Curiosità sulla Basilica di San Marco: le cose che forse non sapevate
Curiosità sulla Basilica di San Marco: storie e dettagli da scoprire per arricchire la visita alla chiesa più importante di Venezia.
La Basilica di San Marco è il cuore del sestiere omonimo e uno dei simboli della città. Iniziata nell’828, la chiesa non è solo un luogo di culto, ma anche un forziere ricco di tesori e di curiosità.
Curiosità sulla Basilica di San Marco
Dopo avervi parlato di lei nel post dedicato alla storia e a tutte le informazioni utili per visitare la Basilica di San Marco, è arrivato il momento di condividere storie e dettagli che vi permetteranno di apprezzarla ancora di più e di scoprire alcuni segreti.
Ecco alcune curiosità sulla Basilica di San Marco: cuore di Venezia.

È una basilica da “poco tempo”
Quello che molti non sanno è che per secoli il ruolo di cattedrale di Venezia è spettato alla chiesa di San Pietro, nel sestiere Castello. La Basilica di San Marco, infatti, diventò tale solo nel 1807: prima era una chiesa di stato retta dal Doge e totalmente indipendente dal Patriarca di Venezia.
Le sue cupole sono tipicamente orientali
Il forte legame tra Venezia e l’Oriente è rappresentato al meglio nella Basilica di San Marco, simbolo della città. Le sue cupole, infatti, furono create secondo le tecniche bizantine e fatimide (tipiche di una delle dinastie più influenti del mondo islamico).
Attualmente, alcuni degli esempi più maestosi di questo stile architettonico si trovano in Africa, tra questi la Grande Moschea di Mahdia, in Tunisia, per esempio, o quella di Al-Azhar de Il Cairo.

Il corpo di San Marco è arrivato qui grazie a un metodo ingegnoso
Secondo la tradizione veneziana, quando Buono da Malamocco e Rustico da Torcello trafugarono il corpo di San Marco ad Alessandria d’Egitto, riuscirono a portarlo fuori dalla città con un trucco tanto semplice quanto geniale
Trovandosi in un luogo prevalentemente musulmano, nascosero il santo in una cassa e raggiunsero il porto urlando “kanzir” (carne di maiale): in questo modo nessuno li controllò per paura di venire in contatto con una carne considerata impura.
Il mistero del corpo di San Marco
Le storie che ruotano intorno al corpo di San Marco sono davvero numerose, ma una di queste pare essere vera.
Secondo le cronache veneziane, dopo l’apertura di uno dei primi cantieri che interessarono la chiesa, il corpo del santo andò perduto: fu ritrovato solo nel 1094 all’interno di un pilastro. Come e perché finì lì è ancora un mistero.
Un’altra curiosità? Secondo alcuni quello ospitato all’interno dell’altare maggiore non sarebbe il corpo di San Marco, ma quello di Alessandro Magno.

Il dodecaedro stellato
Non lontano dall’ingresso principale c’è un altro dettaglio al quale prestare attenzione: un dodecaedro stellato. La figura ricorre anche all’interno della Basilica, per esempio sul coro, e rappresenta Venere, il pianeta che, secondo la tradizione veneziana, proteggeva la città, come vi dicevo nel post dedicato alle leggende di Venezia.
Il riccio nero
All’interno della Basilica (dove non si possono fare fotografie), non distante dalla Pala d’Oro, c’è una pietra sulla quale è raffigurato un riccio nero. Lì fu sepolto il cuore del doge Francesco Erizzo (il resto del corpo è nella chiesa di San Martino, nel sestiere Castello): l’animale era il simbolo della sua famiglia.
La facciata non è quella originale
Inizialmente la facciata della chiesa non era così decorata come la vediamo oggi, ma era semplicemente ricoperta di mattoni a vista. Furono i numerosissimi lavori eseguiti nel corso dei secoli a trasformarla in quella che conosciamo oggi.
Non solo, anche i mosaici non sono quelli originali, perché danneggiati da incendi e incidenti. Di quelli antichi ne rimane solo uno, quello che sovrasta la porta di Sant’Alipio e raffigura il corpo di San Marco che entra in Basilica.

Il rinoceronte
A due passi dall’ingresso laterale sinistro della Basilica (di fronte alla Cappella di Sant’Isidoro), a terra, c’è un particolarissimo mosaico che raffigura un rinoceronte. Secondo la credenza popolare, l’animale non è solo un simbolo di forza, ma anche un talismano contro le malattie e fu posizionato lì come buon augurio per i fedeli.
Nel 1751, inoltre, secondo le cronache veneziane, un rinoceronte arrivò in Laguna portato dall’olandese Douwe Mout van der Meer. Soprannominato Clara, l’animale divenne subito l’attrazione principale del Carnevale di quell’anno e fu anche raffigurato da Pietro Longhi in un dipinto che oggi è esposto a Ca’ Rezzonico.
Il premio per il ritorno dei cavalli
Sequestrati da Napoleone nel 1797, i cavalli posti sulla cima della terrazza della Basilica di San Marco tornarono a Venezia nel 1815 grazie all’intervento del capitano Dumaresq. Fu lui, che su ordine dell’Imperatore d’Austria, si occupò di riportarli in Laguna da Parigi, dove erano stati utilizzati per il progetto della quadriga dell’Arco di Trionfo.
Noto per aver combattuto contro Napoleone nella battaglia di Waterloo, il capitano ricevette un preziosissimo dono in cambio: una tabacchiera d’oro con le sue iniziali sulle quali erano stati incastonati dei diamanti.
Quelli che si possono vedere oggi sono delle copie, gli originali sono esposti all’interno del Museo di San Marco, all’ultimo piano della Basilica.

I numeri da capogiro della Pala d’Oro
La Pala d’Oro è uno dei più grandi tesori ospitati all’interno della Basilica di San Marco. Secondo i documenti del 1796 è composta da ben 1927 gemme, 1300 perle, 400 granati, 300 zaffiri e altrettanti smeraldi, 90 ametiste, 75 balasci, 15 rubini, 4 topazi e 2 cammei.
L’architetto ignoto
Guardando il grande arco che sovrasta l’ingresso principale della Basilica potete notare (in basso a sinistra) un bassorilievo che raffigura un uomo con una stampella. Si tratta del cosiddetto “architetto ignoto”, il genio alla base del grande progetto della Basilica, che, secondo le credenze popolari, aveva dovuto pagare l’infermità fisica come prezzo per una mente eccelsa.
Raffigurato con abiti greci – perché della ricostruzione del 1063 voluta dal doge Domenico Contarini si occuparono architetti provenienti dalla Grecia -, l’uomo è raffigurato con un dito in bocca. Anche questo dettaglio è legato a una storia veneziana.
Secondo la leggenda, infatti, quando la Basilica fu ultimata il doge fece i complimenti all’architetto, ma lui, per orgoglio, rispose che avrebbe potuto farla molto meglio se avesse avuto a disposizione più soldi. Per punizione fu costretto a mangiarsi il dito.

Il punto esatto dove finì una guerra
All’interno del nartece (dopo aver superato le prime arcate) c’è un dettaglio che passa spesso inosservato: a terra, incastonata nel marmo rosso, c’è una losanga in porfido bianco.
È stata posizionata per ricordare il punto esatto dove Federico Barbarossa si inginocchiò di fronte a papa Alessandro III il 24 luglio 1177. Il gesto sancì ufficialmente la fine della lotta tra il papato (alleato di Venezia) e il Sacro Romano Impero.
L’importanza degli architetti
La Basilica di San Marco è da sempre un luogo importantissimo per la città ed è per questo che i lavori, in particolare quelli di ricostruzione della chiesa, furono affidati ai proti, ossia i primi architetti dell’Arsenale, un altro punto di riferimento (questa volta militare e non religioso) veneziano.
Tra i più famosi ci furono Jacopo Sansovino e Baldassare Longhena, due figure che hanno fatto la storia dell’architettura veneta e lagunare.

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Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.
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Jules
Molto interessante, sono quasi tutte novità per me!!
Martina Sgorlon
JulesMi fa piacere! Sono piccole curiosità che fanno apprezzare ancora di più la Basilica secondo me, è piena di segreti 🙂