Curiosità su Ascoli Piceno: storie e leggende per arricchire l’itinerario

Curiosità su Ascoli Piceno. Storie, leggende e angoli da inserire nell’itinerario per arricchire il vostro viaggio in città.
La città mi è piaciuta moltissimo, ve l’ho già detto nel post dedicato a cosa vedere ad Ascoli Piceno. È una città che mi ha colpita, per certi aspetti incantata, e che ha una storia antichissima che si riflette in ogni angolo della città. Durante il mio viaggio non ho visto solo splendidi scorci, ma ho anche raccolto alcune leggende e curiosità che me l’hanno fatta apprezzare ancora di più.
Curiosità su Ascoli Piceno
In questo post ho raccolto le otto curiosità su Ascoli Piceno che mi hanno colpita di più. Leggende, storie e chicche che arricchiranno il vostro itinerario proprio come hanno fatto con il mio.

I sestieri di Ascoli Piceno
Esattamente come Venezia e poche altre città italiane, Ascoli Piceno è divisa in sestieri, sei quartieri, ognuno con il proprio stemma e i propri colori. Porta Maggiore in nero e verde, Piazzarola in bianco e rosso, Sant’Emidio in rosso e verde, Porta Romana in rosso e blu, Porta Solestà in giallo e azzurro e Porta Tufilla in rosso e nero.
Ogni estate i sestieri si sfidano nella Giostra della Quintana, una rievocazione storica che coinvolge cortei, tornei cavallereschi e spettacoli che sembrano usciti direttamente dal Cinquecento. Trovate un video a questo link.
Se non siete in città tra metà luglio e la prima domenica di agosto e quindi non potete assistere all’evento, potete passare al centro informazioni turistiche di Piazza Arringo per ammirare costumi, stendardi e oggetti legati a questo importante appuntamento.

Le “rughe” della città
Camminando per Ascoli Piceno noterete che alcuni vicoli sono chiamati “rue“. Il termine deriva dal latino “ruga” e viene utilizzato per identificare soprattutto quelle vie che portano dalle mura al cuore del centro storico.

Il nome misterioso di Ponte di Cecco
Ponte di Cecco è il più antico di Ascoli, anche se è stato ricostruito dopo la Seconda Guerra Mondiale a causa dei danni subiti durante il conflitto.
Il suo nome è avvolto dal mistero, perché ci sono due ipotesi legate alla sua origine. Secondo quella più realistica, promossa dagli storici, l’appellativo risalirebbe a Cecco Aprutino, maestro che lo ristrutturò nel Medioevo su ordine di Galeotto I Malatesta.
Secondo quella più fantasiosa e affascinante, invece, il ponte prenderebbe il nome dal poeta e astrologo Cecco D’Ascoli, poi dichiarato eretico dalla chiesa, che lo avrebbe eretto in una notte con l’aiuto del diavolo. Qualunque sia la verità, Ponte Di Cecco oggi è uno dei luoghi più suggestivi di Ascoli.

Le colonne “musicali” della Chiesa di San Francesco
L’esterno della chiesa di San Francesco è ricco di dettagli in travertino, ma ce n’è uno che rischia di passare inosservato. All’entrata principale, sul lato corto dell’edificio, si nasconde infatti un particolare strumento musicale: le colonne decorative.
Le colonnine al fianco della porta sono leggermente staccate dal muro e di diametri differenti, così, bussandoci con le nocche, producono suoni diversi.
Gli ascolani accortisi di questo suono, presero l’abitudine di passarci sopra, all’uscita della messa, con le chiavi. Ovviamente dobbiamo tenere a mente la grandezza della chiavi, lunghe anche 20 cm e più che hanno causato le scanalature.
Piera, ascolana e lettrice del blog

Il “fallo” sulla torre della Chiesa di San Francesco
Un altro dettaglio particolarissimo della chiesa di San Francesco, ma questa volta bisogna guardare verso l’alto, verso una delle due torri campanarie.
Facendo un po’ di attenzione si può notare una strana scultura dalla forma fallica comparire non distante dal tetto. Secondo molti si tratta di un betilo, una pietra sacra nella quale vivrebbe la divinità. Posta sulla cima della chiesa indicherebbe la dimora di Dio. Una spiegazione sensata.
Secondo i racconti popolari, però, la scultura rappresenterebbe proprio un fallo posto lì da uno dei costruttori per ripicca. Non contento del pagamento per la realizzazione dell’edificio, voleva fare un dispetto ai sacerdoti.

Le campane della Cattedrale di Sant’Emidio
Anche il campanile della Cattedrale di Sant’Emidio ha qualcosa da raccontare. Le sue campane, infatti, hanno tutte un nome.
La più grande è dedicata al santo, la seconda si chiama Marina, la terza Polisia, come la giovane convertita da Sant’Emidio, la quarta Lucertola, perché vi è stata incisa la sagoma del rettile, la quinta Marcuccia, perché guarda verso Colle San Marco.

Le leggende della Fonte di Sant’Emidio
La Fonte di Sant’Emidio è uno dei luoghi della città da vedere fuori le mura. Oggi lì c’è un antico lavatoio, un luogo di incredibile importanza storica, ma a questo angolo di città sono legate anche due leggende ed entrambe hanno a che fare con il santo dal quale la fonte prende il nome.
La prima racconta che Sant’Emidio, patrono di Ascoli, avesse bisogno di acqua per battezzare i fedeli e così, un giorno, iniziò a battere su una pietra formando una nuova sorgente.
La seconda, invece, narra che quando il santo fu decapitato non distante da Porta Solestà, dove oggi sorge il tempietto di Sant’Emidio Rosso, la sua testa rotolò verso il ponte e colpì una pietra dalla quale iniziò a sgorgare l’acqua.

Ascoli città parlante
Ascoli è una città che parla. Facendo un po’ di attenzione, mentre si cammina per il centro storico, si può notare che molti architravi in travertino presentano frasi, proverbi o preghiere incise.
Ne sono stati registrati un centinaio e tra i più famosi c’è quello di Rua Lunga risalente al Cinquecento che recita:
Chi po non vo, chi vo non po, chi sa non fa, chi fa non sa et così il mundo mal va.
Se volete visitare Ascoli con una guida, vi segnalo questa passeggiata serale con degustazione di Anisette*, un tour di circa 2 ore che vi porterà a scoprire le bellezze e i segreti della città. Potete prenotare seguendo il link, dove troverete anche tutte le informazioni utili.

Dove dormire ad Ascoli Piceno

Durante il mio breve viaggio ad Ascoli Piceno ho soggiornato all’hotel Sant’Emidio*. La camera era al terzo piano, in sottotetto, non molto spaziosa, ma comoda e pulita.
È perfetto soprattutto per la posizione, perché si trova nel centro storico, a due passi dalle piazze principali e molto vicino al parcheggio coperto Torricella (con il quale è convenzionato).
Conoscete altre curiosità su Ascoli Piceno? Siete mai stati in città? Se avete domande, dubbi o suggerimenti, lasciate un commento!
Le immagini sono state scattate con una Canon 1100D* e un iPhone 6s*. Per vedere le altre potete sfogliare il mio album su Flickr.
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Pier
Il tuo post è un ottimo riferimento per me che amo le curiosità e le leggende dei luoghi. Non sono mai stato ad Ascoli e non l’avevo mai tenuta in considerazione finché un amico me ne ha parlato come una città da visitare assolutamente. Ora ne ho la conferma. Poi mi ha colpito la singolare congiunzione tra Nord e Sud per cui ci sono i sestieri come a Venezia (pensavo ci fossero solo lì) e le rughe. Con lo stesso termine vengono chiamati, in dialetto, i vicoli dei paesi in molte zone della Calabria. Ruga l’ho sempre trovato un termine affascinante per descrivere la caratteristica di un luogo: lo umanizza e lo rende vivo.
Martina Sgorlon
PierCiao Pier, grazie mille, sono felice che il post ti sia piaciuto! Concordo con te, anche a me piace scoprire chicche e curiosità sui luoghi che visito o che ho visitato e Ascoli non fa eccezione 🙂