Cosa vedere a Forlì: itinerario a piedi seguendo il Canale di Ravaldino

Cosa vedere a Forlì seguendo un percorso insolito: quello del Canale di Ravaldino. Una passeggiata sulle orme di un corso d’acqua importantissimo per la città.

Ho scoperto Forlì in un modo diverso dal solito. Invece di passeggiare da un luogo a un altro seguendo una mappa fatta di “cose da vedere”, ho visitato la città seguendo i suoi corsi d’acqua. Anzi, uno in particolare: il Canale di Ravaldino.

La storia del Canale di Ravaldino
Il Canale di Ravaldino è il protagonista naturale della vita e della storia di Forlì. Nel medioevo attraversava la città sotto la luce del sole e incontrava lungo il suo cammino mulini, tintorie e lavatoi. Oggi invece è quasi del tutto interrato, nascosto.
Per secoli è stato una sorta di spina dorsale della città, perché ha dato vita alle mille attività che regolavano l’economia locale. Per questo motivo, quando il canale si prosciugò, la città venne messa in ginocchio: non c’era più farina, non c’era più la possibilità di lavorare le materie prime come pelli, lana e tessuti.

Dopo un periodo buio nel quale si era trasformato in una fogna a cielo aperto, motivo che spinse i cittadini a interrarlo, nel Novecento il canale aiutò la città convincendo la nota azienda Eridania a creare una fabbrica per la produzione dello zucchero proprio qui.

Cosa vedere a Forlì
Seguendo il Canale di Ravaldino si possono incontrare alcuni dei luoghi più importanti di Forlì. In questo itinerario, reso possibile grazie a Gabriele Zelli, un esperto della storia del capoluogo, vi porto a scoprire la città, la sua storia e i suoi tesori. Ecco cosa vedere a Forlì.

La Rocca di Ravaldino
La Rocca di Ravaldino fu costruita sul punto più alto della città. Il canale qui aveva scopo difensivo, così come le antiche mura e le porte, che venivano chiuse ogni notte.
Nonostante il controllo costante, però, la Rocca era facilmente espugnabile e nel corso dei secoli fu il centro della vita politica e delle lotte legate alla città di Forlì.

Qui si sono incrociate le vite di Caterina Sforza, Signora di Imola e Forlì, e di Cesare Borgia, che riuscì a conquistare la Rocca nel 1500, ma la storia italiana di quel periodo è complessa, piena di alleanze e battaglie, difficile da riassumere in poche righe. Per questo vi consiglio di leggerla su Wikipedia, se siete interessati a scoprire di più su Caterina e su questo luogo e lo visitate da soli.

La Biblioteca Civica e il Fondo Piancastelli
La Biblioteca Civica di Forlì “Aurelio Saffi”, intitolata a una figura chiave del Risorgimento forlivese, rischia di passare inosservata mentre si prosegue verso il centro, ma al suo interno ospita uno dei tesori più preziosi della città: il Fondo Piancastelli.
Si tratta di una collezione raccolta da Carlo Piancastelli, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, composta da oltre cinquanta mila volumi, duecento mila documenti e moltissimi oggetti tra i quali ceramiche, antiche monete e opere d’arte.

Carlo Piancastelli, originario di Fusignano (Ravenna), ha dedicato la sua vita al collezionismo e la sua raccolta parla di lui, della sua storia e del suo amore e interesse per la Romagna. Il suo scopo era quello di far sopravvivere la realtà locale della sua terra anche dopo la creazione dello Stato Italiano e l’omogeneizzazione della penisola.
Per questo motivo, l’intera collezione è quasi completamente dedicata a documenti che, in qualche modo, hanno a che fare con questo territorio e con le personalità che lo hanno rappresentato sia qui che nelle altre aree d’Italia. È il caso dei fratelli De Gregori, stampatori forlivesi che si trasferirono a Venezia nel Cinquecento.

Le pareti delle sale sono coperte da antichi armadi appartenuti al collezionista e ogni documento ha mantenuto la sua posizione originale al loro interno. Curiosando tra gli scaffali si ha la sensazione di esplorare la biblioteca personale di Piancastelli e quasi ci si aspetta di vederlo entrare da una delle porte in legno da un momento all’altro.

Tutto questo è possibile grazie al lavoro della Dottoressa Antonella Imolesi, che da trent’anni si occupa della catalogazione e della conservazione di questo materiale di inestimabile valore. È lei che mi ha raccontato la storia del Fondo Piancastelli e che mi ha accompagnata da una sala all’altra mostrandoci volumi e documenti antichi.

Il Fondo Piancastelli, come spiega la Dottoressa Imolesi, è una vera e propria opera d’arte. Soprattutto è un organismo e non un museo, perché i materiali vengono letti e consultati tutti i giorni da studiosi provenienti da tutto il mondo.
Piancastelli ha donato il lavoro di una vita alla città di Forlì, regalando non solo al comune, ma anche a tutta la Romagna, un tesoro di inestimabile valore culturale.

Il Fondo Piancastelli è conservato al primo piano della Biblioteca Saffì di Forlì in Corso della Repubblica 72 (l’ingresso è al momento al civico 78). Si trova all’interno dell’Unità Fondi Antichi, Manoscritti e Raccolte Piancastelli. È aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14.00, il martedì e il giovedì anche il pomeriggio dalle 15.00 alle 17.30, il sabato chiude invece alle 13.
Per la visita o la consultazione è gradita la prenotazione. Contattare la Dottoressa Antonella Imolesi, responsabile dell’Unità: tel. 0543 712611, mail antonella.imolesi@comune.forlì.fc.it.

Piazza Aurelio Saffi e l’Abbazia di San Mercuriale
Continuando a camminare, mentre il canale scorre invisibile sotto i nostri piedi, si raggiunge Piazza Saffi.
Si tratta del vero e proprio centro di Forlì e su di lei si affacciano moltissimi edifici di interesse storico. L’Abbazia di San Mercuriale, con il suo imponente campanile, il Palazzo Comunale con la Torre Civica, il Palazzo delle Poste, testimonianza del ventennio fascista, e l’antico Palazzo del Podestà. Solo per citarne alcuni.

Torre Numai e Piazza Cavour
Da Piazza Saffi si prosegue verso Piazza Cavour, una zona è molto più tranquilla che permette di scoprire uno dei volti più antichi di Forlì e immergersi nei vicoli della città che qui si mostra sotto un’altra veste.
Lungo il percorso si incontra Torre Numai, appartenuta all’omonima famiglia ghibellina forlivese che vanta tra i suoi membri il Capitano Comandante delle guardie di Caterina Sforza.
Realizzata probabilmente verso la fine del 1400, la torre e il palazzo passarono di famiglia in famiglia dopo la caduta di Caterina.

Palazzo Romagnoli
Palazzo Romagnoli è uno scrigno fatto di opere d’arte realizzate nel Novecento. Oltre alla Collezione Verzocchi, esposta in maniera stabile all’interno dell’edificio, il palazzo accoglie ogni anno mostre temporanee che permettono di scoprire altre sfumature dell’arte. Ve ne ho parlato in maniera approfondita in un altro post.

I Musei di San Domenico
I Musei di San Domenico sono il principale polo culturale di Forlì e sono ospitati all’interno di un antico convento domenicano eretto nel Tredicesimo secolo.
Ospitano non solo mostre temporanee, ma anche la Pinacoteca Civica della città e, oltre al convento, sono composti da altri quattro edifici: la chiesa di San Giacomo Apostolo, Palazzo Pasquali, il convento degli Agostiniani e Sala Santa Caterina.
Trovate tutte le informazioni sulle mostre in corso nel sito ufficiale del Comune di Forlì.

Altre cose da vedere a Forlì
Abbandonando il percorso del Canale di Ravaldino si possono scoprire altri piccoli e grandi tesori di Forlì. Ecco qualche altro consiglio se avete un’auto o un po’ di tempo in più per esplorare la città.
Villa Saffi
Villa Saffi è una delle Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna, esattamente come la Casa Rossa di Alfredo Panzini a Bellaria Igea Marina. È uno di quegli scrigni di storia e letteratura che puntellano la nostra penisola da nord a sud senza che molte persone se ne rendano conto.

Nata come convento Gesuita, che a causa delle leggi napoleoniche venne chiuso, la struttura diventò proprietà della famiglia quando Tommaso Saffi la acquistò nel 1740 come residenza estiva e oggi appartiene al comune di Forlì.
La casa è strettamente legata alla vita di Aurelio Saffi, nipote di Tommaso, e di sua moglie Giorgina Craufurd, di origine scozzese, entrambi protagonisti del Risorgimento. Tutto a Villa Saffi parla di loro. Dai libri conservati sugli scaffali ai biglietti da visita, dagli abiti negli armadi all’arredamento.

La casa museo è uno degli elementi forlivesi più concreti legati al Risorgimento. Ha ospitato molte riunioni segrete dei Carbonari, ha visto passeggiare tra i suoi corridoi Giuseppe Mazzini, amico di famiglia, e veniva chiamata Vendita dell’Amaranto, un nome in codice per fare in modo che altri non la identificassero.
A voi, o giovani, la Provvidenza riserva la maggior parte dell’opera di riscatto morale del nostro Paese.
Aurelio Saffi

Un’immagine ricorrente all’interno di Villa Saffi è l’edera: simbolo degli ideali repubblicani. Non compare solo spontaneamente in giardino, ma anche tra i documenti e le decorazioni della casa. Un continuo rimando a ciò che quelle mura hanno sentito nell’Ottocento.

Quando si visita la villa si entra letteralmente nella vita di qualcuno. La biblioteca è ancora piena di volumi, alcuni abiti sembrano essere stati dimenticati negli armadi e la cucina aspetta solo di essere riutilizzata.
Al di là delle sue pareti c’è però anche un parco. Lì il sovrano è il maestoso cedro del Libano che, nonostante sia stato colpito da un fulmine, è ancora in piedi. Andate ad ammirarlo.

Villa Saffi si trova in via Firenze 164 a Forlì, località San Varano. Ingresso gratuito. Gli orari di apertura variano a seconda del periodo e delle settimane, per maggiori informazioni: musei[at]comune.forli.fc.it, telefono 0543 712627.

Il Laboratorio di Restauro
A volte si incontrano libri e opere che, come si suol dire, ne hanno passate davvero tante. Ci sono però dei luoghi dove tanti piccoli acciacchi possono essere sistemati e dove le pagine posso tornare come nuove.
Uno di questi luoghi è il Laboratorio di Restauro che, nato nel 2015, si trova all’interno di Formula Servizi, una cooperativa specializzata nella gestione di attività legate alla cultura e all’organizzazione di eventi. La sezione è coordinata da Silvia Bondi e Maria Roberta Stanzani, che pianificano e portano avanti ogni lavoro legato al restauro e alla conservazione.

Qui si possono trovare tantissimi volumi rovinati dallo scorrere del tempo, dalle muffe e dall’umidità. Libri che hanno bisogno di cure per tornare al loro antico splendore, pagine che devono essere accuratamente trattate per non perdere il minimo dettaglio.
Parlare di libri, però, è riduttivo. Qui, infatti, sono state restaurate tantissime opere diverse: periodici, disegni, fondali teatrali e carte geografiche, come quella che ci viene mostrata durante la visita e che riposa su un grande tavolo coperta da un velo sottilissimo.

Il Laboratorio di Restauro è uno spazio piuttosto piccolo, pieno di strumenti e tavoli da lavoro coperti di pagine e documenti che aspettano solo di essere sistemati. Lungo una delle pareti ci sono poi alcune vasche dove lavare le opere, una delle operazioni più delicate.

Il Laboratorio di Restauro si trova a Forlì in via Monteverdi 31. La responsabile per la sezione Restauro e conservazione è Maria Roberta Stanzani. Per prendere un appuntamento per visitare il laboratorio telefonate al numero 349 3017939 o 0543 474864, oppure scrivete a robertastanzani[at]formulaservizi.it.

Dove dormire a Forlì

Durante la mia settimana in Romagna ho soggiornato al B&B Calicanto*, proprio a Forlì.
La struttura è molto carina, in mezzo al verde e con dei padroni di casa davvero accoglienti. Ve ne ho parlato in maniera approfondita in un altro post, quello dedicato interamente al B&B di Forlì.
Se, invece, cercate un locale dove mangiare qualcosa, forse può esservi utile il mio post dedicato a dove mangiare a Forlì.

Media
Questa esperienza è stata fatta durante il blog tour #BuonVivere.
Le foto sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*, per vedere le altre potete sfogliare il mio album Flickr.
Silvia
Sei stata nella mia città! E mi sono venuti gli occhi a cuoricino leggendo il post.
Martina Sgorlon
SilviaCiao Silvia! Mi fa davvero tanto piacere! ❤ A presto 🙂
Agnese - I'll B right back
Che carina questa idea di ripercorrere la storia e le attrazioni di una città seguendo il suo corso d’acqua! Anche da questi particolari si scoprono tante cose interessanti. Mi hai fatto venir voglia di visitare Firlì e Cesena con i tuoi post, comunque 🙂
Martina Sgorlon
Agnese – I’ll B right backCiao Agnese ❤
Innanzitutto scusa per il mega ritardo, non so perché mi era sfuggito questo commento!
Mi fa piacere sapere di essere riuscita ad incuriosirti, sono due città molto carine! Questo percorso mi è piaciuto molto perché è davvero insolito! 🙂
Silvia - The Food Traveler
Non ho mai visitato una casa museo, chissà se ce ne sono dalle mie parti. Molto particolare l’immagine dell’armadio con le camicie e le cravatte appese, come se qualcuno le avesse appena lasciate lì e dovesse tornare da un momento all’altro.
Come Agnese anche io ora guardo se c’è una lista online delle case museo 🙂
Martina Sgorlon
Silvia – The Food TravelerCiao Silvia 🙂
Esatto, l’armadio con gli abiti mi ha trasmesso la stessa sensazione 🙂
Sul sito delle Case Museo dei poeti e degli scrittori di Romagna (link in alto) c’è la lista con tutte le informazioni 🙂
L'OrsaNelCarro Travel Blog
A Colmar ho potuto visitare la Casa-Museo di Bartholdi, il padre della Statua della Libertà (e di taaanto altro). E’ stato interessante vedere tutte le bozze della Signora che in origine era molto diversa da quella attuale.
E’ una fortuna poterle visitare queste chicche, merito dei proprietari discendenti o delle fondazioni che non si tengono tutto per sè 😉
Buona serata!
Martina Sgorlon
L’OrsaNelCarro Travel BlogNon sapevo fosse a Colmar, grazie per l’informazione!
Hai ragione, è una fortuna! Visitandole puoi capire molto di più, puoi approfondire quello che sapevi già e vedere il “lato umano” dei personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia 🙂
Agnese - I'll B right back
Tu mi sembri proprio la persona giusta per raccontare di posti del genere, tra libri polverosi e una storia che sembra essere rimasta sospesa tra gli oggetti quotidiani di un tempo. Come è successo a Casa Panzini, credo che mi sarei entusiasmata tanto a vedere Villa Saffi! Adesso mi vado a cercare una lista delle altre case-museo…che non si sa mai, prima o poi vanno viste tutte 🙂
Martina Sgorlon
Agnese – I’ll B right backMi piace molto visitare questi luoghi, soprattutto se conosco l’autore. Non era questo il caso, ma la visita mi è comunque piaciuta sia per la casa in sè che per come ce l’hanno raccontata e presentata. Sì, credo sarebbe piaciuta anche a te 🙂
A presto 🙂
La Folle
Leggendoti mi chiedevo che odore avessero i libri che hai visto lì dentro e ho provato a immaginarlo.
Sicuramente sarà stata una visita molto interessante per te che ami così tanto i libri 🙂
Martina Sgorlon
La FolleL’aria è molto pulita all’interno del laboratorio e per sentire l’odore dei libri devi avvicinarti moltissimo. Al momento non saprei descriverlo 🙂
Assolutamente, una delle visite più interessanti 🙂
Agnese - I'll B right back
Wow, che meraviglia!! Le tue foto che ritraggono i particolare dei libri e delle carte mi piacciono molto Marti. Piacerebbe tanto anche a me osservare le varie fasi di restauro di un libro, dev’essere davvero interessante! Una piccola magia 🙂
Martina Sgorlon
Agnese – I’ll B right backA me è piaciuta moltissimo la visita! Dietro ogni restauro c’è un lavoro incredibile, ho visto opere letteralmente a pezzi, veri e propri puzzle, è un’attività così delicata!
Felice che le foto ti piacciano! A presto 🙂