Castelseprio e il Monastero di Torba: tra storia e arte in provincia di Varese
Castelseprio e il Monastero di Torba: un viaggio indietro nel tempo tra storia e arte. Il loro passato e tutte le informazioni per la visita.
Un passato travagliato e testimonianze artistiche uniche nel loro genere: siamo in provincia di Varese, lungo il corso del fiume Olona e in un territorio che per secoli è stato un punto di riferimento militare e commerciale.
Vi accompagno a scoprire due luoghi Patrimonio UNESCO e la loro storia: il Parco Archeologico di Castelseprio e il Monastero di Torba.
Longobardi in Italia: Castelseprio e il Monastero di Torba
Il Parco Archeologico di Castelseprio e il Monastero di Torba fanno parte dal 2011 del sito seriale Patrimonio UNESCO “Longobardi in Italia: i luoghi del potere“, un gruppo di sette luoghi sparsi per tutto lo Stivale (dal Friuli alla Campania) riconosciuti per la loro importanza storica e artistica.
Nata come zona di difesa, quella di Castelseprio si è evoluta fino a diventare un’area importantissima dal punto di vista commerciale, artistico e religioso. Il Parco Archeologico e il Monastero sono ciò che rimane di un passato ricco e travagliato: vi porto a scoprirli.

Il Parco Archeologico di Castelseprio
La storia di Castelseprio ebbe inizio con i primi insediamenti in epoca preistorica, ma è con l’arrivo dei romani che la zona cominciò a svilupparsi e che comparve il castrum Sibrium, la fortificazione realizzata tra il Quarto e il Quinto secolo per difendere il territorio dai barbari.

Gli invasori, in particolare Bizantini e Longobardi, riuscirono ad appropriarsi dell’intera zona, a trasformarla in civitas prima e in contado poi dando vita a un centro florido che, grazie alla sua posizione strategica tra Milano e le Alpi e tra Como e Novara, divenne presto un punto di riferimento.
Fu proprio la sua importanza, unita all’alleanza con i Torriani, a causare la sua distruzione tra il 1285 e il 1287. In quegli anni, infatti, la famiglia Della Torre era in lotta con quella dei Visconti, che, guidata da Ottone Visconti, rase al suolo l’intero abitato a esclusione dei luoghi di culto, abbandonati definitivamente qualche secolo più tardi.

Visitare il Parco Archeologico
Il Parco Archeologico di Castelseprio, studiato fin dal Cinquecento, oggi è composto da quattro aree principali: il castrum, il borgo, l’Antiquarium e la chiesa di Santa Maria Foris Portas.
Il castrum e il borgo presentano i resti di edifici di origine militare (mura di cinta, torri difensive…), civile (case, pozzi…) e religiosa, primo fra tutti il complesso basilicale di San Giovanni Evangelista, dove sono state rinvenute lapidi longobarde.
Nell’antico convento di San Giovanni, invece, oggi è ospitato l’Antiquarium, uno spazio espositivo completamente restaurato e inaugurato nel 2009 che ha accolto i reperti archeologici e i ritrovamenti dell’intera zona.

Ultima, ma non meno importante, la chiesa di Santa Maria Foris Portas, la meglio conservata del parco e uno dei luoghi più importanti dal punto di vista storico artistico della provincia di Varese.
A renderla un piccolo tesoro sono gli affreschi al suo interno, realizzati tra il Sesto e il Nono secolo, che raffigurano le Storie dell’Infanzia di Cristo tratte dai Vangeli apocrifi; opere d’arte più uniche che rare.

Il Parco Archeologico di Castelseprio è aperto al pubblico gratuitamente, anche se per avvicinarsi ad alcune aree e alla chiesa di Santa Maria Foris Portas è necessario partecipare a visite guidate o richiedere l’accesso al personale in servizio al Parco. L’Antiquarium, invece, è aperto la domenica e i festivi dalle 13.30 alle 17.30.
All’interno della chiesa di Santa Maria Foris Portas e nell’Antiquarium è vietato scattare fotografie.

Il Monastero di Torba
Il Monastero di Torba, località nel comune di Gornate Olona, è diviso dal castrum e dalla chiesa di Santa Maria Foris Portas da una collina e vanta una storia altrettanto antica.
Come le testimonianze del Parco Archeologico, anche questo complesso nacque come avamposto contro le invasioni e, in particolare, come torre di avvistamento, ancora ben visibile e oggi inglobata in un edificio più grande.

Passata poi in mano ai Goti, ai Bizantini e ai Longobardi, è proprio sotto il dominio di questi ultimi, durante un lungo periodo di pace, che la torre abbandonò definitivamente la sua funzione militare. La sua storia, infatti, cambiò radicalmente nell’Ottavo secolo, quando un gruppo di monache benedettine fece erigere, a partire dalla torre, il monastero, le celle per il risposo, la sala di preghiera e, più tardi, la chiesa dedicata alla Vergine.
Salvato dalla furia di Ottone Visconti proprio grazie alla sua nuova funzione religiosa, il monastero si trasformò nuovamente nel 1482, quando le monache si trasferirono nella vicina Tradate lasciando il complesso in mano a contadini del luogo che lo modificarono per i loro bisogni. La chiesa, per esempio, fu trasformata in un magazzino, la porta d’ingresso spostata e ampliata per farci entrare i carri e il portico murato.

Il periodo agricolo del monastero condusse l’intero complesso verso un lento declino fino al 1976, quando Giulia Maria Mozzoni Crespi lo acquistò (il sito era abbandonato dal 1971) e lo donò al neonato Fondo Ambiente Italiano, trasformandolo così nel primo bene FAI del nostro paese.

Visitare il monastero
Il monastero, che oggi ospita un piccolo ristorante, è caratterizzato da un porticato dove un tempo i pellegrini potevano ripararsi e dall’antica torre, che un tempo era collegata alle mura difensive.

La struttura, che è sopravvissuta allo scorrere del tempo, in passato ha ospitato il sepolcreto delle badesse e, al piano più alto, l’oratorio delle monache, vero protagonista del complesso.
È lì, infatti, che si trovano i preziosi affreschi realizzati tra l’Ottavo e l’Undicesimo secolo, immagini religiose che si srotolano lungo le pareti e che raffigurano i santi e le monache in preghiera.

La chiesa di Santa Maria, costruita tra l’Ottavo e il Tredicesimo secolo, è piuttosto spoglia, con pochi affreschi frammentari rovinati dal tempo e dall’intonaco posto sulle pareti durante il periodo agricolo. Al suo interno, oggi, è sepolto anche Renato Bazzoni, fondatore del FAI venuto a mancare nel 1996.

Il Monastero di Torba è aperto da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 18.00; ultimo accesso un’ora prima della chiusura. Sul luogo è disponibile un parcheggio gratuito.
L’ingresso costa 6€ a tariffa intera, 3,50€ a tariffa ridotta per under 18 e studenti fino ai 25 anni ed è gratuito per gli iscritti FAI, per i bambini sotto i 5 anni, per i residenti di Gornate Olona, i possessori di Abbonamento Musei Lombardia, le persone con disabilità e accompagnatori, i soci National Trust e soci Bienfaiteurs Amis du Louvre.
Per le famiglie è previsto un biglietto unico al costo di 17€ che comprende l’entrata per gruppi famigliari composti da 2 adulti e 2 bambini; dal terzo bimbo l’ingresso è gratuito. Tutte le informazioni sul sito FAI.

Conoscevate Castelseprio e il Monastero di Torba? Ci siete mai stati? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!
Le immagini sono state scattate con una Canon 80D* con obiettivo a focale fissa Canon 24mm* e con un iPhone 11 Pro*. Per vedere le altre, sfogliate il mio album su Flickr.