea 12, con fermata a Pigalle o Abesses. A proposito di Abesses, sapevate che è la stazione più profonda di Parigi? Si trova al di sotto della collina, a ben 36 metri di profondità e proprio per questo noterete che, all’altezza dei binari, la coda per gli ascensori è più lunga rispetto a quella delle altre stazioni: in pochi hanno voglia di fare tutte quelle rampe di scale.
Per arrivare in cima alla collina, invece, potete prendere la funicolare, che parte a due passi dalla fermata Abesses, oppure salire a piedi usando una delle tante scalinate. La funicolare è attiva dalle 6.00 alle 00.45 e il biglietto è lo stesso valido anche per i mezzi pubblici.
Dove dormire a Parigi

Durante il mio ultimo viaggio a Parigi ho soggiornato alla Résidence du Pré*, a pochi minuti a piedi dalla Gare du Nord e in una posizione comodissima per spostarsi in città.
La camera era veramente spaziosa, soprattutto per gli standard parigini, il bagno quasi nuovo e abbastanza ampio per muoversi comodamente. La stanza non dava sulla strada e la notte non si sentivano rumori né auto, ottima per riposare in tranquillità dopo una giornata trascorsa per le strade di Parigi.
Per sapere come raggiungere la città dall’aeroporto, vi consiglio di leggere il post dedicato agli aeroporti di Parigi.
Siete mai stati a Montmartre? Se avete dubbi, suggerimenti o domande, lasciate un commento!
Le foto sono state scattate con una Canon 80D*, per vedere le altre sfogliate il mio album su Flickr.
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Federica
Ho finito da poco di leggere un bel libro ambientato proprio a Montmartre che mi ha fatto venire voglia di Parigi… chissà quando, ma mi piacerebbe tornarci
Il libro, se può interessarti, è Piccoli piatti forti di PAscale Pujol
Martina Sgorlon
FedericaCiao Federica, grazie mille per il suggerimento! Me lo segno subito, anche perché Parigi è una città che voglio approfondire anche attraverso le pagine 😉
Jules
Non conoscevo per niente la storia di questo posto! Molto interessante! Spero di avere l’occasione di vederla prima o poi!
Martina Sgorlon
JulesCiao! Ti auguro di visitarlo presto, è davvero affascinante 🙂