Altopiano della Paganella: cosa vedere e cosa fare in un weekend tra natura, borghi e sport

Altopiano della Paganella: i consigli su cosa vedere e cosa fare in un weekend in Trentino ai piedi delle Dolomiti di Brenta.
L’Altopiano della Paganella è un luogo da scoprire in ogni stagione e che tra piste innevate, sentieri, boschi e laghi da fiaba vi farà innamorare. Ecco la sua storia in pillole, i luoghi da non perdere e le esperienze da vivere se ci trascorrete almeno un weekend.
La storia dell’altopiano in pillole
L’Altopiano della Paganella, che prende il nome dal gruppo montuoso della Paganella (dal latino pagus, termine che indica una circoscrizione territoriale rurale), è un territorio abitato fin dal Neolitico e che si estende ai piedi delle Dolomiti di Brenta.
I primi insediamenti stabili, secondo le testimonianze ritrovate in zona, comparvero nel Terzo millennio a.C., ma bisogna aspettare il Quinto e il Quarto secolo a.C. per assistere alla comparsa dei Reti, una popolazione stanziata nelle Alpi Centro-orientali (tra Italia e Austria) e che fece dell’attuale Trentino il suo epicentro.
Dopo le invasioni a opera dei Longobardi (560 d.C.) e dei Franchi (590 d.C.), nel Medioevo l’Altopiano divenne, per la sua posizione strategica, un punto di riferimento commerciale e si ritrovò al centro di una contesa tra i Vescovi di Trento, i conti del Tirolo e i conti di Flavon. La lotta durò per tutto il Tredicesimo e Quattordicesimo secolo e terminò con la vittoria degli ultimi, anche se, pochi anni dopo, il vescovo di Trento Enrico de Metis riuscì a espropriare gran parte dei terreni alla famiglia.

Dopo secoli di giochi di potere tra le famiglie locali e il clero, alla fine del Settecento l’area venne occupata dalle truppe napoleoniche, alle quali si opposero quelle austriache, che, tra il 1802 e il 1805, fecero erigere numerose fortificazioni, in particolare intorno al lago di Molveno (oggi si possono vedere sul promontorio del Monte Corno).
Dopo la vittoria austriaca, nel 1806 il territorio fu annesso al Regno di Baviera, ma le lotte ricominciarono poco dopo e dal 1810 al 1813 l’Altopiano tornò sotto il dominio napoleonico entrando a far parte del Regno d’Italia per tornare infine in mano austroungarica dopo la sconfitta del generale francese.
Da allora, la storia dell’Altopiano seguì di pari passo quella della regione, ma c’è un’altra data fondamentale per la Paganella: il 1894, anno della costruzione della via carrozzabile Molveno-Mezzolombardo, che semplificò i collegamenti con i territori circostanti incentivando anche e soprattutto il turismo.

Cosa fare sull’Altopiano della Paganella
Oggi, il territorio accoglie i turisti a braccia aperte offrendo un numero incredibile di attività, tra sport, esperienze enogastronomiche, percorsi in mezzo alla natura e sentieri che costeggiano alcune delle cime più affascinanti della zona.
Ecco quindi alcune cose da fare e da vedere se trascorrete almeno un weekend sull’Altopiano della Paganella.

Passeggiare lungo il Lago di Molveno (e scoprire il centro storico)
Considerato uno dei laghi più belli d’Italia, il Lago di Molveno (che vedete anche nella foto di apertura di questo post) viene spesso definito un “lapislazzulo incastonato tra le Dolomiti del Brenta” e, ammirandolo durante una giornata di sole non potrete che essere d’accordo.
Circondato da splendide passeggiate in mezzo alla natura — come il giro del lago, lungo circa 11 chilometri —, il bacino è noto anche per le aree picnic; per la sua spiaggia, che con il suo curato prato all’inglese è considerata la più bella del Trentino; e per le tante attività che si possono provare in acqua o sulle sue sponde, dai giri in barca alle escursioni in e-bike.
Da non perdere anche il piccolo centro storico di Molveno, bandiera arancione del Touring Club, che regala angoli tanto caratteristici quanto romantici come la piccola chiesa di San Vigilio, risalente al Tredicesimo secolo.
La chiesa è aperta al pubblico dall’inizio della primavera a metà settembre e su richiesta anche nel periodo invernale.

Raggiungere il Laghetto di Nembia
A poco meno di 4 chilometri dal Lago di Molveno si incontra il più piccolo ma altrettanto affascinante Laghetto di Nembia, che si può raggiungere a piedi, seguendo una suggestiva passeggiata di circa tre quarti d’ora in mezzo alla natura, o in bicicletta (meglio se elettrica), che al bisogno si può noleggiare a Molveno. In alternativa potete arrivare fino a destinazione in auto, per poi lasciarla al parcheggio fronte lago.
Lo specchio d’acqua, caratterizzato da colori da fiaba che virano dal verde al turchese, è affiancato inoltre da un’area picnic e da un parco giochi per i più piccoli; l’ideale per chi vuole rilassarsi all’aria aperta.
Durante il mio viaggio sull’Altopiano della Paganella ho preso una bici a noleggio da Sportlifee Noleggio Mtb eBike (via Lungo Lago 62).

Fare Forest Bathing al Parco del Respiro
Il Parco del Respiro di Fai della Paganella è un “Parco Terapeutico per il benessere” unico in Europa, un luogo dove ritrovare l’equilibrio psicofisico grazie al contatto diretto e all’immersione totale nella natura.
Il segreto è nell’elevata concentrazione di faggi, alberi che sono in grado di rilasciare nell’aria una grande quantità di monoterpeni, ossia le sostanze volatili emesse da particolari specie di alberi che, se inalate, contribuiscono a ridurre lo stress, a migliorare la qualità del sonno, a regolare la pressione sanguigna e ad attivare e rinforzare il sistema immunitario.
Il bosco si può visitare in autonomia seguendo uno dei tanti sentieri tracciati, ma per un’esperienza più completa vi suggerisco di affidarvi agli esperti presenti sul territorio, che vi affiancheranno in pratiche e percorsi dedicati al benessere psicofisico. Ve ne ho parlato più nel dettaglio nel post dedicato.

Visitare il Parco Faunistico di Spormaggiore
A proposito di parchi, se vi trovate sull’Altopiano della Paganella, soprattutto se viaggiate con i bambini, vi consiglio di non perdere il BELPARK – Parco Faunistico Spormaggiore: uno spazio, ospitato all’interno di una zona boscosa di oltre cinque ettari, nato per accogliere animali provenienti da giardini zoologici, da preesistenti e pessime condizioni di cattività o che sono stati salvati dopo traumi o incidenti.
All’interno del parco, gli esemplari — al momento orsi bruni, gufi reali, volpi, lupi linci, caprioli, una lontra e un gatto selvatico — trovano ampi recinti nei quali vivere in condizioni molto simili a quelle naturali e sono seguiti non solo dai guardiani, ma anche da veterinari ed esperti. Ve ne parlavo nel post dedicato, dove trovate anche tutte le informazioni per la visita.
Da non perdere, nelle vicinanze, anche il Castel Belfort.

Esplorare il borgo di San Lorenzo
San Lorenzo è considerato uno dei “Borghi più belli d’Italia” ed è un vero gioiellino che tra i suoi vicoli custodisce antiche storie e lunghissime tradizioni. Tra queste una delle più famose è quella della preparazione della Ciuìga, un insaccato, unico in Italia e oggi presidio Slow Food, che viene preparato esclusivamente in questa zona dell’Altopiano seguendo una ricetta secolare che unisce la carne suina alle rape, tipiche del territorio.
L’area di San Lorenzo è nota anche per la Falesia Dimenticata, una parete salvata dalla comunità grazie a un’operazione di crowdfunding avviata nel 2017 e che oggi conta ben 30 vie di arrampicata adatte anche alle persone con disabilità. Una meta da non perdere per gli amanti del climbing.
Se vi trovate sull’Altopiano della Paganella tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre vi consiglio di partecipare alla Sagra della Ciuìga, la festa dedicata all’insaccato.

Divertirsi ad Andalo
Andalo è uno dei comuni principali dell’Altopiano della Paganella, un centro famoso soprattutto per i suoi attrezzatissimi family hotel, per gli impianti di risalita (aperti anche d’estate) e per i tanti servizi dedicati alle famiglie: dall’Acquapark, considerato il miglior centro acquatico in Trentino, al maneggio, passando per il centro benessere, la pista di Go-Kart, il centro di equitazione, i fan park, i campi sportivi e il cinema; solo per citarne alcuni.
Tra questi c’è anche il Sarnacli Mountain Park, un percorso didattico-sensoriale immerso nella natura dove i bambini (ma non solo) possono scoprire tutti i segreti delle Dolomiti giocando all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta, l’area protetta più estesa del Trentino.
Il parco può essere raggiunto in auto o a piedi dal centro di Andalo seguendo via Pradel; in estate c’è un trenino turistico che parte da Piazza Dolomiti.

Percorrere i sentieri alla scoperta delle Dolomiti di Brenta
Per i più sportivi, l’area della Paganella offre anche tantissimi sentieri, tutti diversi per difficoltà e lunghezza, che portano alla scoperta delle Dolomiti di Brenta.
Durante il mio viaggio io ho seguito il percorso che porta al Rifugio Croz dell’Altissimo (1480 metri), una struttura che si trova proprio ai piedi dell’ampia parete di roccia dalla quale prende il nome e che è posizionata lungo la principale via d’accesso al Gruppo di Brenta.
Il rifugio, che si raggiunge in circa 60 minuti partendo da località Pradel, fa parte anche del circuito “Rifugi del Gusto” e offre cucina tipica trentina. Trovate tutte le informazioni utili sul sito.

Per i più piccoli, invece, c’è il percorso “Il mondo di Sciury“, un sentiero didattico, dedicato allo scoiattolo Sciury, dove i bambini incontreranno splendide sculture in legno, ma anche giochi e attività da provare insieme a tutta la famiglia.
Non lontano c’è infine il Forest Park di Molveno, il miglior parco avventura del Trentino dove mettere alla prova il proprio coraggio tra abeti secolari e ponti tibetani.

Altri luoghi da vedere sull’Altopiano della Paganella (e dintorni)
Queste sono solo alcune delle tante esperienze che si possono vivere sull’Altopiano della Paganella, ma la zona offre moltissime altre attività: dalle passeggiate con lama e alpaca fino alle visite alle fattorie didattiche, dai momenti di relax nelle aree wellness di Molveno e Andalo fino al lancio con il parapendio. Trovate tante idee, divise per stagione, sul sito Dolomiti Paganella. Se, invece, siete alla ricerca di idee per la stagione fredda, trovate alcuni spunti nel post dedicato alla Paganella in inverno.
Chi ha un po’ di tempo in più o vuole aggiungere una tappa lungo la strada verso la pianura, può dedicarsi inoltre alla scoperta della Piana Rotaliana Königsberg, un territorio da sempre crocevia di storie e culture e dove l’enogastronomia affonda le sue radici in una tradizione secolare. La zona è nota soprattutto per il vino Teroldego Rotaliano DOC, un rosso considerato il protagonista indiscusso dell’enologia trentina.

Dove dormire sull’Altopiano della Paganella
Durante il mio soggiorno sull’Altopiano sono stata ospite di Dolomiti Paganella, che aveva scelto per me un carinissimo agriturismo a Fai: Florandonole*. La struttura si trova in un’ottima posizione per andare alla scoperta della zona e permette di raggiungere a piedi sia il centro di Fai della Paganella che, attraverso una passeggiata di circa 20/30 minuti, il Parco del Respiro.
La stanza era comoda, ampia e pulita, così come il bagno dotato di doccia, phon e tutto il necessario. Ottima la colazione, che vede proposte sia dolci che salate in gran parte fatte in casa o prodotte da aziende agricole del territorio.
Siete mai stati sull’Altopiano della Paganella? Vi piacerebbe visitare la zona? Se avete domande, dubbi o suggerimenti, lasciate un commento!
Le foto sono state scattate con un iPhone 11 Pro* e una Canon 80D*, per vedere tutte le altre sfogliare il mio album su Flickr.
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Elle
Thanks for the useful guide, saved it for my next trip plan!
Martina Sgorlon
ElleGlad you liked the blogpost! Enjoy! 🙂
Katia
Molveno for ever! Ho fatto due stagioni quando ero più giovane e ci ho lasciato il cuore e sono riuscita sempre a scovare qualcosa di interessante da fare. Adoro quel lago turchese dove il Brenta si specchia, le passeggiate, andare alla ricerca di chicche storiche ed entrare nei negozietti.
Mi hai fatto venire una grande nostalgia.
Martina Sgorlon
KatiaCiao Katia! Io ci sono stata da poco e ci vorrei tornare subito, quindi posso immaginare la tua nostalgia, è un posto splendido! 🙂
Un abbraccio!