Come migliorare le fotografie: i consigli per perfezionarle prima, durante e dopo lo scatto

Come migliorare le fotografie: alcuni suggerimenti per rendere più accattivanti le immagini e perfezionare i propri scatti (prima e dopo).
La fotografia è fatta di teoria e (molta) pratica. Non si finisce mai di imparare, di perfezionarsi, di allenare l’occhio a scoprire punti di vista nuovi e a trovare composizioni con uno sguardo veloce. In questo post vi suggerisco alcuni consigli e alcuni trucchi per migliorare le fotografie.
Come migliorare le fotografie prima, durante e dopo lo scatto
Una fotografia non nasce quando si preme il pulsante, ma prima, quando notiamo un soggetto, un elemento o un paesaggio che vogliamo immortalare. Dopo l’ispirazione viene lo scatto, dopo lo scatto l’elaborazione dell’immagine in post produzione e ognuno di questi passaggi porta con sé tecniche e dettagli ai quali fare attenzione, aspetti che possono essere perfezionati con l’allenamento e con il tempo e buone pratiche che non andrebbero mai dimenticate.
Di seguito ho raccolto alcuni consigli per migliorare le fotografie, le piccole e grandi cose da tenere a mente prima, durante e dopo lo scatto e che ci aiutano a perfezionare il nostro stile e a sfruttare al meglio le potenzialità della macchina fotografica.
Imparate a scattare in manuale
Se usate una reflex o una mirrorless, il mio consiglio è imparare fin da subito a scattare in manuale, impostando autonomamente in particolare i tre valori del triangolo dell’esposizione: apertura, tempi di scatto e ISO.
Le modalità automatiche della fotocamera, come quella ritratto, paesaggio o sport, possono essere molto utili in determinate condizioni, per esempio quando non abbiamo molto tempo per impostare o cambiare manualmente i valori, ma abituarsi fin da subito a scattare in manuale aiuta a sfruttare al meglio lo strumento e tutte le sue potenzialità, che altrimenti andrebbero sprecate.
In alternativa, se siete alle prime armi e volete prendere un po’ di confidenza con la fotocamera prima di passare al manuale, potete utilizzare i modi di scatto semi-automatici, come quello a priorità di tempo, che vi permette di modificare manualmente i tempi di scatto mentre la macchina imposta apertura e ISO, o come quello a priorità di apertura, con il quale, invece, intervenite solo sul diaframma.

Se in difficoltà, preferite una leggera sottoesposizione
In fotografia, quando si parla di esposizione si fa quasi sempre riferimento al livello di luminosità di un’immagine: in caso di foto troppo luminose si parla di sovraesposizione, perché il sensore è stato troppo esposto alla luce, in caso di foto troppo buie si parla di sottoesposizione, perché non ne ha ricevuta abbastanza.
Quando state impostando manualmente i tre valori del triangolo dell’esposizione e siete in difficoltà perché non ci sono le condizioni per realizzare l’immagine che avete in mente, è sempre meglio puntare a una leggera sottoesposizione e poi intervenire in post produzione per migliorare l’immagine e illuminare le aree più buie. Questo perché, in generale, è più semplice intervenire su immagini e aree più scure (non nere!) senza rovinare il risultato; in caso di troppa luce, inoltre, il sensore registra pixel totalmente bianchi (si parla di “bruciature”) che non possono essere recuperati in alcun modo, nemmeno nei file RAW.
Fate attenzione al bilanciamento del bianco
Il bilanciamento del bianco (White Balance, WB, in inglese) è una delle impostazioni della macchina fotografica e consente, come dice il nome, di bilanciare le tonalità di bianco all’interno della fotografia. Molto spesso, infatti, a causa della luce naturale o artificiale presente in un determinato ambiente i bianchi possono tendere al giallo o al blu, a seconda che ci sia una luce calda o fredda.
Lavorando in manuale avete la possibilità di modificare il bilanciamento del bianco prima di scattare, suggerendo alla macchina fotografica la tipologia di luce presente nell’ambiente (luce diurna, ombra, cielo nuvoloso, tungsteno…) o impostando manualmente i valori, anche se non sempre questo risolve il problema. Fortunatamente, il bilanciamento del bianco è uno degli aspetti più facili da correggere in post-produzione, soprattutto se scattate in RAW, quindi assicuratevi di prestarvi attenzione sia prima che dopo lo scatto.
Come sempre, però, questa è la regola generale, quindi sentitevi liberi di giocare con le tonalità più calde o più fredde a seconda dell’atmosfera che volete trasmettere.

Se potete, scattate in RAW
Il RAW (“grezzo”, in inglese) è un formato, un metodo di memorizzazione dei file che permette di registrare tutte le informazioni e tutti i dati raccolti dal sensore della macchina fotografica senza comprimerli e restituendo una foto di qualità più elevata. In qualche modo è come se corrispondesse all’immagine presente nel rullino della macchina fotografica analogica, per questo i file così salvati sono anche detti “negativi digitali“.
Proprio per tutte le informazioni raccolte in fase di scatto, un file RAW permette di lavorare al meglio in post produzione, permettendoci di intervenire su tantissimi aspetti diversi senza rovinare l’immagine. Questo formato, per esempio, è utilissimo per regolare il bilanciamento del bianco, per rimuovere il rumore digitale (per quanto possibile), correggere l’esposizione, le ombre, le luci, ma anche il contrasto e la nitidezza. È vero che tutto questo si può fare anche con un normale file JPEG, ma la qualità non sarà mai la stessa.

Come sempre, però, a ogni lato positivo ne corrisponde uno negativo. Innanzitutto, data la mole di informazioni raccolte, i file in formato RAW sono incredibilmente pesanti, sia per la macchina fotografica (per la quale quindi vi servirà una scheda SD con molto spazio di archiviazione), sia per il computer una volta trasferite le immagini. In secondo luogo, i file in formato RAW non possono essere visualizzati ed elaborati come un normale file JPEG senza appositi programmi come Photoshop (trovate alcuni corsi di Photoshop online nel post dedicato) o il gratuito RawTherapee.
Nonostante tutto, però, il RAW rimane il formato migliore per chi vuole migliorare le fotografie in post produzione. Per sceglierlo potete andare nelle impostazioni della vostra macchina fotografica e selezionarlo tra i metodi di salvataggio, ma, se non vi sentite abbastanza sicuri, potete anche selezionare il salvataggio combinato, un’opzione attraverso la quale la macchina fotografica, per ogni immagine, salverà sia un file in formato JPEG che un file in formato RAW.
Applicate una delle regole di composizione
La composizione fotografica è l’ordinamento ragionato degli elementi che compongono un’immagine, uno schema, spesso invisibile (ma percepibile), che sta alla base di uno scatto e che serve per creare equilibrio e armonia tra le parti.
Le regole di composizione fotografica sono molteplici e ruotano tutte intorno alla sezione aurea, la rappresentazione del numero che, in natura e nelle arti, sembra rappresentare la perfezione. Sfruttare una di queste tecniche, quindi, permette di realizzare fotografie più bilanciate — dove il soggetto viene messo in risalto al meglio seguendo linee e punti di fuga — e ci dà la possibilità di farlo sia al momento dello scatto, utilizzando il mirino della macchina fotografica, sia in post produzione, quando si possono tagliare le immagini per ottenere il risultato desiderato.
Trovate tanti esempi e tutte le tecniche nel post dedicato proprio alla composizione fotografica.

Sfruttate la post produzione
La post produzione è una potente alleata quando si parla di fotografia digitale, quindi non andrebbe mai snobbata. Può venirci incontro per bilanciare il bianco, per equilibrare luci e ombre, per giocare con il contrasto o per tagliare le immagini a seconda delle necessità e può essere sfruttata sia per aggiungere un tocco creativo che per migliorare l’immagine, soprattutto se si scatta in manuale e si è alle prime armi.
Io normalmente uso Photoshop, ma esistono tante altre soluzioni (anche gratuite); ne ho consigliate alcune nel post dedicato ai programmi per modificare le foto.

Imparate a leggere i dati EXIF
I dati EXIF (Exchangable Image File) sono le informazioni aggiuntive che vengono registrate con ogni scatto e incorporate nell’immagine e si dividono in informazioni statiche, come per esempio il modello della macchina fotografica, e informazioni dinamiche. Queste ultime cambiano di foto in foto e, oltre a data e ora, possono comprendere i valori impostati dal fotografo per l’apertura del diaframma, il tempo di esposizione e il valore ISO.
Imparare a leggere i dati EXIF di un’immagine scattata da qualcun altro (ma anche da noi stessi in automatico, per esempio) può aiutare a migliorare, perché analizzandoli è possibile prendere ispirazione da fotografi professionisti e provare a replicare gli scatti o scoprire quali caratteristiche rendono una foto migliore di un’altra a seconda delle condizioni.
Per leggere i dati EXIF di una fotografia che avete nel vostro computer solitamente basta cliccare con il tasto destro del mouse sulla foto e poi con il sinistro su “Informazioni”, in alternativa potete anche sfruttare siti gratuiti che vi danno la possibilità di caricare una foto o recuperare i dati direttamente da un link. Non solo, anche molti siti che raccolgono immagini rendono disponibili queste informazioni, spesso consultabili nella sezione dedicata alle “info” di ogni singola foto.

Fate attenzione allo sfondo
Quando scattiamo la nostra attenzione si concentra quasi esclusivamente sul soggetto: stiamo attenti alla sua posizione, alla luce, a realizzare una foto nitida. A volte, però, nonostante tutti gli sforzi, il risultato può non essere soddisfacente a causa di uno sfondo trascurato o caratterizzato da un forte elemento di disturbo, basti pensare ai cassonetti o ai cestini dell’immondizia, ai passanti immortalati nel momento sbagliato o, in caso di ritratti, ai rami degli alberi che si possono trasformare in corna. Prestare attenzione agli elementi in secondo piano diventa quindi fondamentale.
Oltre al non trascurare gli elementi secondari, un altro metodo efficace per evitare che lo sfondo rubi la scena è scattare, quando possibile, con una profondità di campo ridotta (quindi con un’apertura ampia), cosicché il background non risulti altro che un insieme di macchie di colore, senza rubare la scena al nostro soggetto.
A proposito di sfondo, ricordate che spesso “il meno è il più” e che concentrandovi sulle componenti più significative della foto la renderete anche più efficace, quindi non abbiate paura di sfocare tutto ciò che non vi interessa se vi state concentrando su un unico elemento.

Cambiate punto di vista
Il cambiare punto di vista è un aspetto da tenere sempre a mente quando si scatta perché può aiutare su diversi fronti, dal rendere più interessante un soggetto molto famoso all’eliminare elementi di disturbo nello sfondo.
Per migliorare le vostre foto, quindi, accovacciatevi, posizionate la macchina fotografica a terra, avvicinatevi al soggetto o immortalatelo dall’alto, dal basso o di lato oppure, nel caso di monumenti famosi, voltategli le spalle. Spesso, infatti, i luoghi più celebri rubano la scena a tanti altri elementi presenti intorno a loro e che vengono così ingiustamente ignorati; immortalarli significa presentare un nuovo punto di vista e mostrare in modo insolito (e magari più accattivante) un luogo che tutti conoscono.
Non dimenticate la pulizia
A volte può capitare di scattare una foto perfetta sotto ogni punto di vista per poi accorgerci, solo una volta trasferita sul computer, di un granello di polvere o di una macchia che rovina lo scatto. Per risolvere il problema si può fare affidamento sulla post produzione, ma è importante eliminarlo alla radice non appena viene scoperto.
Questi elementi di disturbo in alcuni casi sono sulla lente dell’obiettivo fotografico e quindi basterà molto poco per eliminarli, in altri, però, possono essere sul sensore (la polvere si può depositare lì quando cambiate la lente, per esempio) e quindi la pulizia va fatta con attenzione e con gli strumenti giusti per non rischiare di rovinarlo.
I kit appositi* si possono trovare a pochi euro online e sono solitamente composti da pompetta ad aria, pennelli, salviette, pulisci-sensore, panni e altri strumenti utili. I dettagli da controllare al momento dell’acquisto sono la presenza o meno del liquido per la pulizia (se non ce l’avete già) e la dimensione delle palette per pulire il sensore. Poi, quando si passa all’azione, in caso di dubbi non vi resta che cercare un buon tutorial su YouTube.
Avete altri consigli dedicati a come migliorare le fotografie prima e dopo gli scatti? In caso di dubbi o suggerimenti lasciate un commento 🙂
Le immagini presenti in questo post, dove non specificato attraverso il watermark, sono state prese da Unsplash, dove sono condivise libere per usi commerciali.
*All’interno di questo post potrebbero essere presenti dei link di affiliazione, contrassegnati da un asterisco. Questo significa che se decidete di effettuare una prenotazione o di fare un acquisto e utilizzerete questi link, i siti mi riconosceranno una percentuale. Per voi non ci sono costi aggiuntivi, ma così facendo supporterete questo blog e il lavoro che si nasconde dietro ogni articolo pubblicato. Grazie ❤
Caroline Sciberras
Grazie per l’articolo!
Sono agli inizi e sto cerchare di migliorarmi. Non sapevo dei dati EXIF. Credo che potrebbe essermi utile per imparare un po i trucchi del mestiere.
Martina Sgorlon
Caroline SciberrasCiao Caroline, in fotografia non si smette mai di imparare, felice che il post ti sia piaciuto! 🙂 Buoni scatti!