Cosa vedere a Midtown, Manhattan: cosa non perdere tra la 34esima e la 59esima

Cosa vedere a Midtown Manhattan: l’itinerario con i luoghi da non perdere tra la 34esima e la 59esima, dal Madison Square Garden alla Carnegie Hall, passando per Times Square e l’Empire State Building.
Midtown è il cuore di Manhattan, il centro dell’isola e il luogo dove trovare alcuni dei suoi grattacieli più iconici. In questo post vi accompagno a scoprirla seguendo un itinerario che dal Madison Square Garden porta fino alla Carnegie Hall, a due passi da Central Park.
Midtown Manhattan in pillole
New York nacque nel Seicento sulla punta meridionale dell’isola di Manhattan e, nonostante la veloce espansione, per circa due secoli rimase confinata in quell’area; ve ne parlavo anche nel post dedicato alla storia di New York.
Midtown, ossia la zona centrale compresa tra la 34esima (secondo alcuni la 14esima) e la 59esima Strada e, quindi, Central Park, è stata invece per secoli un’area verde dove le paludi si alternavano a una fitta vegetazione e a campi coltivati. Una delle poche eccezioni era lo spazio oggi occupato dalla New York Public Library, che veniva usato come fossa comune, poi smantellata e trasformata in bacino idrico nel 1840.
Quando molti terreni furono venduti a John Jacob Astor, una delle personalità più influenti di New York, anche questa zona però iniziò a trasformarsi. Da allora Midtown non si è più fermata ed è diventata il cuore della metropoli accogliendo i suoi più alti grattacieli, complice la presenza dello scisto, una roccia sulla quale è possibile costruire edifici particolarmente alti.
“New York poggia su una roccia estremamente dura e forte e penso che questa durezza segni ogni momento della sua vita e della sua storia. Dove vedi che i grattacieli sono più densi è perché la pietra è più vicina alla superficie. Si passa dai cinque metri di profondità di Times Square agli ottanta del Greenwich Village. Per questo là non ci sono torri, ma solo edifici bassi, come in un paesino”.
ATLANTIDE – VIAGGIO ALLA RICERCA DELLA BELLEZZA*, Carlo e Renzo Piano

Cosa vedere a Midtown
Passeggiare per Midtown significa quindi alzare gli occhi verso il cielo e curiosare all’interno di negozi di fama internazionale, come Macy’s e Tiffany, ma anche battere le mani al ritmo dei più bei musical di Broadway, lasciarsi accecare dalle luci di Times Square e scoprire i segreti della Carnegie Hall, di Grand Central Terminal e della New York Public Library.
Se siete in cerca di idee per il vostro viaggio a New York, ecco cosa non perdere e cosa vedere a Midtown.

Il Madison Square Garden
Il Madison Square Garden, affacciato su Penn Station e a due passi dalla 34esima strada, è oggi un vero e proprio punto di riferimento per il mondo dell’intrattenimento e accoglie non solo i più importanti concerti della musica internazionale, ma anche match di pugilato e partite di hockey e di basket, in particolare quelle delle due squadre “di casa”, rispettivamente i New York Rangers e i New York Knicks.
L’MSG, come è stato ribattezzato dai newyorkesi, deve il suo nome a Madison Square, la piazza lungo la Broadway che dal 1879 al 1925 ospitò le prime due versioni dell’edificio; la prima, completamente ristrutturata nel 1890, è nota per essere stata affittata per anni da P.T. Burnum per i suoi spettacoli circensi, storia raccontata anche nel musical The Greatest Showman.
Spostato sulla 8th Avenue (tra la 49esima e la 50esima) nel 1925, quello che è oggi considerato La Mecca del basket a stelle e strisce fu poi trasferito nella sua location attuale nel 1968. Da allora lo stadio è stato ampliato e restaurato più volte e oggi riesce ad accogliere oltre 20.000 spettatori. Se volete visitarlo, sappiate che potete farlo anche quando non ci sono eventi in programma: vi basterà partecipare a uno dei tour di Madison Square Garden organizzati in loco e che si possono prenotare comodamente da casa prima della partenza.

L’Empire State Building
Completato nel 1931 e sorto tra la Fifth Avenue e la 34esima, l’Empire State Building è uno degli edifici più iconici e celebri di New York. Da sempre sede di uffici, oggi ospita anche gli studi di molte reti televisive che, grazie alla gigantesca antenna posizionata sulla cima negli anni Cinquanta, riescono a trasmettere i loro programmi in tutto il Paese.
Sagoma inconfondibile dello skyline newyorkese, il grattacielo apparso in centinaia di film ambientati a New York è anche sede di uno dei primi osservatori panoramici cittadini, collocato all’ottantaseiesimo piano. Se volete salire fino in cima o volete scoprire qualcosa in più, trovate tutte le informazioni utili per la visita e alcune curiosità nel post dedicato all’Empire State Building.

La Morgan Library
La Morgan Library, costruita nel 1902, è uno dei tesori più preziosi di New York. Nata dalla collezione privata del banchiere John Pierpont Morgan, la biblioteca, istituzione pubblica dal 1924, ospita oggi oltre 20.000 pezzi tra manoscritti, stampe, dipinti, disegni e libri dal valore inestimabile.
Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 1913, parte della collezione originale fu venduta al Metropolitan Museum of Art, ma oggi qui potete trovare ancora una tela del Perugino; alcuni rilievi in marmo di Donatello; e i disegni di Leonardo, Michelangelo e Dürer. Non solo, tra gli altri ci sono anche i manoscritti originali del Canto di Natale di Charles Dickens; i disegni di Antoine de Saint-Exupeéry per Il Piccolo Principe; le lettere e i diari di Jane Austen, Charlotte Brontë, Albert Einstein e Abraham Lincoln; una Bibbia di Gutenberg; e gli appunti su Blowing in the Wind scritti da Bob Dylan.
Ristrutturata su progetto di Renzo Piano nel 2003, oggi la Morgan Library vanta un’anima antica e una moderna: da una parte quella composta dalla splendida biblioteca, dalla sala studio di J.P. Morgan e da una rotonda di ispirazione rinascimentale; dall’altra quella formata dal nuovo padiglione in vetro, dall’auditorium e dalle sale dedicate alle esposizioni temporanee. Uno spettacolo che vi consiglio di non perdere.

La New York Public Library (e Bryant Park)
La New York Public Library, affiancata da Bryant Park, punto di riferimento per newyorkesi e turisti che vogliono prendersi una pausa all’aria aperta, non è solo un forziere nel quale trovare libri antichi e moderni, ma anche un luogo estremamente affascinante dal punto di vista architettonico. Si tratta, infatti, di un vero e proprio tempio moderno ispirato all’antichità e sorvegliato giorno e notte da due leoni in marmo ribattezzati Pazienza e Fermezza.
Da non perdere, al suo interno, l’imponente Astor Hall, ma anche l’elegante McGraw Rotunda e le sale lettura. Ve ne ho parlato più nel dettaglio nel post dedicato alla New York Public Library, dove trovate anche alcune curiosità e tutte le informazioni utili per la visita.

Grand Central Terminal
Grand Central Terminal, sulla 42esima, è la stazione ferroviaria più importante di New York e una delle più celebri a livello globale. Nota anche come la “Porta della Nazione”, la struttura è un capolavoro Beaux-arts completato nel 1913 e accoglie ogni giorno migliaia di persone provenienti da tutto il Paese.
Cuore della stazione è la Main Concourse, con il suo splendido soffitto a volta decorato nel 1912 da Paul Helleu, pittore francese che dipinse su uno sfondo verde acqua i segni zodiacali e le costellazioni primaverili del Tropico del Cancro, ma al contrario, come se fossero viste dall’alto e non dal basso. Vi raccontavo questa e altre curiosità nel post dedicato interamente a Grand Central Terminal.

Il Chrysler Building
A due passi da Grand Central, sorge l’iconico Chrysler Building, un capolavoro Art Déco e uno degli edifici più riconoscibili di New York.
Il progetto iniziale, voluto dall’imprenditore e politico William Henry Reynolds — già mente del parco divertimenti Dreamland di Coney Island — nacque nei primi anni Venti, ma fu completamente trasformato qualche anno dopo, quando la proprietà passò nelle mani di Walter P. Chrysler, che decise di trasformare l’edificio nella sede della sua casa automobilistica.
Obiettivo del nuovo committente era quello di realizzare il più alto edificio al mondo, nonché il primo a superare i 300 metri d’altezza, primato che detenne dal 24 ottobre 1929, giorno dell’installazione della guglia in acciaio ispirata ai radiatori Chrysler, fino al 1931, quando venne superato dall’Empire State Building.
Bisognava riconoscere che Walter Chrysler aveva stile. Quando l’uomo dell’automobile aveva preso in mano il progetto dell’edificio che ora portava il suo nome, aveva insistito per la realizzazione di arditi disegni art déco che incorporassero immagini di ruote, tappi di radiatore e molto altro ancora. La punta dell’edificio, ancora in costruzione, consisteva in una serie di archi che salivano a una chiave di volta, progettati per essere ricoperti di acciaio inossidabile. Di un’eleganza suprema, una volta completato non ci sarebbe stato niente di simile al mondo.
New York*, Edward Rutherfurd. Traduzione di Stefano Viviani
E poi c’era la questione dell’altezza. L’edificio più alto al mondo era ancora la Tour Eiffel di Parigi. Ma gli arditi newyorkesi si stavano avvicinando. Un finanziere di nome Ohrstrom stava costruendo una torre imponente al 40 di Wall Street [n.d.r. oggi Trump Building, originariamente The Bank of the Manhattan Company Building] per competere con il Chrysler e girava voce che, anche se non sarebbe stata altrettanto elegante, l’avrebbe superato in altezza, sovrastando qualunque altro grattacielo della città. Un altro edificio sulla Trentaquattresima avrebbe potuto contendergli lo scettro, ma i lavori in quel caso non erano ancora cominciati.

Il Palazzo di vetro delle Nazioni Uniti (e il ponte del Manhattanhenge)
Sede principale dell’ONU, il Palazzo in Vetro delle Nazioni Unite si affaccia sull’East River e gode del diritto di extraterritorialità, il che significa che, se decidete di visitarlo, finché rimarrete al suo interno non vi troverete negli Stati Uniti, almeno dal punto di vista politico.
L’edificio, progettato da Oscar Niemeyer, fu costruito tra il 1949 e il 1950 e fu inaugurato il 9 gennaio dell’anno successivo. Oggi ospita il Segretariato dell’ONU, oltre a una ricca raccolta di opere d’arte donate dagli Stati membri, da associazioni o da privati.
A due passi dal palazzo vi consiglio anche di non perdere il Tudor City Bridge, un ponte dal quale si può vedere tutta la 42esima e da dove, due volte l’anno, si può ammirare il Manhattanhenge (il “Solstizio di Manhattan”): un fenomeno in cui il tramonto del Sole si allinea perfettamente con la strada. L’appuntamento, atteso da centinaia di fotografi e curiosi che si accalcano in loco, è sempre intorno al 28 maggio e al 12 luglio, ma varia di anno in anno; per il 2023 è previsto alle 20.15 del 30 maggio e alle 20.20 del 12 luglio.

St. Bartholomew’s Church
St. Bartholomew’s Church, per gli amici St. Bart’s, fu fondata nel gennaio del 1835, ma si affaccia su Park Avenue, tra la 50esima e la 51esima Strada, solo dal 1916, quando fu trasferita dalla precedente sede di Madison Avenue, della quale conserva ancora le antiche porte.
Terminato nel 1930 e realizzato in stile Neobizantino, l’edificio, con i suoi mosaici e le sue particolarissime decorazioni, ricorda alcune delle più belle chiese moresche dell’area del Mediterraneo ed è una vera chicca che vi consiglio di non perdere.
Negli anni Ottanta, in una New York in profonda trasformazione, la chiesa rischiò di essere abbattuta, ma fortunatamente riuscì a vincere un processo che coinvolse anche la Corte Suprema e dal 2016 fa parte dei National Historic Landmarks, i luoghi storici da preservare.
La chiesa è aperta tutti i giorni, tranne il sabato, dalle 9.00 alle 17.00; la domenica dalle 8.00 alle 18.00. L’ingresso ai turisti è vietato durante le celebrazioni.

La Cattedrale di San Patrizio
Ispirata alle grandi cattedrali gotiche europee, la Saint Patrick’s Cathedral fu costruita tra il 1853 e il 1878, nel pieno dell’espansione di Midtown, e oggi è il principale luogo di culto cattolico di New York.
L’edificio, voluto dall’allora arcivescovo John Joseph Hughes, prese fin dalla sua consacrazione le veci della più piccola e più antica chiesa di San Patrizio (che si può ancora visitare a Little Italy, ve ne parlavo nel post dedicato a Lower Manhattan), diventando così il punto di riferimento degli irlandesi cattolici di Manhattan, che all’epoca rappresentavano un quarto della popolazione dell’isola.
La chiesa fu terminata ufficialmente con il completamento delle due torri campanarie nel 1888 e da allora è un piccolo angolo d’Europa tra i grattacieli di Midtown, proprio di fronte al Rockefeller Center.
La Cattedrale di San Patrizio è aperta tutti i giorni dalle 6.40 alle 20.45. Durante le messe è vietato l’ingresso ai turisti, a meno che non si voglia assistere alla celebrazione come fedeli.

Il Rockefeller Center
Il Rockefeller Center, costruito negli anni Trenta nel pieno della Grande Depressione, è uno dei poli commerciali di Manhattan e sede del celebre albero di Natale che ogni anno, intorno al Ringraziamento, viene posizionato di fronte all’altrettanto famosa pista di pattinaggio.
Qui potete ammirare da vicino la statua di Atlante che sorregge il mondo, pattinare sul ghiaccio tra i grattacieli, assistere a uno spettacolo al Radio City Music Hall (uno dei teatri più grandi del mondo) o salire sul Top of the Rock, una delle piattaforme panoramiche di New York.

Dedicato all’imprenditore John D. Rockefeller, il progetto fu il primo al mondo a unire in un unico complesso negozi, uffici e luoghi di ristoro creando una sorta di “città nella città” e attirando verso Midtown un numero sempre più elevato di persone.
All’epoca, se da una parte l’Empire State Building era il più alto edificio in costruzione, dall’altra il Rockefeller Center vantava il cantiere più grande, il che non stupisce visto che ancora oggi la zona si estende dalla 48esima alla 50esima e dalle Fifth alla Seventh Avenue.
Poco prima del crollo del ’29, John D. Rockefeller Jr aveva stipulato un contratto di affitto per un terreno di ventidue acri sul lato ovest della Quinta Avenue per edificare un complesso art déco di palazzi per uffici e un teatro lirico. Dopo il crollo, l’idea del teatro lirico aveva dovuto essere abbandonata. Ma ciò non aveva impedito a Rockefeller di portare a termine il resto del progetto. Da sola, la famiglia più ricca del mondo aveva eretto non una, ma quattordici torri per uffici, con giardini pensili e una piazza centrale, creando lo spazio stradale più elegante della città. La sua deliziosa corte centrale fungeva da ristorante all’aperto in estate e da piccola pista da pattinaggio su ghiaccio in inverno. Alla fine di un decennio di lavori di costruzione, alcuni operai, un dicembre, avevano deciso di sistemare nella piazza un albero di Natale.
New York*, Edward Rutherfurd. Traduzione di Stefano Viviani.
Times Square
All’inizio del Novecento, l’area a clessidra che oggi ospita Times Square era nota come Longacre Square, ma quando Adolph Simon Ochs, editore del New York Times, decise di spostare qui la sua redazione, facendo costruire anche una stazione della metropolitana, la piazza cambiò nome. Era l’8 aprile 1904 e allora i suoi giornalisti si trasferivano in quello che oggi è il One Times Square, da dove ogni 31 dicembre scende la sfera di cristallo che segna il countdown di fine anno; di lei vi parlavo anche nel post dedicato alle curiosità su New York.
Quello che a prima vista potrebbe sembrare un omaggio alla città era in realtà un progetto frutto di una competizione: obiettivo finale di Ochs, infatti, era vincere la sfida con il ben più importante (all’epoca) New York Herald, al quale era stata dedicata una piazza molto più vivace e frequentata poco più a sud.

Oggi Times Square è nota soprattutto per le sue insegne luminose, gli spectaculars, comparse per la prima volta nel 1917 per opera di O. J. Gude, che ne fece montare una di sessanta metri tra la 43esima e la 44esima Strada: la prima di tante che trasformarono questa piazza in una “margherita al neon”, come la chiama Adam Gopnik nel suo libro Una casa a New York*.
Dopo anni di successi, a fermare la sua crescita fu La Grande Depressione, iniziata con il crollo di Wall Street nel 1929, che trasformò l’intera zona in un’area a luci rosse, ricca di corruzione e tristemente in declino; tutte caratteristiche, queste, che mantenne fino agli anni Ottanta, quando il boom edilizio riuscì a risollevarla e a ripulirla.
Nessun’altra parte di New York ha mai avuto una sensibilità così melodrammatica, così da «anello dell’umore», per i cambiamenti storici della città legandosi a un’immagine diversa per ogni decennio. Ci fu la Times Square dei primi del secolo scorso, con i giardini pensili e le showgirls; la Times Square degli anni Venti, elegante e trasgressiva, con le canzoni di Ziegfield e Youmans; la Times Square degli anni Trenta, quella di 42nd Street, tutta chorus lines e intraprendenza; quella degli anni Quaranta, reduce dalla vittoria, celebrata in Un giorno a New York, piena di marinai che baciavano ragazze; la Times Square degli anni Cinquanta, appassita e in bianco e nero, quella di Piombo rovente, con il fumo degli hot dog e i beat trasandati; e poi la Times Square degli anni Sessanta e Settanta, di Un uomo da marciapiede e di Taxi Driver, dove tutto andava a pezzi e i tombini esalavano l’alito dell’inferno. Nessun altro luogo in città è mai salito tanto in alto e sceso tanto in basso. […]
UNA CASA A NEW YORK, ADAM GOPNIK, TRADUZIONE DI ISABELLA C. BLUM
Adesso abbiamo la nuova Times Square, nuova come una margherita al neon, con un gigantesco Gap, un Niketown, un Applebee’s, una ESPN Zone, e gli annunciatori televisivi al di là dei vetri affumicati […]. Per certi aspetti, la piazza non ha mai avuto un aspetto migliore, con le linee diagonali declinanti del Reuters Building, l’insegna curva Art Déco, e perfino il gigantesco dinosauro finto da Toys «R» Us. […]
Ad ogni modo, nella Times Square contemporanea c’è qualcosa di spettrale. Non sei tu a camminare attraversandola, è lei che attraversa te.

Oggi, Times Square è tornata a brillare, è ricca di negozi di grandi marchi, di insegne luminose e i suoi teatri sono pieni di newyorkesi e di viaggiatori che arrivano da ogni parte del mondo. Per esperienza personale, vi consiglio di non perdere Moulin Rouge.
Nelle vicinanze e da inserire nell’itinerario anche la nuova sede del New York Times, progettata da Renzo Piano; Sardi’s, che nel corso degli anni ha collezionato decine e decine di caricature di celebrità che si sono fermate per una cena nel Theatre District; o Ellen’s Stardust Diner, celebre locale dove i camerieri improvvisano canzoni e sognano di sfondare a Broadway.
Il MoMA
Casa di alcune delle più importanti opere di arte moderna e contemporanea, il Museum of Modern Art, sulla 53esima, è un museo dove è possibile ammirare i lavori di Van Gogh, Monet, Picasso e Andy Warhol, solo per citarne alcuni.
Nato nel 1929 per volere di quelle che sono state soprannominate le daring ladies, ossia le “ardite signore”, oggi è un punto di riferimento a livello mondiale e ospita oltre 100.000 pezzi collezionati in meno di un secolo di vita. Trovate tutte le informazioni utili per la visita nel post dedicato interamente al MoMA.

Saint Thomas Church
All’angolo tra la 53esima e la Fifth Avenue, Saint Thomas Church è una chiesa episcopale in stile Neogotico francese; un’altra chicca che sembra quasi fuori posto tra gli alti palazzi del cuore di New York.
Sorta nel 1823 a Lower Manhattan, tra la Broadway e Houston Street, nel 1851 fu colpita da un devastante incendio che ne obbligò la quasi completa ricostruzione. Nel 1868, poi, si decise di spostarla a Midtown e di trasformarla nel punto di riferimento religioso per la upper class episcopale newyorkese che all’epoca si stava trasferendo verso nord.
Distrutta da un altro incendio l’8 agosto 1905, la chiesa fu ricostruita e dopo oltre dieci anni di lavori, il 25 aprile 1916, fu nuovamente consacrata e aperta al pubblico.
Saint Thomas Church è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, il sabato dalle 10.00 alle 16.00. La domenica gli orari di visita variano a seconda delle celebrazioni.

La Carnegie Hall
La Carnegie Hall, affacciata sulla Settima tra la 56esima e la 57esima e vicina al limite settentrionale di Midtown, è un luogo magico che racchiude in sé la storia musicale di New York. Voluta dal filantropo Andrew Carnegie, fu costruita tra il 1889 e il 1891, ma nel corso degli anni subì numerose modifiche e ristrutturazioni, rischiando anche la demolizione negli anni Sessanta, dopo il trasferimento della New York Philharmonic dai suoi palchi a quello del Lincoln Center.
Ora protetta come National Historic Landmark, la Carnegie Hall vanta ancora oggi oltre 250 spettacoli annuali, 3 auditorium, numerose sale prova, il piccolo Rose Museum, che ripercorre alcuni dei tasselli della preziosissima storia dell’edificio, e un ricchissimo archivio. Questi ultimi due, in particolare, sono anche merito del minuzioso lavoro di Gino Francesconi, che ho avuto il piacere di conoscere durante il mio viaggio.
Il Rose Museum è aperto dal lunedì al sabato dalle 11.00 alle 16.30. Per le altre visite consultate il sito ufficiale, perché le disponibilità potrebbero variare a seconda degli spettacoli in programma. All’interno non si possono scattare fotografie. Attualmente la facciata è in ristrutturazione.

Altri luoghi da non perdere a Midtown
Questi sono solo alcuni dei luoghi da non perdere a Midtown. Se avete un po’ di tempo in più o volete seguire un percorso un po’ diverso, potete anche raggiungere il SUMMIT One Vanderbilt, il nuovo osservatorio newyorkese; immergervi nel mondo delle serie tv al The Paley Museum; scoprire il quartiere di Hell’s Kitchen; o salire a bordo dell’Intrepid Sea-Air-Space Museum, il museo di storia marittima e militare.
Affacciato sulla 34esima, infine, c’è anche il nuovo Hudson Yards, un ampio spazio commerciale al limite settentrionale della High Line, noto per l’affascinante The Vessel e per il nuovissimo The Edge, una terrazza panoramica che si estende verso Midtown; ve ne ho parlato nel post dedicato a cosa vedere a Chelsea.
Per altri consigli per il vostro viaggio a New York o sulla stipulazione dell’assicurazione viaggio per gli Stati Uniti, vi consiglio di leggere i post dedicati; nel secondo trovate anche uno sconto per voi.

Dove dormire a New York
Durante il mio secondo viaggio a New York ho soggiornato al The Herald*, a due passi da Herald Square e dall’Empire State Building. L’albergo offre solo servizio pernottamento, senza colazione o altri pasti.
La camera non era molto grande, ma rispettava per dimensioni e qualità gli standard newyorkesi. Punto di forza dell’albergo è sicuramente la sua posizione, estremamente strategica per scoprire l’intera città, perché l’area di Herald Square non è solo centrale, ma è anche servita da molte linee della metropolitana.
Per scoprire come muoversi a New York e come raggiungere Manhattan dall’aeroporto, vi suggerisco i post dedicati.
Se avete domande, dubbi o suggerimenti su cosa vedere a Midtown Manhattan, lasciate un commento!

Per vedere le foto scattate a New York (con un iPhone 11 Pro* e una Canon 80D*) sfogliate il mio album su Flickr.
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