Curiosità sul sestiere Castello di Venezia: le chicche per arricchire l’itinerario

Le curiosità sul sestiere Castello di Venezia: dettagli da notare e chicche storiche per arricchire il vostro itinerario alla scoperta di questa zona della città.
Il sestiere Castello è uno dei miei preferiti a Venezia, soprattutto perché, anche in alta stagione, è quello meno invaso dai turisti.
Curiosità sul sestiere Castello di Venezia
Come tutte le altre zone della città nasconde tantissime chicche e dettagli che aiutano a raccontare tanti aspetti diversi della vita e della storia dell’antica Serenissima. In questo post ho raccolto quelli che mi hanno colpito di più: ecco alcune curiosità sul sestiere Castello di Venezia per arricchire la vostra visita.

La stele islamica all’interno della Basilica di San Pietro di Castello
La Basilica di San Pietro di Castello si trova in una delle ultime isole del sestiere se si proviene dal cuore della città. La chiesa è una delle più importanti di Venezia e fu sede del patriarcato fino al 1807, quando fu spostata a San Marco per volere di Napoleone.
Al suo interno è ospitata la Cattedra di San Pietro, che fu creata utilizzando un’antica stele funeraria islamica presa in Turchia, probabilmente quando il santo omonimo era vescovo di Antiochia. Ancora oggi è possibile vedere alcune scritte in arabo, fateci caso.
All’interno della basilica non è possibile fare fotografie.

La chiesa di Santa Maria della Fava
La chiesa di Santa Maria della Consolazione, costruita nel Sedicesimo secolo, è nota anche come chiesa di Santa Maria della Fava. Questo nome deriva da una storica pasticceria non distante che era specializzata in un dolce tipicamente veneziano: le fave dei morti.
Preparate in occasione del 2 novembre utilizzando la pasta di mandorle, le fave possono essere anche rosa o marroni (se con il cioccolato) e sono comunissime ancora oggi. Se capitate a Venezia a inizio novembre non potete non assaggiarle!

Le iniziali nascoste di Vittorio Emanuele
Camminando per Venezia i ponti quasi non si notano: sono talmente tanti che spesso si attraversano senza farci troppo caso. Ce n’è uno, però, che merita un po’ di attenzione in più.
Ponte Borgoloco, infatti, nasconde un piccolo segreto: è decorato con quelli che solo apparentemente sono dei cuori. In realtà quei riccioli sono le lettere W, V ed E e nascondono il messaggio “Viva Vittorio Emanuele II”.
Il ponte risale al periodo della dominazione austriaca, quando in città era vietato parlare di politica, soprattutto per sostenere i Savoia.

Le tracce vichinghe all’Arsenale
Quando ci si trova di fronte alla Porta di Terra dell’Arsenale di Venezia si rimane colpiti da quell’ingresso elegante che permetteva di entrare nel cuore militare e industriale della Serenissima.
La porta è sorvegliata da alcuni leoni e uno di loro, quello seduto sulle zampe posteriori, nasconde un piccolo segreto non troppo facile da scoprire: alcuni caratteri runici incisi da guerrieri vichinghi. Furono scoperti per caso dal diplomatico svedese Johan David Akerblad in visita a Venezia.
Dopo uno studio, vennero identificati come rune incise da mercenari scandinavi al servizio dell’Imperatore di Bisanzio: i variaghi. Il leone, infatti, prima di arrivare a Venezia si trovava a Costantinopoli e fu portato in terra veneta da Francesco Morosini nel 1687 come bottino di guerra.

L’incisione è una sorta di atto vandalico risalente all’Undicesimo secolo ed è divisa in due: una parte sul lato destro e una sul lato sinistro dell’animale e recita:
Asmund incise queste rune con Asgeir e Thorleif, Thord e Ivar, su richiesta di Harold l’Alto, nonostante i greci riflettendoci lo vietino.
Sul lato destro
Hakon con Ulf e Asmund e Örn conquistarono questo porto. Questi uomini e Harold l’Alto imposero una forte tassa a causa della rivolta dei greci. Dalk è tenuto prigioniero in terre lontane. Egil è andato in missione con Ragnar in Romania e in Armenia.
Sul lato sinistro
Oggi purtroppo le tracce sono quasi scomparse e non è facile notarle, ma se fate attenzione, sul lato sinistro dell’animale, sopra la zampa anteriore, potete vedere una specie di ghirlanda, sono lì e continuano anche verso la schiena del felino.

La ruota degli innocenti
Lungo Riva degli Schiavoni, a lato della Chiesa di Santa Maria della Visitazione, c’è Calle della Pietà, che prende il nome dalla chiesa omonima che sorgeva in questo luogo.
Qui, sulla parete dell’Hotel Metropole, c’è una porta girevole verde molto particolare: un tempo veniva usata per mettere i bambini che le famiglie o le madri non potevano mantenere e che, in questo modo, venivano affidati ai religiosi e all’orfanotrofio.
Alla destra della porta c’è un bassorilievo che raffigura la Vergine Maria. Sulla fessura era possibile mettere dei soldi per contribuire al mantenimento dei bimbi.

La misera Morte di Andrea Gritti
Una delle aree che preferisco del sestiere Castello è quella della chiesa di San Francesco della Vigna, con il suo splendido colonnato. Fu il Doge Andrea Gritti, nel 1534, a commissionare la ricostruzione dell’edificio e oggi il suo monumento funebre si trova nel presbiterio.
Gritti, un uomo di grande importanza politica, è ricordato non solo per il suo governo, ma anche per il modo incredibilmente triste e misero nel quale morì. Nel 1538, la Vigilia di Natale, il Doge aveva ormai 83 anni e festeggiò con piatti abbondanti di minestra di fagioli e anguille allo spiedo. L’infelice accoppiata lo fece morire di indigestione quattro giorni dopo.

I cittadini illustri di Castello
Il sestiere Castello nel corso dei secoli ospitò moltissimi personaggi illustri. Alcuni vi trascorsero pochi mesi o qualche anno, altri nacquero proprio qui, tra le calli della “coda di Venezia”.
Tra questi ci sono Christian Doppler, scopritore dell’Effetto Doppler, che morì in una casa lungo Riva degli Schiavoni il 17 marzo 1853, ma anche Ugo Foscolo, che soggiornò in una casa non distante dalla Scuola Dalmata tra il 1792 e il 1797.

Non solo, Castello diede i natali anche a due importantissimi esploratori: Giovanni Caboto e Sebastiano Caboto, che scoprirono rispettivamente il territorio di Terranova, in Canada, e il Paraguay. Una targa per ricordarli è stata posta lungo via Giuseppe Garibaldi, l’unica “via” della città.

Il dolce di San Martino
In occasione dell’11 novembre, giorno nel quale si festeggia San Martino, in Veneto, e soprattutto nelle zone di Venezia e Treviso, è usanza regalare ai bambini un dolce di pastafrolla decorato con confetti colorati e realizzato a forma di uomo a cavallo.
Il dolce si ispira al bassorilievo che si trova sulla chiesa di San Martino a Venezia, non distante dall’Arsenale. All’interno della chiesa pare sia conservata la tibia del Santo.

Ponte della Paglia, insolito punto di osservazione
Ponte della Paglia è quello che collega il sestiere di Castello con quello di San Marco ed è famoso come punto di osservazione del celebre Ponte dei Sospiri, quello che i carcerati dovevano attraversare per entrare nelle prigioni di Palazzo Ducale.
Anche se oggi migliaia di turisti si accalcano per ammirare il suo dirimpettaio, nel Trecento chi si affacciava dal Ponte della Paglia poteva assistere a scene davvero macabre. Qui, infatti, a pelo d’acqua, venivano lasciati per alcuni giorni i corpi delle persone annegate nei diversi canali di Venezia, in modo che qualcuno potesse riconoscerli.

Dove dormire a Venezia
Avendo sempre visitato Venezia in giornata non saprei indicarvi con esattezza un alloggio. Vi lascio però questa mappa* con tutte le offerte e le soluzioni aggiornate, sperando che riusciate a trovare quello che fa per voi.
Booking.comConoscevate queste curiosità sul sestiere Castello di Venezia? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!
Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.
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