Cosa vedere a Pordenone: due passi nel centro storico

Cosa vedere a Pordenone: l’itinerario per scoprirla. Una passeggiata nel centro storico della città tra palazzi affrescati e chiese alla scoperta del capoluogo friulano.
Pordenone è una delle tante città italiane messe un po’ in ombra dalle vicine regine, in questo caso Trieste e Venezia, e si trova proprio a metà strada tra le due, in Friuli. Vi porto a scoprirla.
Cosa vedere a Pordenone
Pordenone ha una storia lunghissima e ha visto succedersi governi e sovrani, soprattutto austriaci e veneziani, tutti interessati per lo più alla sua posizione strategica. E così, attraversata da strade importanti, collegata via fiume all’Adriatico, in un’area pianeggiante e fertile, Pordenone è stata per secoli un punto di riferimento economico e commerciale.
Mi è capitato più volte di passeggiare per le sue strade, complice la vicinanza con la mia città, Oderzo, e ora vorrei portarvi lì per farvi scoprire questo capoluogo. Vi accompagno tra chiese e palazzi della città dipinta: ecco cosa vedere nel centro storico di Pordenone.

Il Borgo di Sotto
Il Borgo di Sotto è una delle zone più antiche di Pordenone. Comprende l’area che va da piazzetta San Marco al Noncello, il fiume principale che dà il nome all’intera città: Portus Naonis, il Porto sul Noncello, appunto.
Il corso d’acqua ha svolto un ruolo importante per lo sviluppo della città, perché a pochi chilometri dal capoluogo si immette nel fiume Meduna, che a sua volta confluisce nel Livenza. Quest’ultimo sfocia poi tra Porto Santa Margherita e Caorle e da lì le imbarcazioni potevano raggiungere in poco tempo Venezia e commerciare con la Serenissima.

Il borgo, abitato principalmente da artigiani, il 28 dicembre 1944 fu bombardato dagli Alleati e quasi completamente raso al suolo. Per questo motivo piazza Calderani, alle spalle del Palazzo Comunale, ha un aspetto molto moderno, nonostante sorga in una delle zone più antiche delle città.

Il Duomo di San Marco
Il duomo di San Marco è la chiesa principale di Pordenone e risale al Tredicesimo secolo. In realtà, però, la facciata, un tempo coperta di affreschi, fu realizzata nell’Ottocento e non fu mai davvero completata. È per questo che dall’esterno non risulta poi così solenne e importante come dovrebbe.
Ciò che resta dell’edificio più antico è ancora visibile sul lato sinistro. Lì le pareti in mattoni creano un netto contrasto con quelle intonacate della struttura più moderna e regalano un’immagine molto diversa da quella che si può vedere da piazza San Marco.
L’interno, invece, risale al Settecento. Presenta alcuni dettagli barocchi, altari in marmo, splendidi affreschi del Quattrocento che ricoprono addirittura i pilastri e cappelle laterali che ospitano dei veri e propri capolavori.
Tra questi ci sono la pala di San Girolamo realizzata da Domenico Tintoretto, padre del più famoso Jacopo, e la pala della Madonna della Misericordia, dipinta da Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto Il Pordenone.
Le cappelle ai lati dell’altare sono ricoperte di affreschi colorati che raffigurano i padri della Chiesa, gli evangelisti e altri episodi legati alla vita dei santi. Rischiano di passare inosservate se non si raggiunge il fondo del duomo, ma vi consiglio di avvicinarvi perché sono veramente splendide.

A lato della chiesa si erge il campanile di San Marco. È monumento nazionale dal 1888 e fu iniziato nello stesso anno del Palazzo Comunale, ma terminato nel 1347. Raggiunge i 72 metri d’altezza e nel corso dei secoli ha subìto numerosissimi restauri per porre rimedio ai danni causati da fulmini e terremoti, ultimo quello disastroso del Friuli del 1976.

Il Palazzo Comunale
Il Palazzo Comunale è uno dei luoghi che preferisco di Pordenone. Si trova all’inizio di Corso Vittorio Emanuele II ed è uno splendido edificio gotico realizzato nel 1291, anno in cui Alberto I d’Asburgo concesse alla città di autogovernarsi.
La struttura che vediamo oggi, però, è frutto degli interventi realizzati nel 1542, quando vennero aggiunti i pinnacoli laterali e la torre centrale, con il suo orologio astronomico e le statue dei due mori che battono le ore sulla cima.
La loggia era un tempo uno dei punti nevralgici della città: ospitava incontri pubblici, la proclamazione di leggi e decreti e la messa in atto della giustizia. Il piano superiore, invece, è stato per secoli un magazzino dedicato prima al grano e poi alle armi usate per difendere mura e confini.

Corso Vittorio Emanuele II
Corso Vittorio Emanuele II è la via principale del centro storico e su di lei si affacciano tantissimi palazzi dalle facciate affrescate grazie alle quali Pordenone è nota anche come urbs picta, “città dipinta”.
Percorrendola si possono notare portici con archi a sesto acuto e a tutto sesto, finestre squadrate e altre che richiamano motivi e forme esotiche come quelle di Palazzo Pittini, segno che il dominio della Serenissima riuscì a portare anche qui i gusti e gli stili orientali che tanto caratterizzano la città lagunare.
Palazzo Ricchieri
Palazzo Ricchieri oggi ospita il Museo Civico d’Arte, ma un tempo era dimora della famiglia omonima, che lo donò al Comune per scopi culturali nel 1949.
Fu costruito nel Tredicesimo secolo e, anche se inizialmente fungeva da casa-torre a difesa della città, diventò abitazione privata durante il periodo veneziano, iniziato nel 1508.

La Casa dei Capitani
Palazzo Varmo-Pomo, conosciuto anche come la Casa dei Capitani, è uno degli edifici del centro storico sui quali si può ancora vedere lo stemma austriaco. Sulla parete laterale, invece, la canna fumaria è sorretta dall’affresco di una figura grottesca tipica dello stile nordico.

Palazzo Crescendolo-Milani
La famiglia Crescendolo fu una delle prime a essere nobilitata per volere di Alberto d’Asburgo nel 1447. Va da sé che da allora questo palazzo diventò uno dei più importanti del corso. Successivamente, l’edificio passò in mano alla famiglia dei celebri mercanti Milani.
Sulla facciata sono stati rappresentati i segni zodiacali, ma sono tredici, non dodici. Questo perché al tempo si credeva che tra di loro ci fosse anche Ofiuco, rappresentato con un uomo che tiene tra le mani un serpente. È l’ultimo sulla destra e rappresenterebbe il periodo che va dal 30 novembre al 17 dicembre, troppo breve per essere inserito nell’attuale suddivisione astrologica.
Ciò che resta delle antiche mura
Abbandonando per un attimo Corso Vittorio Emanuele II ed entrando in Vicolo delle Mura, che si apre all’altezza dello storico Teatro Concordia, si può raggiungere ciò che resta della cinta muraria della città. Oggi è perfettamente amalgamata con altri edifici.

Piazza della Motta
Piazza della Motta era l’antica sede del mercato e l’area sulla quale si affacciavano alcuni degli edifici più importanti della città, come il palazzo del Monte dei Pegni e l’antico castello. Soprattutto, era un vero e proprio luogo di incontro per i cittadini e vi si organizzavano tantissimi eventi, dalle partite di pallacorda alla caccia dei tori (la molada).
Oggi rimane ben poco di quell’atmosfera particolare e di ritrovo, perché la maggior parte dello spazio è destinato a parcheggio. Nonostante questo c’è ancora un’importante testimonianza del passato: l’ex convento dei frati francescani, risalente alla prima metà del Quattrocento.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta “del Cristo”
La piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli si trova in una piazzetta nascosta tra le vie del centro storico, davanti a quello che un tempo era l’ospedale dei Battuti. Risale all’inizio del 1300 e la sua struttura e i suoi affreschi, come quello della Madonna dell’Umiltà, furono restaurati più volte.
È famosa soprattutto per il crocefisso in legno, dalla quale prende il nome, che si trova alle spalle dell’altare. Fu realizzato nel 1466 da un artista noto come Johannes Teutonicus (il Germanico) e utilizzato come modello per crearne altri due. Uno si trova all’interno del Duomo e uno in San Giorgio.
La scultura presenta una strana caratteristica. Sulla bocca c’è una fessura nella quale un tempo si inseriva una lingua finta e movibile che veniva “azionata” durante le processioni legate alla Pasqua. Queste pratiche, ritenute profane, furono però abolite nel Cinquecento con il Concilio di Trento.
Piazza XX Settembre
Piazza XX Settembre è il luogo più moderno di questo breve viaggio a Pordenone. È sicuramente un ottimo esempio di come il capoluogo cambi non appena si abbandona Corso Vittorio Emanuele II, cuore dell’antica città.
Grazie alle sue notevoli dimensioni viene spesso usata per eventi e manifestazioni e tra i palazzi principali ci sono la Biblioteca Civica e la Casa del Mutilato, un edificio squadrato realizzato negli anni Trenta del Novecento.

Chiesa di San Giorgio
Anche se la Chiesa di San Giorgio sembra risalire al Quindicesimo secolo, l’edificio attuale è il risultato di ristrutturazioni avvenute nel Diciannovesimo secondo lo stile neoclassico.
La chiesa è soprattutto nota per il suo particolare campanile, una sorta di colonna dorica che sulla cima ha un’imponente statua dedicata al santo, Attualmente è in corso un restauro.
Informazioni utili per visitare Pordenone
Se arrivate in auto e non avete intenzione di rimanere molto, un ottimo punto per lasciare la vettura è il parcheggio Marcolini, a due passi dal Palazzo Comunale. È gratuito e si prevede l’uso del disco orario (sosta di 90 minuti).
Ho inserito i luoghi elencati nel post seguendo un itinerario a piedi che parte proprio dal parcheggio indicato.
Siete mai stati a Pordenone? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!
Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.