
Aci Castello: la storia, cosa vedere e le esperienze da vivere in questo angolo leggendario della Sicilia Orientale.
Aci Castello, con la vicina Aci Trezza, è un luogo che unisce letteratura e mitologia, storia e natura. In questo post vi racconto il suo passato e vi accompagno a scoprire i luoghi da non perdere in questo angolo di Sicilia Orientale.
La storia di Aci Castello in pillole
Il comune di Aci Castello, così come tante altre località della provincia di Catania — Acireale, Aci Trezza, Aci Sant’Antonio… —, prende il nome dall’antico fiume Aci (o Jaci); secondo alcuni oggi è identificabile con il torrente Lavinaio, secondo altri il corso d’acqua scomparve con la disastrosa eruzione dell’Etna del 1169, durante la quale le colate di lava arrivarono fino al mare.

Prima di scomparire o di trasformarsi, il corso d’acqua era stato a sua volta battezzato in onore del mito greco di Aci e della ninfa Galatea, una storia d’amore raccontata anche da Ovidio nel libro XIII delle Metamorfosi*.
Il primo era un giovane e bellissimo pastore nato dall’unione tra un Fauno e la ninfa Simetide, la seconda era figlia di Nereo e della ninfa Doride. I due si innamorarono perdutamente, ma qualcun altro, seppur non ricambiato, provava lo stesso sentimento per Galatea: Polifemo. Accecato dalla gelosia, il ciclope scagliò un masso contro Aci, che morì sul colpo; il suo sangue, però, grazie alle ninfe, fu trasformato in un fiume, poi venerato come una divinità.

Leggende a parte, in epoca romana in questa zona esisteva la città di Akis, che partecipò anche alle Guerre Puniche, poi probabilmente ribattezzata Jachium durante il Medioevo e sotto i Bizantini, Al-Yag durante la dominazione araba — quando Aci divenne un importante centro politico e commerciale — e Aci d’Aquila con gli spagnoli.

La storia di Aci Castello si mescolò però fino al Diciassettesimo secolo con quella dell’intero territorio ed è quindi spesso difficile fare delle distinzioni. La situazione cambiò solo nel 1647, quando Aci Castello e altri “casali” ottennero l’autonomia amministrativa dalla vicina Acireale, centro principale del territorio, diventando così un vero e proprio comune.
Parzialmente distrutta dal terremoto dell’11 gennaio 1693 e poi ricostruita, Aci Castello e il vicino borgo marinaro di Aci Trezza divennero famosi soprattutto nel Diciannovesimo secolo, quando Giovanni Verga vi ambientò I Malavoglia*.
Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza; ce n’erano persino ad Ognina, e ad Aci Castello, tutti buona e brava gente di mare, proprio all’opposto di quel che sembrava dal nomignolo, come dev’essere. Veramente nel libro della parrocchia si chiamavano Toscano, ma questo non voleva dir nulla, poichè da che il mondo era mondo, all’Ognina, a Trezza e ad Aci Castello, li avevano sempre conosciuti per Malavoglia, di padre in figlio, che avevano sempre avuto delle barche sull’acqua, e delle tegole al sole. Adesso a Trezza non rimanevano che i Malavoglia di padron ’Ntoni, quelli della casa del nespolo, e della Provvidenza ch’era ammarrata sul greto, sotto il lavatoio, accanto alla Concetta dello zio Cola, e alla paranza di padron Fortunato Cipolla.
I malavoglia, Giovanni Verga

Cosa vedere ad Aci Castello
Oggi, Aci Castello, che comprende anche le frazioni di Aci Trezza, Cannizzaro e Ficarazzi, è una cittadina di nemmeno 20 mila abitanti che è possibile visitare in circa una giornata, escursioni comprese. Ecco cosa non perdere e le esperienze da vivere in quest’angolo della Sicilia orientale.

Il Castello di Aci
Il Castello di Aci, arroccato su uno scoglio basaltico nato da circa 500 mila anni di colate laviche, è il vero protagonista della zona ed è proprio intorno a lui che si sono svolti alcuni degli avvenimenti storici più importanti del territorio.
Secondo le testimonianze giunte fino a noi, la prima struttura fu costruita nel Sesto secolo dai bizantini su una preesistente fortificazione romana nota come Castrum Jacis, ma fu distrutta nel 902 dalle truppe dell’emiro Ibrahim, che, dopo aver occupato Taormina, minacciarono anche Aci; in quell’occasione, però, dopo la distruzione del castello, la popolazione decise di capitolare e, per essere risparmiata, acconsentì a pagare la jizya, un’imposta pagata da ogni suddito non-musulmano. Qualche anno dopo, nel 909, il califfo ‘al-Mooz fece costruire una nuova fortificazione (qalat).

Nel 1092, dopo che il territorio fu conquistato dai Normanni, il castello fu trasformato nuovamente e inizialmente ceduto, insieme a tutta la zona, alla diocesi di Catania e il 17 agosto 1126 il vescovo abate Maurizio di Catania ricevette proprio qui le reliquie di Sant’Agata, tornate in Sicilia da Costantinopoli.
Il castello tornò in mano imperiale nel 1239, sotto Federico II di Svevia, e divenne uno dei luoghi protagonisti dei Vespri siciliani, la ribellione che coinvolse l’isola dopo essere partita da Palermo nel 1282. In quel periodo la fortificazione passò prima in mano di Ruggero di Lauria e poi di Blasco II d’Alagona e nel 1326 fu saccheggiato dalle truppe di Roberto d’Angiò.
La struttura non ebbe pace nemmeno nei secoli successivi, tra devastazioni, conquiste, attacchi e assedi che coinvolsero soprattutto i d’Aragona, i d’Alagona e gli Angiò.
Da allora il castello, insieme a tutto il territorio di Aci, passò di mano in mano per centinaia di anni finché, nel Diciassettesimo secolo, fu trasformato prima in caserma e poi in carcere entrando definitivamente nel demanio comunale nel Diciannovesimo secolo; in quegli anni Verga vi ambientò anche Le storie del Castello di Trezza*.
Oggi il castello è sede del Museo Civico — diviso tra la sezione di mineralogia, quella di paleontologia e di archeologia — e di un piccolo orto botanico e vanta una splendida terrazza panoramica affacciata sul mare e sulle Isole dei Ciclopi.

Visitare il Castello Normanno
Il Castello è aperto tutti giorni con i seguenti orari, l’ingresso è consentito solo fino a 15 minuti prima della chiusura:
Periodo | Mattina | Pomeriggio |
---|---|---|
Dal 1° settembre fino alla fine dell’ora legale | 9.00-13.00 | 15.00-19.00 |
Dall’inizio dell’ora solare fino alla fine dell’ora solare | 9.00-13.00 | 15.00-17.00 |
Dall’inizio dell’ora legale al 15 giugno | 9.00-13.00 | 15.00-19.00 |
Dal 16 giugno al 31 agosto | 9.30-13.00 | 16.00-20.30 |
I biglietti costano 3,50€ a tariffa intera valida dagli 11 ai 65 anni, 1,50€ per i bambini dai 7 ai 10 anni, 2,00€ per gli over 65 e 2,50€ per i gruppi di studenti delle scuole medie e superiori accompagnati dagli insegnanti. Per i bambini sotto i 6 anni (compresi) e i residenti l’ingresso è gratuito.

L’Area marina protetta Isole dei Ciclopi
L’Area marina protetta Isole dei Ciclopi è uno spazio che si estende lungo la costa di Aci Trezza e Aci Castello ed è caratterizzata da formazioni basaltiche nate, come accaduto per le rocce presenti alle gole dell’Alcantara, dalle eruzioni dell’Etna. Le principali, oltre a quella sulla quale sorge il Castello Normanno, sono l’Isola Lachea e i Faraglioni dei Ciclopi, che, secondo la leggenda, non sono altro che i massi lanciati da Polifemo contro la nave di Ulisse.
Soprattutto, però, questa è una zona importantissima dal punto di vista della flora e della fauna, in quanto area di contatto tra l’ecosistema tirrenico e quello iconico. Per scoprirla si può partecipare a una delle tante escursioni organizzate in loco, come l’immersione con scooter subacqueo*, l’escursione ad Aci Trezza e alle isole Ciclopi in veliero* o lo snorkeling*. Per altre esperienze e informazioni potete recarvi al centro visite di Aci Trezza, in via Provinciale 226.

Museo “Casa del Nespolo”
Il Museo “Casa del Nespolo” si trova nel centro storico di Aci Trezza ed è ospitato all’interno di una tipica abitazione siciliana dell’Ottocento con l’obiettivo di riportare alla memoria gli usi e i costumi del territorio.
Il percorso museale si compone di due aree principali: la sala “La terra trema“, dedicata all’omonimo film di Luchino Visconti girato proprio ad Aci Trezza e che raccoglie fotografie, testimonianze e locandine della pellicola; e la “Stanza dei Malavoglia”, nata per raccontare l’epoca della celebre famiglia letteraria attraverso testimonianze legate al mondo dei pescatori locali della metà dell’Ottocento attraverso alcune foto scattate dallo stesso Verga e lettere private, una raccolta di antichi strumenti di lavoro e oggetti quotidiani.
Io non sono riuscita a visitarla durante il mio viaggio, ma vi consiglio di inserirla nell’itinerario insieme alle altre tappe non lontane da qui delle quali vi ho parlato nel post dedicato alla Sicilia nascosta.
Visitare la Casa del Nespolo
La Casa del Nespolo è aperta tutti i giorni con i seguenti orari:
Periodo | Mattina | Pomeriggio |
---|---|---|
Ad aprile, maggio, giugno e settembre | 9.30 – 12.30 | 16.00 – 19.00 |
Da ottobre a marzo | 9.30 – 12.30 | 16.00 – 18.00 |
A luglio e agosto | 9.30 – 13.00 | 17.00 – 21.00 |
Il biglietto costa 2,00€, ma, se volete visitare sia il Castello Normanno che la Casa del Nespolo, sappiate che esiste anche un biglietto cumulativo a 4,50€.


Siete mai stati ad Aci Castello? Se avete dubbi, domande o suggerimenti, lasciate un commento!
Le immagini sono state scattate con una Canon 1100D*, per vedere le altre sfogliate il mio album su Flickr.
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