Mole Antonelliana: alla scoperta del simbolo di Torino tra storia e curiosità

Mole Antonelliana: il simbolo di Torino tra storia e curiosità tutte da scoprire. Dalla sua vita travagliata ai film che l’hanno portata sul grande schermo.
La Mole Antonelliana, che sbuca tra i tetti di Torino da ogni angolazione, non è solo uno dei simboli della città, ma anche uno dei simboli del nostro Paese, tanto da comparire sulle monetine da 2 centesimi. In questo post vi porto a scoprire la sua storia travagliata e alcune curiosità che forse non sapevate.
La storia della Mole Antonelliana
La Mole Antonelliana, con i suoi 167,50 metri, fu tra gli edifici più imponenti della sua epoca (ecco perché è stata battezzata “Mole”) ed è opera dell’architetto italiano Alessandro Antonelli, che le dà il nome.
La sua storia inizia nel 1848, quando con lo Statuto Albertino fu ufficialmente concessa la libertà di culto anche ai non cattolici. È in seguito a questa autorizzazione, infatti, che la comunità ebraica torinese acquistò il terreno dove oggi sorge la Mole per costruire un nuovo tempio e una nuova scuola per i fedeli, progetto che fu affidato ad Antonelli.
I lavori, iniziati nel 1863, però, non si svolsero come previsto, perché tra l’architetto e i committenti nacquero delle tensioni a causa dell’ampliamento del progetto — voluto dallo stesso Antonelli che spinse per innalzare la struttura da 47 a 113 metri — e dei conseguenti aumenti in termini di tempo e di denaro. La comunità, per mancanza di fondi, nel 1869 bloccò il cantiere e chiese di completare l’edificio con un tetto provvisorio; a questo si aggiunse, nel 1873, la decisione di barattare la struttura con il Comune di Torino in cambio di un terreno del quartiere San Salvario, dove ancora oggi sorge la sinagoga.

Il Comune, deciso a completare l’edificio per dedicarlo al Re Vittorio Emanuele II, affidò nuovamente i lavori ad Antonelli, che tornò alla sua idea iniziale sostituendo il tetto provvisorio con la grande cupola a base quadrata: una struttura, iniziata nel 1886, che ancora oggi caratterizza la Mole e sulla quale si appoggiano il Tempietto, anch’esso a base quadrata, e la “Lanterna” a base circolare. A concludere il progetto la guglia di 50 metri che vuole ricordare quella della Basilica di San Gaudenzio di Novara, realizzata dallo stesso architetto.
I lavori della cupola, rallentati dal terremoto del 23 febbraio 1887, terminarono all’inizio del 1889 sotto la supervisione di Costanzo Antonelli, figlio dell’architetto mancato il 18 ottobre 1888. Per completare l’opera sulla sua cima, il 10 aprile 1889, fu posta la statua del Genio Alato, uno dei simboli di Casa Savoia, incoronato con una stella a 5 punte, simbolo invece dell’Italia. La statua, che in totale misurava 5,46 metri e pesava 300 kg, permise alla Mole Antonelliana di raggiungere in totale i 167,50 metri d’altezza.

Sfortunatamente, l’11 agosto 1904, un nubifragio fece cadere la statua, che, rimasta in bilico sul terrazzino, fu poi spostata e collocata in Piazza Statuto. In sostituzione, nel 1906, la Mole fu adornata con una stella a cinque punte di circa 4 metri di diametro, ma nemmeno questa nuova decorazione ebbe pace, perché durante un’altra tempesta, questa volta il 23 maggio 1953, la guglia di 47 metri si spezzò cadendo nel giardino della vicina sede RAI.
La nuova guglia, costruita tra il 1955 e il 1960, fu rinforzata rispetto all’originale e permise all’edificio di raggiungere i 165 metri d’altezza; su di lei fu infine posta la nuova stella a 12 punte e di circa 2,4 metri di diametro che ancora oggi possiamo ammirare e che ha riportato la Mole alla sua altezza originaria. Fu inaugurata il 31 gennaio 1961.
Ad arricchire l’edificio, nel 1964, arrivò un nuovo ascensore dedicato ai turisti e che conduceva i visitatori dalla base della Mole al Tempietto, struttura a 85 metri dal suolo e uno dei punti panoramici dai quali ammirare Torino dall’alto. L’ascensore, ora con le pareti in cristallo di sicurezza e in grado di compiere il viaggio in circa 1 minuto, è ancora oggi una delle attrazioni dell’edificio insieme al suo museo.

I Musei della Mole Antonelliana
Il primo museo a essere ospitato all’interno della Mole fu il Museo del Risorgimento, oggi a Palazzo Carignano, che fu inaugurato all’interno dell’edificio il 18 ottobre 1908. Quando questo fu trasferito nella sua sede attuale nel 1938, il simbolo di Torino accolse per anni solo mostre temporanee, scampando quasi per miracolo ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale che il 6 dicembre 1942 colpirono il vicino Teatro.
Dopo anni di incertezza e un importante restauro eseguito tra il 1996 e il 2000, la Mole riaprì le sue porte ai visitatori con il Museo Nazionale del Cinema, ancora oggi uno dei poli culturali da non perdere se decidete di visitare Torino, ma di lui vi ho parlato in maniera più approfondita in un altro post.

Alcune curiosità sulla Mole Antonelliana
Storia a parte, la Mole Antonelliana nasconde tra le sue mura anche moltissime curiosità che forse non tutti conoscono, ma che permettono di apprezzare ancora di più questo monumento nazionale. Eccone alcune.
Il record della Mole
Alta 167,50 metri, la Mole Antonelliana fu, dal 1889 al 1908, l’edificio più alto del mondo, superando la detentrice del record dell’epoca: la Torre Eiffel. Anche se, a causa dei danni dei nubifragi e il crollo parziale della guglia, per un breve periodo il capolista divenne il campanile della Cattedrale di Ulma (161,53 metri), in Germania, a rubarle definitivamente il titolo fu nel 1908 il Singer Building di New York, alto 186,6 metri.
La Mole e la magia di Torino
Come vi raccontavo nel post dedicato alle curiosità su Torino, il capoluogo piemontese è una delle città europee della magia e anche la Mole rientra tra i monumenti magici e misteriosi del centro storico. In particolare, a suscitare l’interesse degli appassionati, è la sua cupola che pare trasmettere energie esoteriche.

Le luci della Mole Antonelliana
Forse non tutti lo sanno, ma la Mole Antonelliana, nei primi anni del Novecento, fu uno dei primi edifici al mondo a essere illuminato durante la notte, cosa che avveniva attraverso lampade a gas.
Non solo, esattamente come accade con l’Empire State Building di New York, anche l’esterno del simbolo torinese è spesso teatro di suggestivi giochi di luce. In occasione di alcuni eventi, infatti, la Mole si illumina di rosso o di blu, mentre nel 2011, in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, è stata decorata con un’installazione artistica luminosa (rimossa nel 2013) che rappresentava il tricolore. A questi si aggiungono le commemorazioni del 4 maggio per ricordare la tragedia di Superga dove perse la vita la squadra del Grande Torino: in questo giorno, ogni anno dal 2016, la Mole si colora di rosso granata.
Il simbolo di Torino sul grande schermo
La Mole non è legata al cinema solo attraverso al suo importante museo, ma anche grazie alla sua comparsa in alcuni film. Tra questi ci sono per esempio Le amiche, uscito nel 1955 e diretto da Michelangelo Antonioni, dove compare con la guglia spezzata al termine dei titoli di testa della pellicola; Turistas (2006) di John Stockwell, dove l’edificio appare, insieme allo skyline di Torino in una cartolina; e Porco Rosso, lungometraggio di Hayao Miyazaki, che la fa apparire nei titoli di coda.
Non solo, l’interno della Mole è stata utilizzato anche come location nel film Dopo mezzanotte, pellicola del 2004 diretta da Davide Ferrario e che tra gli interpreti vede Giorgio Pasotti, Fabio Troiano e Francesca Inaudi.
L’attuale ascensore non è il primo
L’ascensore sul quale oggi si sale per ammirare Torino dall’alto non è il primo realizzato all’interno dell’edificio. Il suo antenato, infatti, è un rudimentale trasporto azionato da una carrucola che fu fatto installare dall’ormai novantenne architetto Alessandro Antonelli per verificare di persona lo stato dei lavori sui livelli più alti dell’edificio.
La Mòlecola
Torino ha la sua versione della Coca-Cola e si chiama Mòlecola in onore del celebre edificio. La bevanda, 100% italiana, è nata nel 2012 da un’idea di Graziano Scaglia e Francesco Bianco, già fondatori della catena di Fast food torinese M**Bun, e si basa su una ricetta presente in un libro di cucina piemontese del 1854. Oggi viene venduta anche in Germania e in Australia.
Così parlò Zarathustra
La Mole Antonelliana non è solo uno degli edifici più ammirati di Torino, ma anche uno dei più amati dal filosofo Friedrich Nietzsche, che lo associò alla figura di Zarathustra scrivendo:
In precedenza ho camminato davanti alla Mole Antonelliana, forse l’opera architettonica più geniale mai realizzata – stranamente non ha nome – come risultato di una spinta assoluta nelle altezze: nulla ricorda di più il mio Zarathustra. L’ho battezzato Ecce homo e con quello spirito gli ho messo un enorme spazio libero intorno.
Friedrich Nietzsche in una lettera a Heinrich Koselitz

Un giro in mongolfiera
Quando il Comune di Torino barattò l’edificio con la comunità ebraica locale, sperava di terminare i lavori entro l’inizio dell’Esposizione generale del 1884, ma ciò non avvenne. Per ammirare più da vicino il cantiere, però, venne proposto un breve viaggio in mongolfiera con partenza dalla vicina Piazza Vittorio. L’esperienza costava 5 lire e si poteva fare a bordo del pallone aerostatico battezzato Nouveau Italo, un sostituto dell’Italo abbattuto da un fulmine il 28 aprile 1884.
Monete speciali
Come dicevo all’inizio del post, la Mole Antonelliana compare sulle monete da 2 centesimi, ma non tutti sanno che nel 2002 la Zecca di Stato Italiana coniò per errore alcune monete da 1 centesimo con lo stesso simbolo (sostituendo quindi l’immagine corretta di Castel del Monte, in Puglia). Oggi queste monete “sbagliate”, secondo i numismatici, hanno un valore di 2.500 euro l’una.
In occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006, ospitate proprio a Torino, inoltre, la Mole comparve anche su alcune monete da 2 euro, questa volta di proposito.

Dove dormire a Torino
Durante il mio ultimo viaggio a Torino ho soggiornato al Best Western Hotel Genio*, una struttura tre stelle semplice, ma curata, e con personale estremamente gentile. La stanza dove ho soggiornato era molto spaziosa e affacciata su un cortile interno che ha permesso il riposo nonostante la zona trafficata.
Per visitare Torino la posizione è ideale, perché l’hotel si trova a due passi dalla stazione Porta Nuova, dalla metropolitana e dalla fermata dell’autobus e permette di raggiungere comodamente a piedi il centro e le piazze principali, ma anche il Parco del Valentino. A parte per raggiungere la Basilica di Superga, infatti, non ho mai utilizzato i mezzi.
Le immagini sono state scattate con una Canon 80D*, per vedere le altre sfogliate il mio album su Flickr.
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