Foto nei musei: i consigli per migliorare le proprie immagini e renderle più interessanti

Foto nei musei: i consigli per fotografare gallerie d’arte, musei ed esposizioni. Suggerimenti da mettere in pratica prima e durante la visita.
Musei, gallerie d’arte, esposizioni, ma anche chiese, ville e palazzi. Fotografare in un ambiente chiuso e spesso poco illuminato e portare a casa con sé scatti in grado di soddisfarci a volte può essere un po’ complicato, ma non è certamente impossibile. In questo post condivido con voi alcuni suggerimenti.
Come scattare foto nei musei: consigli e suggerimenti
Dalle piccole accortezze da tenere a mente prima e durante la visita, fino alle tecniche e ai trucchi per ottenere foto più interessanti o curate, ecco alcuni suggerimenti per fare foto nei musei e migliorare le proprie immagini.

Controllate sempre le regole del museo (e chiedete i pass)
La prima regola è semplicissima e vale per musei, chiese e qualsiasi altro luogo: se non si possono scattare fotografie, non le scattate. A volte c’è la tentazione di imprimere un ricordo, di mostrare il museo o un’opera in particolare ai propri follower, amici o famigliari, ma non cedete e cercate di godervi il momento, di osservare i dettagli e di scattare un’immagine mentale da portare a casa con voi. Nella maggior parte dei musei o delle gallerie d’arte non ci sono grosse limitazioni e spesso l’unica indicazione è quella di non attivare il flash, quindi, in quei pochi luoghi che non autorizzano le foto, cercate di rispettare la regola, sicuramente è stata imposta per un buon motivo (diritti, sicurezza, obiettivi sensibili…).
Se, però, il desiderio è forte e volete scattare una foto, potete sempre chiedere ai responsabili del museo o a chi controlla le sale, perché spesso infatti concedono l’autorizzazione per uno scatto, soprattutto se è per uso personale o se la norma è imposta per ragioni di sicurezza e voi non volete immortalare obiettivi sensibili.
In altre situazioni, invece, l’autorizzazione per le fotografie si può richiedere al momento del rilascio del biglietto o direttamente da casa se acquistate il ticket online; a me è successo a Praga, quando ho visitato il Monastero Strahov. In quel caso il lasciapassare è costato meno di 2€ e in biglietteria mi è stato dato un adesivo da mostrare agli addetti prima degli scatti.

Se possibile, visitate i musei al mattino
Il momento migliore per visitare i musei è al mattino, subito dopo l’apertura, e i motivi sono due. Da una parte c’è la questione dell’affluenza, che è solitamente minore in quelle ore del giorno e quindi vi permette sia di godervi il museo e le sue sale in tranquillità, sia di scattare fotografie senza dover sempre aspettare che le persone si spostino dall’inquadratura; dall’altra c’è la questione della luce.
I musei, infatti, sono solitamente ambienti abbastanza bui, dove anche l’illuminazione artificiale, che la fa da padrona, è al minimo e quindi risulta complesso scattare immagini nitide e luminose (soprattutto senza cavalletti o punti d’appoggio). Visitando il museo al mattino, invece, potete approfittare di una maggior quantità di luce naturale che entra dalle finestre o dai lucernari, soprattutto in inverno, quando invece già nel primo pomeriggio la luce all’esterno scarseggia peggiorando la situazione.

Giocate con il triangolo dell’esposizione
Quello di giocare con il triangolo dell’esposizione è un consiglio adatto a ogni occasione, ma che risulta particolarmente valido se si devono scattare foto nei musei, quando l’illuminazione è ridotta o si vogliono ottenere specifici effetti per ridurre gli elementi di disturbo.
Nel caso di sale buie, infatti, è buona regola allungare i tempi di esposizione per raccogliere tutta la luce disponibile, soprattutto se intendete immortalare uno spazio ampio e quindi l’apertura del diaframma è ridotta. In questo caso avrete probabilmente bisogno anche di un punto d’appoggio, ma di questo aspetto vi parlo tra qualche paragrafo.
Aspetti tecnici a parte, i lunghi tempi di esposizione sono utili anche dal punto di vista artistico e pratico per rendere meno fastidiosa la presenza delle persone se non le volete nell’inquadratura. Allungando i tempi di scatto, infatti, i soggetti in movimento risulteranno fluidi, in alcuni casi quasi trasparenti, creando così un effetto artistico e togliendo l’attenzione da eventuali persone presenti nella sala, come potete vedere nella foto qui sotto.

Usate un cavalletto (o trovate un punto d’appoggio)
A proposito di luce e di tempi di esposizione lunghi, come dicevo, per scattare foto nitide, luminose e senza rumore in un ambiente come un museo o una galleria d’arte (ma anche una chiesa o un palazzo), il miglior alleato è un cavalletto oppure un piccolo treppiede, non ingombrante e spesso autorizzato a differenza dei suoi fratelli più grandi. Ce ne sono di diversi tipi su Amazon*.
Quando, però, questi strumenti non sono assolutamente autorizzati, provate a cercare un punto d’appoggio per permettere alla macchina fotografica di scattare immagini con esposizioni lunghe senza vibrazioni o interferenze. Potete posizionarla, per esempio, su una balaustra, una panchina o un qualsiasi altro posto a sedere.
In caso di difficoltà, ricordate che è comunque sempre meglio scattare una foto leggermente sottoesposta, anziché puntare per forza alla giusta o a un’eccessiva luminosità; ve ne avevo parlato più nel dettaglio nel post dedicato a come migliorare le fotografie.

Se necessario, usate un cellulare
Se il cavalletto non si può utilizzare, non trovate punti di appoggio e la foto risulta troppo buia, utilizzate il cellulare. È vero che un’immagine realizzata con uno smartphone non sarà mai uguale a una scattata con una reflex o una mirrorless (ve ne accorgete soprattutto se lavorate in post-produzione con Photoshop o se, per alcuni brand, paragonate i colori), ma la qualità è spesso elevatissima, soprattutto se avete a disposizione uno degli ultimi modelli.
Il cellulare, infatti, permette di realizzare buone immagini anche in ambienti piuttosto bui e questo vi permette di portare a casa lo scatto anche quando la macchina fotografica incontra dei limiti. Non demonizzatelo.

Fate attenzione ai riflessi
Per proteggere opere e oggetti preziosi questi vengono spesso chiusi all’interno di teche o protetti da vetri e pannelli in plexiglass, ma questo può essere un problema quando si vuole scattare una foto, perché la maggior parte delle volte risulta difficile, se non impossibile, realizzare l’immagine desiderata senza spiacevoli riflessi.
Quando questi non si possono evitare — per esempio allontanandosi o avvicinandosi al soggetto o posizionandosi lateralmente —, è fondamentale fare attenzione a dove compaiono: se possibile, infatti, è sempre meglio fare in modo che cadano in uno spazio neutro, dove non interferiscono con il soggetto o con il vostro focus, oppure in una zona con colori simili, così da confondersi e passare inosservati.
E se non si trova una soluzione? Pazienza, godetevi l’opera esposta senza lasciarvi influenzare dal risultato della fotografia.

Cambiate punto di vista e concentratevi sui dettagli
Spesso quando si visita un museo viene spontaneo concentrarsi solo sulle opere nella loro interezza, ma molte volte la bellezza si nasconde nelle sfumature, nei dettagli più piccoli o che normalmente passano inosservati.
Cambiare punto di vista e avvicinarsi all’opera (fisicamente o con l’aiuto di un obiettivo fotografico) significa quindi non solo osservarla in maniera più approfondita, senza dare nulla per scontato, ma anche realizzare immagini più originali e più intime, soprattutto se evidenziate i dettagli con una delle regole di composizione fotografica o modificando la profondità di campo giocando con l’apertura

Non dimenticate di immortalare l’edificio
Quando si parla di foto nei musei, il cambiare punto di vista vale non solo per le singole opere, ma anche per il museo nella sua interezza. Non limitatevi quindi a immortalare statue, quadri e oggetti esposti, ma guardatevi intorno, senza dimenticare di ammirare l’architettura, i dettagli e le peculiarità della struttura che ospita l’esposizione.
Insomma, fotografate il museo dall’interno e dall’esterno, mostrate il contesto attraverso le vostre foto, prestate attenzione ai soffitti e ai pavimenti che a volte sono loro stessi opere d’arte, soprattutto quando le collezioni sono custodite all’interno di edifici storici.

Osservate le persone (e rendetele parte della scena)
Prima vi ho dato alcuni consigli per evitare che le persone rovinassero la vostra fotografia o comparissero, non desiderate, nelle inquadrature, ma i visitatori dei musei — poco importa se sconosciuti o amici che vi accompagnano — possono trasformarsi in un’occasione per migliorare lo scatto.
Le persone sedute sui divanetti per riposare, quelle che ammirano le opere o che ascoltano i racconti delle audioguide, per esempio, se immortalate al momento giusto o con la giusta inquadratura possono trasformarsi in un elemento perfetto per arricchire l’immagine e renderla meno impersonale.

Avete altri trucchi o consigli in merito alle foto nei musei? Se avete domande, dubbi o suggerimenti, lasciate un commento!
Le foto all’interno di questo post sono state scattate con diverse tipologie di reflex e di cellulari. Trovate tutta la mia attrezzatura fotografica all’interno del mio shop Amazon*.
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Katia
Io ho sempre avuto dei grossi problemi a fotografare gli interni dei musei: infatti ho pochissime foto! Troppo bui o troppi riflessi delle vetrine.
Da quando ho il nuovo smartphone, gli interni li fotografo sempre con questo perché le foto mi vengono molto meglio.
Se possibile, cerco di visitare i musei durante la settimana proprio per evitare l’affollamento: ultimamente, a causa del covid, li trovo spesso vuoti. Due settimane fa ho visitato per la seconda volta il MART di Rovereto TN di martedì mattina: non c’erano scolaresche ed eravamo solo io e i custodi. Sono riuscita a fare delle bellissime foto!
Martina Sgorlon
KatiaCiao Katia! Esatto, a volte lo smartphone si rivela davvero utile! Che spettacolo la visita in solitaria, dev’essere stata un’esperienza splendida per te, molto intima 🙂