Sestiere San Polo di Venezia: le sue leggende tra storia e magia

Le leggende del sestiere San Polo di Venezia. Storie e racconti della tradizione veneziana, tra fantasmi e diavoli, in questo angolo della città.

San Polo è uno dei più antichi sestieri di Venezia. Grazie anche al Ponte di Rialto, che lo collega al sestiere di San Marco, è uno di quelli che si attraversano quasi sicuramente durante una visita in città.

Le leggende del sestiere San Polo
Come gli altri sestieri, anche lui ha le sue storie collezionate con il corso dei secoli e passate di bocca in bocca tra le calli della città. Vi porto a scoprire alcune leggende del sestiere San Polo tra fantasmi, storia e miracoli.

La chiesa “della lattuga”
Nicolò Lion fu un procuratore di Venezia, ma è noto soprattutto perché nel 1332, in un periodo turbolento per la città, scoprì la congiura di Baiamonte Tiepolo ai danni del neoeletto Doge (una vicenda della quale vi ho parlato in occasione delle storie e delle leggende del sestiere San Marco).

Un giorno Lion si ammalò e iniziò ad avere una disperata voglia di lattuga. Per soddisfarla, uscì dalla sua abitazione e raggiunse un convento francescano che aveva un orto molto fornito per chiederne un po’. Dopo aver mangiato qualche foglia si sentì subito meglio e guarì miracolosamente.
Come voto, decise di costruire una chiesa vicino all’orto miracoloso, di dedicarla al santo del quale portava il nome e di affidarla ai francescani. Nonostante ufficialmente si chiamasse chiesa di San Nicolò, tutti la chiamarono sempre “Chiesa della Lattuga”.
Oggi l’edificio non c’è più, perché dopo l’editto napoleonico fu chiuso e cadde in rovina per essere poi abbattuto nel 1830. Ciò che rimane è la calle che la ricorda: Calle San Nicoleto. Si trova a due passi dalla Basilica dei Frari.

Il diavolo e il Ponte di Rialto
Il ponte di Rialto collega il sestiere di San Polo a quello di San Marco e attraversa il Canal Grande. Inizialmente era in legno, ma poi, nel secondo Quattrocento, fu eretto in pietra su progetto dell’architetto Antonio Da Ponte. La sua costruzione è legata a una leggenda che ha tantissime versioni diverse in città.
Secondo alcune versioni, Da Ponte chiese aiuto al diavolo per realizzare l’arcata principale del ponte, ma quando il demonio apparve per la sua ricompensa, l’uomo si rifiutò di offrire la vita di un essere umano.
Il diavolo, furioso, raggiunse la moglie dell’architetto, che era incinta, e la uccise senza troppi scrupoli.

Secondo altre versioni, invece, fu il diavolo in persona a intervenire senza essere stato chiamato o coinvolto, perché invidioso della straordinaria struttura che stava per essere inaugurata. In questo caso minacciò di distruggere il ponte di Rialto se l’architetto non avesse fatto un sacrificio: il primo essere vivente ad attraversarlo sarebbe morto.
L’architetto, che non voleva sacrificare nessun essere umano, cercò di ingannare il diavolo e, una volta terminato il ponte, lo fece attraversare da un gallo.

Quando il demonio lo scoprì decise di farla pagare a Da Ponte. Prendendo sembianze umane andò a casa sua e disse alla moglie dell’uomo, che era incinta, che il marito la aspettava con urgenza dall’altra parte del ponte. Quando attraversò Rialto cadde a terra morta.
Nonostante lo sviluppo diverso, tutte le leggende continuano poi allo stesso modo: da quel giorno l’anima del bambino iniziò a vagare, intrappolata, sul Ponte di Rialto.
Una notte, un gondoliere che passava di lì sentì un bambino starnutire e, in risposta, urlò “Salute!”. Il bambino lo ringraziò e grazie a questo semplicissimo scambio di parole la sua anima fu salvata e potè lasciare il ponte per sempre.
Al Ponte di Rialto sono legate anche alcune curiosità sul sestiere San Polo, le trovate nel post dedicato.

Estrella, la figlia del Doge
Un’altra leggenda legata al Ponte di Rialto è quella di Estrella, figlia del Doge Agnello “Angelo” Partecipazio, in carica dall’810 al 811, anno della sua morte.
Prima di lui, però, in carica c’era Obelerio, un uomo che, in un periodo in cui la città era contesa tra i Franchi e i Bizantini, si alleò inizialmente con i primi e poi con i secondi.
Sentendosi traditi, i Franchi invasero e conquistarono l’isola di Malamocco, all’epoca sede del potere ducale, e i veneziani scapparono rifugiandosi nelle isole di Rialto.

Partecipazio era a capo dei sostenitori bizantini e, in cerca di pace, mandò la bellissima figlia Estrella a Malamocco, convinto che la sua bellezza potesse convincere Pipino, capo dei Franchi, a non inseguire gli abitanti che erano fuggiti e a non perseguitarli.
Lei non riuscì a convincerlo, ma l’aver preso tempo, l’alta marea e le truppe bizantine giunte in soccorso riuscirono a salvare i cittadini veneziani. Poco dopo Angelo Partecipazio, grazie alla sua iniziativa e alla sua costante fedeltà nei confronti dei Bizantini, fu eletto Doge.
Mentre la flotta festeggiava la sua salita al potere navigando lungo il Canal Grande, una pietra lanciata forse da una catapulta, colpì l’imbarcazione sulla quale si trovava Estrella, che cadde in acqua. Il suo corpo non fu mai ritrovato. In quel punto esatto oggi sorge il famosissimo Ponte di Rialto.

Il Papa addormentato
Era il 1177 e Papa Alessandro III era atteso a Venezia per firmare la pace con l’Imperatore Tedesco Federico Barbarossa.
Quando raggiunse la città, però, il Papa era convinto che il regnante avesse organizzato un piano per eliminarlo e così decise di non dimorare nel palazzo Patriarcale, dove sarebbe stato ovvio trovarlo e facile ucciderlo.
Per questo motivo Alessandro III decise di dormire in incognito all’aperto, ma riparato da un sotoportego non distante da Campo Sant’Aponal, nel sestiere di San Polo.

La scelta del luogo non fu casuale. Si trovava non distante dal palazzo Patriarcale e da una casa che apparteneva ai Cavalieri Templari, all’epoca guardie del Corpo del Papa e noti per essere i custodi del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Oggi l’avvenimento è ricordato attraverso una teca nella quale è stata posta la statua di un Papa addormentato e un’incisione su una tavola di legno posta all’ingresso del sotoportego.
Secondo la leggenda, chi recita in questo luogo un Padre Nostro o un’Ave Maria può godere dell’indulgenza da tutti i peccati.

La storia di Dona Onesta
A Venezia quando si parla di “fondamenta” si fa riferimento al camminamento che costeggia un canale o un rio. Una “strada” diversa dalla calle che, invece, si trova tra due edifici.
Una delle fondamenta del sestiere San Polo è dedicata a una tale “Dona Onesta”, ma nessuno conosce davvero il motivo di questo nome. A rendere il tutto ancora più misterioso ci pensa il volto femminile di pietra che sporge dai mattoni di una delle case.

La prima ipotesi è legata a una leggenda che ha molte versioni diverse. Una di queste racconta che in questa zona, alla fine del Quattrocento, vivesse un abile fabbricatore di spade. Un cliente, che si era innamorato della moglie dell’artigiano, decise di commissionargli un nuovo pugnale in modo da avere una scusa per visitarlo spesso e per vedere la donna.
Un giorno, mentre lo spadaio non c’era, il committente si recò a casa sua e trovando la moglie sola, abusò di lei. La donna, per vergogna, si tolse la vita con lo stesso pugnale che il marito stava creando per l’uomo e da allora venne ricordata come una “donna onesta” e il volto venne posto in suo onore.

Secondo un’altra teoria, meno romanzata, il nome farebbe riferimento a una prostituta che viveva in una delle case affacciate sulla fondamenta e che trattava in modo onesto i suoi clienti o che, forse, si chiamava Onesta.
Una terza ipotesi racconta che, un giorno, alcuni uomini che si trovavano lì iniziarono a parlare dell’onestà delle donne. Uno di loro, indicando il viso scolpito, affermò che quella era l’unica donna onesta esistente in tutta Venezia e da allora fu sempre ricordata così.
Voi a quale versione credete?

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Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.