Sestiere Santa Croce di Venezia: chicche e curiosità

Alcune curiosità sul sestiere Santa Croce di Venezia. Chicche e informazioni per arricchire il vostro viaggio in questa zona della città.

Quello che adoro di Venezia è il suo essere una continua scoperta. Calli, sestieri, campi, palazzi e case sembrano nascondere storie e curiosità a non finire.

Curiosità sul sestiere Santa Croce
Vi ho già parlato del sestiere di Santa Croce, il più piccolo della città, con i suoi musei di importanza nazionale e le sue chiese che nascondono percorsi sotterranei o opere d’arte dal valore inestimabile.
Ora è arrivato il momento di immergerci ancora di più in quest’area del capoluogo e scoprire tutte quelle chicche che rischiano di passare inosservate. Ecco cinque curiosità sul sestiere Santa Croce.

Il sestiere era noto come “Luprio”
Prima di diventare un insieme di case, palazzi, calli e campi, il sestiere di Santa Croce (proprio come quello confinante di San Polo) era un’area interamente ricoperta di stagni, paludi e saline ed era nota come “Luprio”.
Il nome attuale deriva dall’antica chiesa omonima affacciata sul Canal Grande che sembra ospitasse un pezzo della croce di Gesù, oggi spostato nel sestiere Dorsoduro. Alla reliquia è legata anche una delle leggende del sestiere di Santa Croce.

La colonna e le mura dell’antica chiesa di Santa Croce ci sono ancora
Parlando della Chiesa di Santa Croce, oggi l’edificio non esiste più ed è stato in parte sostituito, insieme al suo convento, dai Giardini Papadopoli, lo spazio verde più ampio del sestiere.

Proprio sul muro di cinta che costeggia il parco si possono ancora vedere pezzi dell’antico edificio. Tra questi una colonna che fa angolo e che presenta sul capitello, nella parte più interna e nascosta, una croce patente (con le braccia tutte della stessa lunghezza). Secondo alcuni è qui che venivano torturati pubblicamente i condannati a morte.

C’è una palla di cannone sulla parete di San Nicola da Tolentino
Una delle chiese più imponenti di Santa Croce è quella di San Nicola da Tolentino, terminata nel Settecento, ma ricca di dettagli seicenteschi e barocchi.
Io l’ho sempre trovata chiusa purtroppo, ma l’edificio nasconde una chicca che si può ammirare anche dall’esterno, quindi vi consiglio di avvicinarvi.

A destra del portone d’ingresso, infatti, potete vedere una palla di cannone conficcata nel muro: ciò che rimane dei bombardamenti austriaci del 1849.
La palla sfondò la cupola e cadde non distante dall’altare maggiore, ma per commemorare l’evento venne posta all’esterno della chiesa.

È l’unico sestiere nel quale potete vedere delle auto
Santa Croce sarà anche il sestiere più piccolo di Venezia, ma, grazie al Ponte della Libertà, è anche l’unico che permette alle auto e agli autobus di raggiungere il capoluogo. Tutti i mezzi su ruote confluiscono al Tronchetto, l’isola artificiale polo dei trasporti stradali e marittimi.
Proprio per questo, qui potete trovare la stazione e i grandi parcheggi che accolgono ogni giorno migliaia di automobili. Scene quotidiane per ogni città, ma non per Venezia.

Alcuni palazzi sono stati fonte d’ispirazione
Per i sestieri di Venezia sono passati tantissimi autori e poeti nel corso dei secoli e quello di Santa Croce non fa eccezione. Qui, tra i tanti, trovarono ispirazione Gabriele D’Annunzio e Henry James.

Il primo prese spunto dai giardini di Palazzo Gradenigo per alcuni luoghi de Il Fuoco*, un romanzo del 1900 ambientato proprio nel capoluogo lagunare che racconta le passioni e le relazioni amorose di un “superuomo”.
Il secondo, invece, rimase incantato da Palazzo Soranzo Cappello, al quale si ispirò per le ambientazioni de Il carteggio Aspern* (The Aspern Papers). Il racconto del 1888, anch’esso ambientato a Venezia, narra le vicende di un critico letterario statunitense che cerca di impossessarsi di alcune lettere scritte dal poeta Jeffrey Aspern.

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Media e mappa
Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.