Ca’ Rezzonico a Venezia: viaggio nel Settecento lagunare

A Ca’ Rezzonico, a Venezia, per immergersi nel Settecento lagunare. Alla scoperta di arredi, dipinti e quotidianità dei nobili della città nel Diciottesimo secolo.

Ca’ Rezzonico è uno dei palazzi storici del sestiere Dorsoduro di Venezia. È uno dei più eleganti della città e, grazie ai numerosi dipinti e ai tanti arredi d’epoca, permette di scoprire il Settecento veneziano in tutti i suoi particolari.
Le sue stanze regalano un vero e proprio viaggio nel tempo, dall’arte del Diciottesimo secolo alla vita privata dei nobili veneziani dell’epoca. Vi porto a scoprirlo.

La storia di Ca’ Rezzonico
I lavori di costruzione di Ca’ Rezzonico iniziarono a metà Seicento per volere della famiglia Bon e su progetto dell’architetto Baldassarre Longhena. Quando, però, l’architetto morì e la famiglia si trovò in gravi difficoltà economiche, tutto si bloccò e il palazzo rimase incompiuto per oltre cinquant’anni.

Furono i Rezzonico, che gli diedero il nome, ad acquistare il cantiere nel 1750. La famiglia, da poco entrata a far parte della nobiltà veneziana, affidò i lavori a Giorgio Massari, che li terminò dopo solo sei anni.
Nonostante il palazzo porti ancora il suo nome, la famiglia Rezzonico si estinse in poco tempo. Uno dei figli diventò Papa con il nome di Clemente XIII e, quindi, non ebbe eredi e l’altro, Abbondio, non ebbe figli maschi.

Dall’Ottocento in poi a Ca’ Rezzonico abitarono molte famiglie diverse e anche figure di spicco della letteratura e della cultura europea come il poeta Robert Browning, che morì proprio tra le sue sale.
Nel 1935 divenne infine proprietà del Comune di Venezia e da allora è una casa-museo aperta al pubblico, oltre che una pinacoteca.

La casa museo del Settecento Veneziano
La visita a Ca’ Rezzonico inizia nello splendido salone da ballo, un ambiente elegante e monumentale che sembra appena uscito da una favola. È tra i più grandi di tutta Venezia e, con i suoi lampadari in legno, è lo spazio che mi ha colpito di più durante la visita.

Dal salone si accede alla Sala dell’Allegoria Nuziale, che celebra, grazie a un ampio affresco che ricopre gran parte del soffitto, il matrimonio di Ludovico Rezzonico e Faustina Savorgnan, avvenuto nel 1757.

Da qui si entra poi negli spazi che la famiglia viveva ogni giorno tra ricevimenti ed eventi, opere d’arte e arredi eleganti e preziosi.
Alcune sale prendono il nome da ciò che conservano al loro interno o dai colori predominanti, come la Sala dei Pastelli, quella degli Arazzi, quella del Clavicembalo, quella delle Lacche Verdi o quella del Trono.

Altre, invece, devono il loro nome agli artisti che hanno camminato per i corridoi di Ca’ Rezzonico e che, in qualche modo, ne sono diventati i protagonisti. È il caso di Sala Lazzarini, Sala Brustolon, Sala Longhi, Sala Guardi o Sala Tiepolo.
Altre ancora, come l’Alcova, la Cappella o la Biblioteca non hanno bisogno di troppe presentazioni: indicano le loro funzioni originarie.

Tutte insieme permettono a chi visita Ca’ Rezzonico di immergersi nella vita dei nobili veneziani del Settecento e, anche se oggi la casa è utilizzata come museo, con molti dipinti alle pareti e oggetti all’interno delle teche, si ha comunque la sensazione di entrare in una dimora privata dove il tempo si è fermato.

La pinacoteca Egidio Martini
La pinacoteca si trova all’ultimo piano di Ca’ Rezzonico ed è intitolata a Egidio Martini, studioso e collezionista che donò le opere alla città di Venezia.

I dipinti raccontano quasi quattrocento anni di storia della pittura veneta e Veneziana, con opere che vanno dal Quindicesimo al Diciannovesimo secolo. I temi sono i più svariati: paesaggi, ritratti, soggetti allegorici, religiosi e mitologici.

Qui potrete vedere opere di Cima da Conegliano, Tintoretto, Tiepolo, Jacopo Palma il Giovane, Emma Ciardi e Natale Schiavoni. Insomma, tantissimi artisti, più o meno noti, tutti appartenenti al panorama lagunare.

La farmacia “ai Do San Marchi”
La farmacia è uno degli angoli più curiosi all’interno di Ca’ Rezzonico. Si tratta della ricostruzione con arredi originali di un’attività presente in campo San Stin, nel sestiere San Polo, dalla seconda metà del Seicento.

I mobili in radica di noce scura, i vasi, le maioliche e gran parte delle decorazioni risalgono alla metà del Diciottesimo secolo e, quando la farmacia chiuse definitivamente nel 1908, furono venduti all’antiquario francese Raoul Heilbronneur. Su suggerimento dello scultore Antonio Dal Zotto, l’uomo decise poi di donarli ai Musei Civici di Venezia.

Oggi potete vedere la ricostruzione della farmacia, il laboratorio del farmacista e il retro bottega al terzo piano di Ca’ Rezzonico, mentre attraversate la Pinacoteca. All’esterno, lungo il corridoio, c’è l’antica insegna che si affacciava su campo San Stin.

La collezione Ferruccio Mestrovich
La famiglia Mestrovich, originaria della Dalmazia e fedele all’Italia, subì prima la persecuzione da parte del governo asburgico e poi da parte di quello iugoslavo. Così, nel 1945, su decisione del capofamiglia Aldo, l’intera famiglia si trasferì a Venezia.
Il figlio Ferruccio, appassionato e studioso di pittura veneta ha donato la sua collezione di dipinti alla città in segno di riconoscenza.
Dono a Venezia, in segno di affetto e riconoscenza e a ricordo della mia famiglia, la mia piccola raccolta di dipinti antichi […]. In questa incantevole città adottiva i miei cari ed io, esuli con molti conterranei, ci siamo felicemente inseriti e abbiamo trovato il rifugio ideale dopo che la natia ed amatissima Zara, la città dalmata, veneta ed italianissima, venne straziata e quasi interamente distrutta nel corso della seconda guerra mondiale… Questa mia donazione vuole anche contribuire al ricordo perenne di questa pagina tristissima della nostra storia recente, che dovrà sicuramente essere rivisitata e riscritta.
Ferruccio Mestrovich

La collezione comprende, tra i tanti, dipinti di Tintoretto, di Francesco Guardi, Alessandro Longhi e Cima da Conegliano ed è composta principalmente da soggetti religiosi, i preferiti dal collezionista.
Le sale che la ospitano si trovano nell’ala destra del palazzo (guardando il Canal Grande), nel Mezzanino Browning, e troverete l’ingresso alla fine della vostra visita al complesso principale di Ca’ Rezzonico.
Poiché vi si accede dal cortile interno, aperto a tutti, è possibile che vi chiedano di mostrare il biglietto, quindi tenetelo a portata di mano.

Visitare Ca’ Rezzonico: come raggiungerla, orari e biglietti
Ca’ Rezzonico si trova nel sestiere di Dorsoduro. Potete raggiungerla a piedi oppure prendere uno dei vaporetti della linea 1 e scendere alla fermata omonima.

Il biglietto a tariffa intera costa 10,00€, quello ridotto 7,50€. Quest’ultimo è valido per i ragazzi under 14, gli studenti under 25, gli over 65, il personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, i titolari di Carta Rolling Venice e International Student Identity Card. Valido anche per famiglie composte da due adulti e almeno un ragazzo sotto i 14 anni. C’è anche la possibilità di noleggiare l’audioguida a partire da 4€ a testa.
L’ingresso è gratuito per i residenti e i nati nel comune di Venezia, i bambini sotto i 5 anni, portatori di handicap con accompagnatore e per i possessori del Museum Pass di Venezia.
Per gli orari di apertura aggiornati vi consiglio di visitare la pagina dedicata sul sito MUVE.

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Le immagini sono state scattate con un iPhone 6s* e una Canon 1100D*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.