
Curiosità su Pavia: le cose che forse non sapevate. Ecco alcune chicche e alcuni dettagli per arricchire il vostro viaggio nella città lombarda.
Pavia è una città ricca di storia e di tradizione, con un passato rigoglioso grazie non solo alla vicinanza con Milano, ma anche alla sua prestigiosa università. Dopo avervi raccontato cosa vedere a Pavia, è arrivato il momento di condividere con voi alcune informazioni e alcuni aneddoti più curiosi per scoprire ogni sua sfumatura.
Curiosità su Pavia: chicche e storie
Tra chiese, monumenti, personaggi famosi e record, la città nasconde tantissime chicche che meritano di essere scoperte e che vi aiuteranno ad arricchire il vostro viaggio o la vostra gita nel capoluogo lombardo. Ecco quindi alcune curiosità su Pavia che forse non conoscevate.

Come è nata la “zuppa alla pavese”
Se visitate Pavia e decidete di pranzare o cenare in un ristorante tipico o in un’osteria potrebbe capitarvi di trovare nel menù la zuppa alla pavese, una ricetta che affonda le sue radici nella storia della città.
Secondo la tradizione, infatti, il piatto realizzato con pane secco, formaggio, uova e burro fu preparato per la prima volta da una contadina locale per re Francesco I, fatto prigioniero durante la battaglia di Pavia del 1525 e condotto in una cascina della zona. Realizzata con gli unici ingredienti presenti in casa, la zuppa piacque moltissimo al re che poi la portò in Francia dopo un anno di prigionia e la fece preparare anche alla sua corte con il nome di “soupe à la pavoise”.
I personaggi illustri che hanno vissuto a Pavia
Complice la presenza dell’Università, Pavia accolse nel corso dei secoli numerose personalità illustri come studiosi, letterati, uomini di scienza e di fede.
Qui, per esempio, il filosofo e religioso Severino Boezio, che oggi riposa nella basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, scrisse il De consolazione philosophiae, mentre Cristoforo Colombo studiò tra le aule dell’ateneo intorno al 1465. La città, inoltre, diede i natali all’anatomista Luigi Porta e accolse la famiglia di Albert Einstein nel 1895 dopo che, l’anno precedente, lo zio Jakob e il padre Hermann avevano fondato qui le officine elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone. Nello stesso palazzo dove abitò il giovane scienziato, Palazzo Cornazzani, inoltre, soggiornarono anche Ugo Foscolo e Ada Negri.
Ultimo, ma non meno importante, Camillo Golgi, scienziato originario della Val Camonica e professore di istologia e patologia generale all’Università di Pavia che vince il premio Nobel per la medicina nel 1906; questo riconoscimento fu il primo dato a un ateneo italiano.

Pavia era un centro della maiolica
Da Orvieto a Vietri sul Mare passando per Caltagirone, in Italia ci sono alcune località che sono diventate famose per le loro ceramiche e maioliche. Forse non tutti lo sanno, ma tra queste un tempo c’era anche Pavia, che dalla seconda metà del Sedicesimo secolo e fino al Settecento fu un importante centro per il settore, nonché uno dei principali della penisola.
Alcune delle antiche collezioni si possono oggi ammirare, tra i tanti, all’interno dei Musei Civici pavesi, tra le sale del Castello Sforzesco di Milano, al Museo del Bargello di Firenze, al Victoria & Albert Museum di Londra e al Metropolitan Museum di New York.
Pavia tra i centri della rivoluzione tessile
Non solo maioliche. A partire dall’Ottocento il territorio di Pavia iniziò a costellarsi di importanti industrie del settore tessile diventando un vero e proprio punto di riferimento in Italia con oltre 16.000 tra artigiani, imprenditori e dipendenti.
Una delle prime realtà fu quella della Necchi, azienda specializzata in macchine per cucire e fondata nel 1835 proprio alle porte della città, in località Corpi Santi, mentre a inizio Novecento comparve la Snia Viscosa, la prima fabbrica italiana di seta artificiale e tessuti sintetici.

Il circolo dei goliardici
Nati durante il Medioevo, i circoli goliardici delle università animano ancora oggi molti atenei italiani e tra questi c’è anche quello di Pavia, dove la Goliardia pavese è rappresentata dall’Ordo Clavis Universalis, attivissimo nella vita degli studenti.
Il circolo, nel 1888, fu anche uno di quelli che partecipò ai festeggiamenti per gli 800 anni dell’Università di Bologna e in quell’occasione regalò all’ateneo bolognese un’enorme forma di formaggio di oltre 70 chili con incisi lungo i lati alcuni versi scherzosi e in rima scritti in un “latino maccheronico”. Il formaggio, insieme al vino Barbera portato dai goliardici torinesi e al bue portato da quelli padovani contribuì ad allestire un ricco banchetto.
La prima donna laureata in Giurisprudenza in Italia
Tra le altre belle storie legate all’Università di Pavia c’è anche quella di Maria Pellegrina Amoretti, nata a Oneglia (Imperia) nel 1756 e prima donna laureata in Giurisprudenza in Italia e la terza in tutto il Paese dopo la veneziana Elena Lucrezia Cornaro, laureata in filosofia a Padova (ve ne avevo parlato nel post dedicato alle curiosità sul sestiere San Marco) e la bolognese Laura Bassi, laureata in filosofia a Bologna e prima donna a insegnare in un’università.

La storia di Giorgio Errera
Tra le storie legate all’Università di Pavia c’è anche quella di Giorgio Errera, professore di chimica nato a Venezia nel 1860 e morto a Torino nel 1933.
Quando nel 1923 il Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile gli offrì la carica di rettore dell’ateneo pavese, Errera si rifiutò perché contrario al regime; alcuni anni dopo, nel 1931, ribadì la sua posizione quando si rifiutò di giurare fedeltà al fascismo. Egli fu uno dei soli 12 professori universitari italiani (su un totale di 1255) a compiere questo gesto e gli costò la carriera.
La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro nella letteratura
Forse non tutti lo sanno, ma la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, che ospita le spoglie di Severino Boezio, è comparsa più volte tra le pagine della letteratura italiana e, in particolare, è stata menzionata da tre dei più grandi autori del nostro Paese: Dante, Petrarca e Boccaccio.
Il Sommo Poeta la menzionò nel canto X del Paradiso, Francesco Petrarca, invece, tra le sue Lettere Senili, Giovanni Boccaccio, infine, in una delle ultime novelle del Decameron, quella di Torello e il Saladino.
«Per vedere ogne ben dentro vi gode
Dante Alighieri, Paradiso – Canto decimo, versi 124-129
l’anima santa che ‘l mondo fallace
fa manifesto a chi di lei ben ode
Lo corpo ond’ella fu cacciata giace
giuso in Cieldauro; ed essa da martiro
e da essilio venne a questa pace»

La cupola del Duomo
La cupola del Duomo, caratterizzata da una particolare forma ottagonale, è tra le più grandi dello Stivale sia per altezza che per ampiezza con i suoi 92 metri d’altezza (97 se si considera il rialzo della chiesa rispetto al livello della piazza) e la sua diagonale esterna di 35,8 metri.
Se si considera anche la lanterna superiore, la struttura è la quinta più alta dopo la Mole Antonelliana di Torino, la basilica novarese di San Gaudenzio, la basilica fiorentina di Santa Maria del Fiore e il Duomo di Milano; è la sesta se, invece, si considera anche San Pietro, nella Città del Vaticano.
La leggenda del ponte sul Ticino
Il ponte coperto di Pavia non è solo uno dei luoghi da non perdere durante un viaggio in città, ma è anche il custode di una leggenda locale.
Secondo la tradizione, infatti, durante la notte di Natale nel 999 gli abitanti del vicino quartiere di Borgo Ticino volevano raggiungere la chiesa sulla sponda opposta del fiume per partecipare alla messa, ma, a causa della fitta nebbia, gli spostamenti via acqua erano quasi impossibili. In loro soccorso arrivò il diavolo, per l’occasione nelle sembianze di un uomo vestito di rosso, che iniziò subito a costruire un ponte in cambio di un’anima: la prima che lo avesse attraversato.
Quello che il demonio non aveva previsto, però, è che tra la folla si nascondeva l’arcangelo Michele, che accettò il patto con un piano: far attraversare il ponte a un caprone per salvare le anime dei fedeli. Così fece e il diavolo, furioso, scatenò una tempesta provando a distruggere la costruzione, senza riuscirci.
Proprio per questa storia, ancora oggi il ponte coperto di Pavia è noto come “Ponte del Diavolo”.

Informazioni utili per visitare Pavia
Se raggiungete Pavia in auto, potete lasciare la macchina al Parcheggio via Rismondo, a due passi dalla Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro e dal Castello Visconteo, e poi proseguire a piedi seguendo l’ordine di visita suggerito in questo post; il percorso è lungo circa 4 chilometri.
Per maggiori informazioni potete raggiungere il Tourist Infopoint in Piazza della Vittoria, che è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, mentre sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00 (solo la mattina da novembre a febbraio).
Infine, se volete visitare Pavia da Milano, potete anche valutare di partecipare a uno dei tour guidati come il giro di un’intera giornata a Pavia e nell’Oltrepo Pavese; trovate tutte le informazioni a questo link*.

Dove dormire a Pavia
Abitando non troppo distante non ho avuto necessità di dormire a Pavia, ma qui sotto vi lascio una mappa* con le proposte aggiornate, così da trovare la soluzione che fa al caso vostro.
Booking.comConoscete altre curiosità su Pavia? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!

Le foto presenti all’interno del post sono state scattate con una Canon 80D*, con obiettivo Canon 24mm* e Canon 10-18mm*, e con un iPhone 11 Pro*. Trovate tutte le altre sul mio album su Flickr.
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