Storie e leggende di Murano: racconti veneziani

Storie e leggende di Murano: cinque racconti legati alle isole del vetro tra verità e finzione, draghi, galli e seduttori.
Come accade per Venezia, non si può visitare Murano e limitarsi a osservare ciò che vediamo: palazzi, chiese, calli e canali. Bisogna andare un po’ più a fondo, scoprire i racconti che quei luoghi sono pronti a condividere.
Leggende su Murano
Dopo aver passeggiato sulle isole del vetro e scoperto cosa vedere, è arrivato il momento di immergersi tra realtà e finzione, tra le storie e le leggende di Murano.
El Botasso de Sant’Alban
Se visitate il Duomo di Murano, la Basilica dei Santi Maria e Donato, potrete notare che, all’interno, sopra il colonnato del lato sinistro c’è un leone di San Marco affiancato da due stemmi e da una piccola botte.
Si narra che la botte, nota come “el botasso de Sant’Alban“, appartenesse agli abitanti della vicina Burano e che fosse miracolosa. Pare, infatti, che, dopo essere giunta sull’isola insieme alle reliquie di Sant’Albano, San Domenico e Sant’Orso nel 1067, non avesse mai smesso di spillare vino.

I muranesi, invidiosi, una notte raggiunsero Burano e la rubarono, inseguiti quasi subito dagli abitanti furiosi per l’accaduto. Sfortunatamente, però, forse perché distante dalle reliquie del santo, la botticella smise di funzionare non appena sbarcò sull’isola.
Per ripicca, gli abitanti di Murano murarono la piccola botte all’interno del Duomo, dove è visibile ancora oggi: se loro non potevano godere della botte miracolosa, non l’avrebbero fatto neanche i buranelli.

Il Drago della Basilica di Santi Maria e Donato
Il Duomo, oltre a quella di Sant’Albano e della botte, nasconde un’altra leggenda.
Si racconta che nel Quarto secolo un drago terrorizzasse il luogo dove viveva San Donato mangiando persone e bestiame e incendiando i campi. Un giorno il santo decise di affrontarlo e riuscì a ucciderlo con un semplice segno della croce.
Quando San Donato morì le sue spoglie furono portate nella Basilica di Murano e poco dopo, trasportate dalle maree, arrivarono anche alcune ossa che secondo la leggenda appartenevano proprio al drago da lui ucciso.
Oggi sono esposte alle spalle dell’altare maggiore, ma in realtà si tratta di alcune costole di balena.

I sei vetrai nel Nuovo Continente
L’arte della lavorazione del vetro ha reso Murano una delle isole più famose della Laguna e per evitare che i segreti del mestiere si diffondessero in tutta Europa, la Serenissima emanò presto una legge per impedire ai vetrai muranesi di espatriare.
Nonostante il divieto, nel 1621, sei artigiani riuscirono a fuggire e a imbarcarsi su una nave diretta nel Nuovo Continente per lavorare come vetrai in una fornace da poco aperta a Jamestown, Virginia. Lo scopo del laboratorio era quello di realizzare oggetti (in particolare perle) da dare ai nativi in cambio di materie prime.

A causa di crolli, incidenti e di un massacro ad opera degli indiani Algonchini, del gruppo sopravvissero solo due persone, Bernardo e Vincenzo, che, non potendo tornare a casa dove sarebbero stati incarcerati, si trasferirono a Londra.
Pare che i sei siano tra i primi italiani sbarcati negli attuali Stati Uniti per cercare lavoro.

I galli di Murano
Il simbolo di Murano è un gallo, anzi, un gallo (simbolo di vigilanza) che porta in groppa una volpe (che vuole rappresentare l’astuzia) e nel becco una serpe (la prudenza).

Quando, con il decreto del 30 dicembre 1923, la città entrò a far parte del comune di Venezia, gli isolani insorsero e non mancarono manifestazioni e scontri violenti.
Per le calli di Murano, in simbolo di protesta, comparirono presto galletti di varie dimensioni e materiali, il più grande pesava ben 160 chili. I più comuni, però, sono quelli disegnati in pece che sono ancora oggi visibili: uno è disegnato sulla colonna del bando e si trova proprio sotto il Leone di San Marco.

Le amanti di Casanova
La chiesa di Santa Maria degli Angeli, oggi chiusa al pubblico, un tempo era un celebre luogo di culto di Murano e sede di un importante monastero.
A quanto pare, però, i fedeli che la raggiungevano per le celebrazioni liturgiche non erano solo persone interessate alla preghiera. Tra loro, infatti, c’era anche Giacomo Casanova.

Si racconta che tra le mura del convento ci fossero due delle sue amanti e che lui venisse a messa qui da Venezia proprio per vederle.
La prima C. C. (probabilmente Caterina Capretta) era una quattordicenne che il padre aveva obbligato al velo dopo aver scoperto la relazione con il seduttore e la successiva gravidanza, la seconda M. M. (forse Marina Morosini) una ventiduenne della quale si era infatuato proprio durante una messa a Santa Maria degli Angeli alla quale aveva partecipato per vedere la giovane Caterina.

Come raggiungere Murano da Venezia
Se arrivate in treno a Santa Lucia, per raggiungere Murano da Venezia dovete prendere il vaporetto della linea 3 che parte dall’imbarcadero Ferrovia, proprio di fronte alla stazione. Lo stesso ferma prima a Piazzale Roma, dove arrivano gli autobus e le auto.
Il mezzo passa ogni 15 minuti circa e impiega mezz’ora per arrivare a destinazione. Tra le fermate sull’isola ci sono Murano colonna, Murano Faro, Murano Navagero, Museo, Murano Da Mula e Venier.
In alternativa, se vi trovate in altre zone di Venezia, potete prendere anche le linee 4.1, 4.2, 7, 13, 18 o 12.
Il biglietto costa 7,50€ ed è valido 75 minuti.

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Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.